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Augustus John, il pittore zingaro delle donne dal fascino oscuro

Oggi nell’anniversario della nascita di Augustus John (Tenby, 4 gennaio 1878 – Fordingbridge, 13 ottobre 1961) raccontiamo un po’ della sua storia: “gallese” dal colorito chiaro, barba e capelli rigogliosi e con anelli agli orecchi, che condusse una vita da zingaro e ritrasse donne che incontrava lungo strada o nobildonne nelle quali scorgeva sempre qualcosa di particolarmente oscuro. Fin da giovane aveva preferito la vita libera del nomade e vivere con gli zingari, nonostante che in una Londra dei primi del ‘900 lo definissero già il miglior giovane artista del periodo. Discendeva da una famiglia di avvocati e fin da piccolo amava girovagare nei giorni di mercato in cerca del “pittoresco”. Ma John si innamorò della prima carovana di zingari che vide passare è appena potè permetterselo si comprò un carro e un asino e si avventurò sulle strade. Non appena prese moglie si comperò anche un carro coperto e ebbe il primo figlio nella brughiera e anche quando arrivò ad avere sei figli, passava la sua vita guidando a cavallo la carovana. Curioso osservava le scene di strada che trovava e se c’era qualcosa che lo colpiva, si fermava e faceva schizzi che poi riprendeva una volta fermatosi. Non appena arrivava alla periferia di una città, sistemava il campo per la famiglia e poi se ne andava in città a cavallo per dipingere un ritratto che gli era stato ordinato da qualche ricca persona del luogo. Ritrattista innato, la sua arte trova maggiore vigore se i quadri ritraggono una donna, mai dal fascino convenzionale. 

È anche noto per cominciare diverse versioni di un ritratto prima di finire uno che lo soddisfacesse. Nonostante trovò subito la strada del successo, tuttavia, John dovette combattere i critici che preferivano un’arte più abituale rispetto al suo modo di dipingere. I suoi colori forti, arancioni, rossi o azzurri furono spesso derisi come rozzi. Le sue pennellare piuttosto larghe e violente erano messe in ridicolo e definite il “miglio modo per pitturare una stalla”. Per fortuna alcuni intenditori cominciarono a vedere nei dipinti di John qualcosa di più vero e a 46 anni vinse l’ambitissimo premio dell’Esposizione Internazionale Carnegie di Pittsburgh per il suo ritratto alla violoncellista Madame Suggia. E anche se odiava i parrucconi e non aveva mai presentato un quadro al sommo tempio inglese, la Royal Academy, la stessa lo elesse membro senza averlo nemmeno consultato. Pur non conformista e impetuoso la sua arte era superiore all’impulso del momento. Sono gli stessi suoi biografi a rivelare che dopo aver visto un’opera di Augustus John si può vedere le cose in modo diverso.

Augustus John espose quadri e opere in bianco e nero alle Biennali di Venezia del 1912, 1922, 1928, 1930 e 1932. L’esposizione del ‘28 fu quella di maggiore successo è così scriveva Ugo Ojetti sul Corriere della Sera I suoi quattro ritratti di dama, specialmente quelli della marchesa Casati in parrucca rossa, e della viscontessa Tredegar in verde su sfondo merviglio sono i più belli della Biennale”.

Le sue opere ci appaiono in corpi guizzanti di lingue di fuoco. Un artista ritrattista dalla pennellata violenta che non hai mai tradito il suo desiderio di essere nomade per la vita.

Il racconto è tratto dal Libro VOLI D’ARTISTA – Vite (e opere) da collezione. https://www.mondadoristore.it/Voli-d-artista-Vite-e-Marika-Lion/eai978883363268/

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