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America’s Cup: Luna Rossa conquista la finalissima

Studio Borlenghi

Come nel 1992 con il mitico Moro di Venezia, come nel 2000 con la stessa Luna Rossa che ha appena ripetuto l’impresa: l’Italia va per la terza volta in finale di America’s Cup, il torneo più antico e prestigioso della vela, la Formula 1 del mare. Quasi 30 anni fa l’impresa fu compiuta a San Diego, in California, quando al timone dell’imbarcazione finanziata dalla Montedison di Raul Gardini c’era il grande Paul Cayard: nella finalissima arriverò poi la sconfitta contro i defender, i padroni di casa di America Cube. Stessa sorte purtroppo 18 anni dopo, stavolta nella Baia di Hauraki in Nuova Zelanda, quando Luna Rossa fu travolta 5-0 da Team New Zeland. Oggi, di nuovo nel golfo intorno ad Auckland, Luna Rossa ci proverà per la seconda volta, 21 anni dopo la prima: stavolta il team sembra più forte, è sponsorizzato non più solo da Prada ma anche da Pirelli, e la ciurma è capitanata da un fuoriclasse, lo skypper australiano James Spithill.

Ma i favoriti, nella finalissima che si disputerà tra il 6 e il 20 marzo, sono sempre loro, i padroni di casa della Nuova Zelanda, i detentori di un titolo che hanno faticosamente riconquistato solo nel 2017, contro gli americani di Oracle, dopo aver ceduto lo scettro nel 2003 contro gli svizzeri di Alinghi. A cavallo tra gli anni ’90 e 2000 il team neozelandese ha vinto due edizioni consecutive, conservando il trofeo per 8 anni, poi ci furono due edizioni vinte da Alinghi e due dal team Usa, che resta di gran lunga in vetta al palmares, con 30 vittorie su 35 edizioni, considerando gli yacht club di New York, di San Diego e di San Francisco. Luna Rossa Pirelli Prada arriva alla finalissima dopo aver conquistato stanotte la Prada Cup, il trofeo degli sfidanti, stravincendo la sfida contro i pur competitivi inglesi di Ineos. La gara, al meglio delle 13 regate, è finita 7-1 per gli italiani: un dominio che sarà difficile ripetere in finale, ma inizia un nuovo sogno azzurro.

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