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Agroalimentare: l’Umbria combatte il virus con finanziamenti e blockchain

Legumi Foto di yilmazfatih da Pixabay

La blockchain come soluzione avanzata per garantire tracciabilità, autenticità e qualità dei prodotti. La Regione “cuore verde” dell’Italia affronta la ripresa post Covid puntando sulle nuove tecnologie. Se la pandemia ha messo in crisi dappertutto intere filiere dell’agroalimentare, questo non vuol dire che non si sappiano trovare risorse e metodologie per restare sui mercati. La strada vincente è quella della sostenibilità e di colture senza fitofarmaci. Il governo nel decreto Rilancio ha stanziato 1 miliardo e 150 milioni per agriturismi, enologia, florovivaismo. In Umbria all’agricoltura sono appena stati concessi 50 milioni di euro dalla Regione.

Tre imprese note del territorio – Molitoria Umbra, Agribosco e I Potti de Fratini- a cavallo di questi sostegni economici, si sono unite al Gruppo Grigi per usare la blockchain come strumento di marketing. Hanno scelto l’applicazione informatica più avanzata degli ultimi anni per dare vita a un cluster regionale. Un modello sulla via dell’economia sostenibile, replicabile anche fuori dall’Umbria. Vedremo quanto sarà apprezzata.

 Le quattroaziende hannoscelto IBM Food Trust, capace di connettere l’ecosistema di produttori, fornitori, rivenditori lungo tutta la filiera alimentare. L’ambizione industriale sta nel creare un sistema più intelligente, sicuro e documentato. Farina, cereali, olio d’oliva vengono tracciati e controllati per andare sui mercati e sulle tavole in maniera trasparente.

La sperimentazione è degna di nota perché le aziende si sono impegnate a utilizzare soltanto materie prime locali di altissima qualità. Ma qual è il loro background? Hanno le caratteristiche per vincere? Il Gruppo Grigi si presenta come leader nel settore zootecnico e alimentare; Molitoria Umbra, macina grano duro per ottenere semole per pasta e panificazione; Agribosco produce cereali, legumi e farine, I Potti de Fratini è un rinomato frantoio. La tecnologia IBM Food Trust si presenta, a sua volta, con l’eccellenza della tecnologia blockchain per esplorare nuove strade in un settore falcidiato dal coronavirus. Tutti insieme all’avvio possono avere successo anche se bisogna vedere la risposta del pubblico.

Le aziende riunite presenti sia nel mercato italiano sia in quello estero, ora consentono a chi si connette l’accesso ai loro cataloghi. La IBM assieme a due partner locali mette a disposizione i processi di produzione agricola per far conoscere la storia dei prodotti e le caratteristiche intrinseche.

Grandi catene di distribuzione come Carrefour sono state contattate per rendere più efficiente e veloce la strategia di marketing in una specie di partnership con le aziende promotrici. La blockchain applicata garantisce la freschezza degli alimenti, i tempi di stoccaggio, la serietà degli operatori.

Uno studio dell’IBM sulle tendenze dei consumatori a livello globale, ha stabilito che sempre più famiglie scelgono prodotti tracciati per la propria spesa. Il 71% degli intervistati dice di essere pronta a pagare un sovrapprezzo alle aziende che offrono completa trasparenza e tracciabilità di ciò che vendono. La trasparenza, ovviamente, deve includere tutta manodopera “visibile”, per citare la Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova. Guai se così non fosse.

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