Dal 1° gennaio 2026 Aeroitalia dovrà abbandonare nome, logo, livrea e persino il dominio web. Lo ha stabilito il Tribunale civile di Roma accogliendo il ricorso di Ita Airways, secondo cui l’identità visiva della compagnia fondata nel 2021 richiama in modo eccessivo l’ex Alitalia.
Il provvedimento è netto. Sarà vietato utilizzare il marchio “Aeroitalia”, la “A” tricolore stilizzata e il sito aeroitalia.com in tutta l’Unione Europea. Per ogni giorno di ritardo nell’applicazione scatterà una sanzione di 1.000 euro.
Secondo i giudici la somiglianza tra i due marchi poteva trarre in inganno i viaggiatori, inducendoli a credere che Aeroitalia fosse la naturale erede di Alitalia. Una percezione ritenuta ingannevole, che ha spinto il tribunale a intervenire con urgenza.
L’ombra lunga di Alitalia
La vicenda parte dal 2021, quando Ita acquista il marchio Alitalia per 90 milioni di euro con l’obiettivo di preservarne il valore ed evitare appropriazioni indebite. Un investimento che la compagnia, oggi controllata al 41% da Lufthansa e per il resto dal Tesoro, ha difeso con grande impegno. Tra il 2023 e il 2025 ha speso oltre 1,1 milioni in parcelle legali e consulenze.
Nel 2022 prende il volo Aeroitalia. Nome, logo e livrea bianca con tricolore richiamano fin troppo da vicino l’ex compagnia di bandiera. Da lì due cause: una cautelare, chiusa l’8 maggio 2025 con la vittoria di Ita, e una di merito che avrà sentenza soltanto tra due anni.
La mossa di Aeroitalia
L’amministratore delegato Gaetano Intrieri ha tentato invano un accordo con Ita, coinvolgendo anche il governo Meloni. Alla fine la compagnia ha dovuto accettare la strada del rebranding forzato.
Il nuovo nome, già scelto ma non ancora annunciato, sarà introdotto gradualmente. Per alcuni mesi comparirà insieme alla dicitura “Operated by Aeroitalia” su aerei, check-in e sito ufficiale, così da accompagnare i passeggeri nella transizione.
Intrieri però non si arrende. “Se la causa di merito ci darà ragione – avverte – torneremo al marchio originario e chiederemo a Ita un risarcimento da 900 milioni di euro“.
La flotta decolla, il marchio resta a terra (per ora?)
Per l’operatività non cambierà nulla nell’immediato. Aeroitalia continuerà a servire le principali rotte nazionali e charter con base a Roma, Cagliari, Olbia, Catania e Palermo, oltre ai collegamenti internazionali.
Resta però un clima di incertezza. Da un lato c’è la necessità di riprogettare marchio, flotta e comunicazione. Dall’altro la lunga attesa per la sentenza definitiva, che potrebbe ribaltare completamente la vicenda.
Il cielo italiano rimane turbolento. Per Aeroitalia il rebranding rappresenta una resa temporanea. La vera sfida, quella dei 900 milioni di risarcimento, deve ancora cominciare.