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Addio a Sergio Lepri, storico direttore dell’Ansa e maestro di giornalismo

Imagoconomica

All’età di 102 anni è morto Sergio Lepri, storico direttore dell’Ansa e maestro del giornalismo italiano. 

Lepri nacque a Firenze nel 1919, dove si laureò in filosofia nel 1940 con una tesi sull’estetica di Benedetto Croce. Iniziò la sua carriera giornalistica ne ‘L’opinione’, giornale clandestino del Partito liberale, a cui aveva aderito dopo l’ingresso nella Resistenza. Ne diventò direttore nel ‘43. “Fare un giornale e distribuirlo a quei tempi significava rischiare la vita”, raccontava Lepri, ricordando gli anni della Resistenza come “un periodo formativo per una parte della mia generazione”. 

Successivamente passò alla ‘Nazione del Popolo’, organo del Comitato toscano di liberazione nazionale, e al ‘Giornale del Mattino’ diretto da Ettore Bernabei, per poi diventare, nel 1957, portavoce di Amintore Fanfani, segretario nazionale della Democrazia Cristiana, e nel 1958-59 Capo del Servizio stampa della presidenza del consiglio con Fanfani presidente.

Tre anni dopo l’approdo all’Ansa, che diresse dal 1961 al 1990. Sotto la sua guida, l’agenzia di stampa crebbe anno dopo anno, diventando negli anni ‘70 la quarta al mondo dietro colossi come Ap, Afp e Reuters. Alla sua esperienza e alla sua mente visionaria si deve anche il primo archivio digitale delle notizie in Europa. “Erano gli anni Settanta – spiegò – e quel milione di notizie si accumulavano come carta negli scaffali: ora tutto sta su un telefonino. Nel giro di qualche decennio è cambiato tutto. L’Ansa fu la prima agenzia ad avere un archivio elettronico”. ”È cambiata l’informazione – disse Lepri in occasione dei suoi 100 anni – perché sono cambiati gli strumenti. Le nuove tecnologie sono state un grande modo per migliorare l’informazione”. 

Come ricorda l’attuale direttore dell’Ansa, Luigi Contu, la prima cosa che Lepri chiedeva ai giornalisti al momento della loro assunzione era la difesa del pluralismo e dell’obiettività: ”Non voglio capire per chi voti da quello che scrivi”, diceva. ”Il privilegio di un serio giornalismo è quello di non schierarsi. Io sono arrivato al giornalismo alla fine della guerra. Giovani come me decisero di fare il giornalista perché era uno strumento per arricchire il patrimonio informativo di tutti. Strumento di conoscenza, di democrazia e libertà, come servizio”, sosteneva Lepri. 

Era un maestro del giornalismo e, come tale, si mise a disposizione delle nuove leve, insegnando dal 1988 al 2004 “linguaggio dell’informazione” alla Scuola superiore di giornalismo della Luiss Guido Carli. Nel 2019, in occasione dei suoi 100 anni, ricevette una medaglia-ricordo del Consiglio Nazionale dell’’Ordine dei Giornalisti con la dicitura ‘Al maestro del giornalismo’. 

“Con Sergio Lepri scompare un prestigioso direttore, maestro di professionalità e deontologia per generazioni di giornalisti, e un testimone attento e partecipe di lunghe e decisive fasi della storia italiana”, ha commentato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

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