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ACCADDE OGGI – Leggi razziali: nel 1938 il Fascismo vara i “Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri”

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Il 7 settembre del 1938 veniva promulgato in Italia il Regio decreto legislativo numero 1.381, contenente “Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri”. Non fu mai convertito in legge, ma le sue disposizioni furono riprese e approvate in via definitiva con un testo successivo (Rdl numero 1.728 del 17 novembre 1938).

Il decreto che oggi compie 84 anni era composto da 5 articoli e stabiliva le seguenti aberrazioni:

  1. agli ebrei stranieri è vietato “fissare stabile dimore nel Regno, in Libia e nei Possedimenti dell’Egeo”;
  2. è da considerarsi ebreo “colui che è nato da genitori entrambi di razza ebraica, anche se egli professi religione diversa da quella ebraica”;
  3. le concessioni di cittadinanza italiana “comunque fatte a stranieri ebrei posteriormente al primo gennaio 1919 s’intendono ad ogni effetto revocate”;
  4. agli stranieri ebrei entrati in Italia dopo il primo gennaio 1919 viene fatto obbligo di lasciare il Paese “entro sei mesi dalla data di pubblicazione” del decreto;
  5. Le controversie “che potessero sorgere nell’applicazione del presente decreto-legge saranno risolte, caso per caso, con decreto del Ministro per l’interno”, ovvero da Benito Mussolini, “emesso di concerto con i Ministri eventualmente interessati”.

Il corpus delle leggi razziali

Il decreto del 7 settembre del 1938 fu una delle prime leggi razziali del Fascismo italiano, che in questo campo varò poco meno di 40 provvedimenti fra il luglio del 1938 e il febbraio del 1945. Solo due giorni prima del testo di cui oggi ricorre l’anniversario erano arrivati altri tre Regi decreti legislativi, i numeri 1.390, 1.531 e 1.539: il primo “per la difesa della razza nella scuola fascista”, il secondo per la “Trasformazione dell’Ufficio centrale demografico in Direzione generale per la demografia e la razza”, il terzo per istituire, presso il ministero dell’Interno, il “Consiglio superiore per la demografia e la razza”.

Il Manifesto del razzismo fascista

Tutti questi provvedimenti erano stati preceduti da un comunicato intitolato “Il Fascismo e il problema della razza”, emanato dalla segreteria politica del Partito nazionale Fascista il 25 luglio 1938 e già pubblicato nove giorni prima in forma anonima sul Giornale d’Italia. Scritto dal giovane antropologo Guido Landra su ordine di Mussolini e noto anche come “Manifesto degli scienziati razzisti” (fu firmato in tutto da 10 studiosi), il testo rappresentò una sorta di decalogo del razzismo fascista. Al suo interno si leggono frasi come “la popolazione dell’Italia attuale è nella maggioranza di origine ariana e la sua civiltà ariana”, “esiste ormai una pura razza italiana” e “gli ebrei non appartengono alla razza italiana”.

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Tags: ACCADDE OGGI