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Zelensky in Italia incontra Papa Francesco (“Prego per la pace”), Mattarella e Meloni

Imagoeconomica

La visita di Zelensky a Roma è la prima tappa di un giro delle principali capitali europee in programma nei prossimi giorni. Accolto a Ciampino dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il presidente ucraino si è spostato verso il Quirinale, dove ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poi a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni e, infine, in Vaticano con Papa Francesco, l’incontro più atteso della visita di Zelensky in una Roma blindata con no fly zone e tiratori scelti. Il capo della resistenza ucraina concluderà la sua giornata romana con un’intervista in diretta tv alla trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa prima di volare in Germania.

Ed è proprio il faccia a faccia con il Papa, il secondo dopo l’udienza del 2020 ma il primo dallo scoppio del conflitto in Ucraina, l’incontro più rilevante della giornata. Anche se non deve creare troppe illusioni. Né sulla possibilità di far “tacere” le armi nell’Ucraina devastata da oltre un anno di guerra né aprire la strada a una trattativa con il presidente russo. Non esiste ancora un piano di pace vaticano, ma il pontefice vuole ottenere da Zelensky la disponibilità di un cessate il fuoco per iniziare a impostare trattative di pace, mentre il leader ucraino si è recato a Palazzo Chigi per chiedere ulteriore sostegno militare in concomitanza con la più volte annunciata controffensiva di Kiev. Infatti, la visita di Zelensky a Roma giunge in un momento potenzialmente cruciale della guerra contro la Russia, mentre le forze ucraine avanzano nei pressi della città chiave orientale di Bakhmut.

Zelensky in Vaticano incontra il Papa: “Prego per la pace”

Il pontefice ha accolto sorridente il presidente ucraino nell’Aula Paolo VI. “La ringrazio per questa visita”, ha detto il Papa stringendo la mano a Zelensky. Il presidente ucraino ha risposto: “È un grande onore”.

La sala stampa della Santa Sede ha riferito in grandi linee i temi del colloquio, durato circa 40 minuti. “Sono riferibili alla situazione umanitaria e politica dell’Ucraina provocata dalla guerra in corso. Il Papa – ha riferito il portavoce vaticano Matteo Bruni – ha assicurato la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall’invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno. Entrambi hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione. Il Papa ha sottolineato in particolare la necessità urgente di ’gesti di umanità’ nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto”.

“Ho chiesto di condannare i crimini russi in Ucraina – ha scritto su Telegram il presidente Zelensky al termine dell’incontro con il Papa –. Perché non può esserci uguaglianza tra la vittima e l’aggressore. Ho anche parlato della nostra formula di pace come dell’unica formula efficace per raggiungere una pace giusta. Si è offerto di unirsi alla sua attuazione”.

Al termine del colloquio c’è stato un reciproco scambio di doni: il Papa ha regalato a Zelensky una piccola scultura di rame che raffigura rami di ulivo (simbolo di pace) mentre il presidente ucraino ha ricambiato con una icona della Madonna dipinta su alcuni resti di giubotti antiproiettile e un quadro intitolato “Perdita”, sull’uccisione dei bambini durante il conflitto.

Il pontefice si è sempre mostrato solidale con le sofferenze della popolazione ucraina, sostenendo il diritto di Kiev alla sovranità e all’indipendenza. Ma allo stesso tempo Bergoglio non ha mai chiuso alla Russia (lui stesso ha sempre posto la condizione di recarsi nella capitale ucraina solo se andrà a Mosca: “Andrò in entrambi i posti o in nessuno dei due”). L’obiettivo è sempre lo stesso: l’abbandono delle armi e l’avvio di un negoziato di pace. Ma la strada per arrivarci è sempre più in salita. Ora ha perso anche l’ultimo interlocutore col Cremlino, l’ambasciatore Aleksandr Avdeev grazie al quale è riuscito a mediare, in questi mesi, e che ora, dopo 10 anni nella sede diplomatica presso la Santa Sede, ha concluso il suo mandato.

Mattarella a Zelensky: “Siamo al vostro fianco”

“Per l’Italia è un onore averla qui a Roma. Sono lieto di incontrarla nuovamente dopo il nostro incontro di oltre tre anni addietro, anche se la condizione che voi state affrontando è ben diversa. Noi siamo pienamente al vostro fianco, benvenuto presidente”. Ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella accogliendo il leader ucraino e riconfermando il pieno sostegno dell’Italia a Kiev.

Tra gli altri argomenti al centro della conversazione, secondo quanto trapela dal Quirinale, ci sono stati l’efficacia delle sanzioni economiche alla Russia, la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la lotta alle fake news, i bombardamenti delle strutture civili e il rapimento dei bambini ucraini (in cui Mattarella non avrebbe nascosto la sua indignazione definendola “una pratica straziante e ignobile”), la ricostruzione “sul breve e lungo termine”, i crimini di guerra e, ultimo, l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea. “L’Italia punta ora ad aiutare l’Ucraina per il raggiungimento dei parametri”, ha detto il Capo dello Stato italiano.

Meloni a Zelensky: “L’Italia assicurerà aiuti militari a Kiev fino a una pace giusta”

Dopo l’incontro con Mattarella, Zelensky si è recato a Palazzo Chigi dal capo del governo italiano, Giorgia Meloni. L’incontro, durato un’ora e 10 minuti, è stato l’occasione per ribadire il “pieno sostegno dell’Italia all’Ucraina a 360 gradi. E lo farà per tutto il tempo necessario”, ha detto la premier in conferenza stampa al termine di un “un lungo importante proficuo incontro”. “Continueremo a fornire sostegno, anche militare, perché l’Ucraina possa arrivare ai negoziati con una posizione solida. “Assicuriamo sostegno alla pace purché sia una pace giusta. Non si può arrivare a una resa, sarebbe ingiusto e pericoloso”.

Ma “alla pace si arriverà solo se e quando la Russia cesserà le ostilità”, ha proseguito Meloni. Poi l’appello a Mosca di “fermare l’aggressione e a ritirare le truppe”. “Siamo favorevoli – ha aggiunto – ad una soluzione diplomatica del conflitto. Sosteniamo la formula di pace in 10 punti del presidente Zelensky. E riconosciamo le legittime aspirazione europee dell’Ucraina, avamposto della sicurezza dell’intero continente europeo”.

“La verità è che l’Ucraina è vittima di aggressione e che difendendo la propria integrità e identità, allontana la guerra dal resto dell’Europa. Quello che gli ucraini lo stanno facendo, lo stanno facendo anche per noi”.

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