Spirali di pace. Volodymyr Zelensky rompe gli indugi e rilancia. Il presidente ucraino accetta la proposta avanzata da Vladimir Putin: sarà presente a Istanbul il 15 maggio per avviare negoziati diretti con Mosca. Ma pone una condizione imprescindibile: un cessate il fuoco immediato e duraturo.
È una svolta potenzialmente decisiva, che potrebbe – forse per la prima volta da mesi – riaprire davvero lo spazio per un confronto diplomatico tra Ucraina e Russia. Un segnale evidente della crescente stanchezza, da entrambe le parti, verso una guerra che si trascina ormai da oltre tre anni.
Kiev torna così al centro della scena negoziale, mentre la Turchia di Recep Tayyip Erdogan si prepara a riprendere il ruolo di mediatore, come già avvenuto nei primi colloqui ospitati a Istanbul nel 2022.
La linea di Kiev: tregua subito, poi la diplomazia
La posizione di Zelensky resta ancorata al principio condiviso con i Paesi dei “Volenterosi” – Francia, Germania, Regno Unito e Polonia – che nei giorni scorsi hanno ribadito da Kiev la necessità di una tregua prima di ogni trattativa ma ha risposto positivo all’invito del presidente americano Donald Trump, che aveva esortato gli ucraini a “vedere le carte” della Russia.
“È un segnale positivo che i russi abbiano finalmente iniziato a considerare la fine della guerra. Ma non ha senso continuare a massacrare anche solo per un giorno. Ci aspettiamo che la Russia confermi un cessate il fuoco completo, duraturo e affidabile, a partire da domani, 12 maggio”, ha detto Zelensky.
La richiesta è chiara: il disarmo immediato come precondizione per evitare che il negoziato si trasformi in propaganda.
Trump spinge per l’incontro: “Un’opportunità da cogliere”
Il presidente americano Donald Trump ha commentato con entusiasmo la disponibilità ucraina: “Il presidente Putin non vuole un cessate il fuoco, ma vuole incontrarsi giovedì in Turchia per negoziare la fine di questo bagno di sangue. L’Ucraina dovrebbe accettare immediatamente”. Il 15 maggio, potrebbe diventare “una giornata potenzialmente grandiosa per la Russia e per l’Ucraina”. “Pensate alle centinaia di migliaia di vite che saranno salvate” – ha spiegato il presidente – “Sarà un mondo completamente nuovo. Continuerò a lavorare con entrambe le parti per assicurarmi che ciò accada”.
Ma l’ottimismo del presidente è temperato dal realismo del suo inviato speciale per l’Ucraina, Keith Kellogg, che ha ribadito la linea di Washington: “Prima un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni, poi si discute di pace. Non il contrario”.
Anche il Segretario di Stato Marco Rubio, in una conversazione con il ministro degli Esteri britannico David Lammy, ha sottolineato che la “massima priorità” degli Stati Uniti è “la fine dei combattimenti e un cessate il fuoco immediato”.
Erdogan rilancia la mediazione turca
Sul tavolo della diplomazia torna così anche la Turchia, che già aveva ospitato i primi colloqui tra Mosca e Kiev nel 2022. Recep Tayyip Erdogan, che ha discusso la proposta con entrambi i leader, ha definito il momento “un punto di svolta storico” e ha confermato la disponibilità di Ankara a ospitare i negoziati del 15 maggio.
La pressione diplomatica cresce e Zelensky sembra pronto a cogliere l’occasione, ma senza abbandonare il principio fondamentale che guida la strategia di Kiev: la pace non può essere negoziata sotto le bombe.
L’Ucraina è pronta, ma chiede garanzie. Resta da vedere se Putin vorrà cogliere l’occasione o trasformare l’incontro in un nuovo gioco tattico. Come ha scritto Zelensky: “Spero che questa volta i russi non cerchino scuse”.