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Vodafone infiamma le tlc e i mercati con la cessione record. Stamani Piazza Affari parte in quarta

Manca all’appello oggi la Borsa più importante, Wall Street, ferma per festività. Ma non mancano, al contrario, i temi caldi alla ripresa d’autunno dopo l’estate più serena sul Mediterraneo dall’inizio della grande crisi.

Primo fra tutti l’affare del secolo: oggi i board di Verizon e Vodafone annunceranno la cessione al gruppo Usa del 49% di Verizon Wireless, deal che farà entrare nelle casse del gruppo inglese 130 miliardi di dollari (meno le tasse, comunque contenute sotto i 10 miliardi).

Molte le possibili implicazioni dell’operazione che, secondo il Financial Times, per il Regno Unito vale quanto un Quantitative Esing, vista la pioggia di liquidità che potrebbe mettere in moto. Per l’Italia, oltre al passaggio nelle mani di Vittorio Colao anche del 23% di Vodafone Italia finora detenuto da Verizon, l’accordo può accelerare il risiko del settore.

Sotto i riflettori Telecom Italia: +9,4% venerdì alla vigilia di un mese decisivo, in cui Mediobanca e Generali daranno la disdetta dal patto di sindacato Telco. Il titolo è stato sostenuto dalla promozione di Bernstein: il broker americano ha alzato il giudizio a outperform con target price a 1 euro.

IL TORO RIPARTE DALLA CINA

Note positive arrivano dall’Oriente. I listini asiatici, preso atto che l’attacco alla Siria slitta quantomeno di una settimana, sono in dialzo,a apartire da Tokyo +1,7%. Rallenta anche il petrolio (wti a quota 112 dollari il barile) e l’oro, a quota 1392.

Buone nuove, in particolare, dalla Cina. L’indice Pmi, che misura gli acquisti dei manaegr d’impresa, chiude in rialzo a quota 51, ai massimi da 16 mesi. La rilevazione di Hsbc, ritenuta più affidabile delle fonti ufficiali, è più cauta: solo 50,1, comunque sopra il confine tra recessione e crescita. 

In Europa l’attenzione sarà concentrata oggi su dati macro rilevanti: l’indice Pmi dei Paesi dell’eurozona. e le vendite auto di agosto.

Novità rilevante oggi in Piazza Affari. L’Italia, prima al mondo, da oggi applica una tassa sulle transazioni high-frequency trading: ogni ordine di acquisto o di vendita (anche le proposte ritirate o non andate a buon fine) saranno oggetto di un prelievo pari allo 0,02% quando avranno una durata inferiore al mezzo secondo.

La novità potrà avere effetti rilevante sul volume delle transazioni e sulla liquidità del mercato, oltre ad accelerare l’esodo di alcuni operatori dal listino. Ma si qualifica come un test di grande importanza per tutte le piazze finanziarie. Dopo il black out del Nasdaq e gli infortuni di Goldman Sachs e Everbright è cresciuta la necessità di metter ordine nella finanza superveloce, che ha ormai snaturato il concetto stesso di rischio.

Milano svolgerà la funzione di mercato cavia. 

FED, DRAGHI E SIRIA… IL TRIS DELLA RIPRESA

Densa, come da tradizione, l’agenda della settimana del rientro. Nell’ordine:

EUROPA

a) Grande attenzione per il vertice della Bce di giovedì 5 settembre. Mario Draghi dovrà confermare la guidance sui tassi bassi dopo i forti segnali di ripresa della fiducia e del Pil dell’eurozona. Draghi, al pari dl ollega Mark Carney della Bank of England, dovrà trovare le parole giuste per scoraggiare l’aumento dei tassi di mercato, che si è già manifestato nell’Europa “core” e negli Stati Uniti.

b) L’evento clou del mese saranno le elezioni tedesche del 22 settembre, passaggio obbligato prima di affrontare i problemi vecchi e nuovi dell’Eurozona, tra cui spicca la necessità di rifinanziare il debito greco.

c) Entra nel vivo, infine, la partita dell’unione bancaria, preceduta dagli stress test della Bce che si annunciano più severi di quelli passati.

AMERICA

a) D’obbligo cominciare con lo scacchiere siriano. I tempi per l’eventuale attacco Usa si allungano, resta l’incognita dei prezzi petroliferi.

b) Barack Obama non ha sul tavolo solo il dossier Damasco. A breve, forse già in settimana, uscirà il nome del successore di Ben Bernanke, come auspicano in molti, preoccupati per l’incertezza sul futuro della banca centrale alla vigilia dell’operazione di frenata del QE, dopo tre anni e mezzo di politica espansiva. In lizza ci sono Lawrence Summers (il preferito dal presidente) e Janet Yellen, la vice di Bernanke, spinta da un ampio fronte, da chi diffida della vicinanza di Summers alle grandi banche alla lobby rosa, che preme per un banchiere centrale donna.

c) Sulla scelta se dare via o meno al tapering, cioè il taglio degli acquisti sul mercato della Fed, peserà il dato dell’occupazione di agosto in uscita a fine settimana. La previsione più accreditata è che il prossimo vertice del Fomc, in programma il 18-19 prossimo, opti per una riduzione degli acquisti tra 10-15 miliardi.

d) E’ probabile, come anticipano fonti canadesi, che prima si tenga un vertice informale del G20 per valutare l’impatto del tapering sulle economie emergenti.

AGOSTO, LA RISCOSSA DEI “POVERI”

E’ stato l’agosto della rivincita. Al top figura la Borsa di Atene -1,7%, seguita, a pari merito, da Milano e da Lisbona, entrambe +1,2%. Al contrario, l’S&P 500 ha accusato una perdita del 3,13%.

In calo anche il Dax di Francoforte ai minimi da sette settimane al pari dello Stoxx Europe 600 -0,9% ai minimi dal 17 luglio, dopo il brusco ribasso dell’ultima settimana (-2,4%).

In lieve ripresa nel finale anche i mercati emergenti, Brasile ed Indonesia in testa. Ma in agosto si è accentuata la discesa delle valute come la rupia indiana, il real brasiliano e la lira turca, discesa iniziata all’incirca a maggio alle prime avvisaglie del cambio di rotta della politica della Fed. 

La fuga dei capitali ha indotto la banca centrale del Brasile ad aumentare i tassi e il governo indiano ha adottato misure per frenare l’uscita di capitali. Il tutto non ha fatto bene alle Borse locali. Nel mese di agosto l’indice BSE500 della Borsa di Mumbai è sceso del 4,4%, a cui si aggiunge una svalutazione dell’8,8% della rupia nei confronti del dollaro.

Sul fronte dei titoli di Stato, agosto ha visto l’impennata dei rendimenti del T bond Usa, giunto a sfiorare anche il 3% e del Bund decennale tedesco: il future sul Bund è sceso in un mese dell’1,2% e il rendimento è salito in alcune sedute oltre 1,90%.

In questa cornice, il rendimento dei Btp è rimasto stabile attorno al 4,40%, ma il movimento del Bund ha guidato lo spread in discesa a quota 253, da 270 di fine luglio. L’instabilità politica ha però prodotto due conseguenze: il restringimento della forbice con i Bonos spagnoli, arrivati in settimana a due soli punti dai Btp decennali; la pressione sui Btp biennali, trattati al 2%, il valore massimo tra i Paesi dell’area Ocse.

SOTTO I RIFLETTORI A MILANO

Attesa per l’andamento delle vendite di Fiat -3% ad agosto in Europa, dopo le anticipazioni non brillanti in arrivo dal Brasile, il primo mercato del gruppo torinese: ad agosto le vendite di auto nuove in Brasile in agosto, fino al giorno 29, mostrano un calo del 17% rispetto al record storico di un anno prima a circa 308.000 di unità. In compenso i dati Usa, che saranno comunicato il 4 settembre, dovrebbero confermare il superamento della soglia dei 16 milioni di auto vendite in un mese, record dal 2007. 

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Anche per Pirelli (-2,8%) sarà rilevante il dato sul mercato brasiliano. Attesa anche per i titoli petroliferi dopo il calo di venerdì (Stoxx del settore -1,1%). Eni ha perduto l’1,5 %. in linea con la discesa delle quotazioni del greggio. Sul fronte bancario, oggi la Fondazione Mps dovrebbe sancire la nomina a presidente di Antonella Mansi, vicepresidente di Confindustria, in sostituzione di Gabriello Mancini.

Categories: Finanza e Mercati