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Venezia 82: solo Leone d’argento per la voce di Gaza. Il Patriarca Pizzaballa chiude la mostra del cinema

Leone Biennale di Venezia

Non sono bastati i 25 minuti di commossa standing ovation tributati al film della tunisina Kaouther Ben Hania “The voice of Hind Raajb” per convincere la Giuria di Venezia 82 che non poteva che essere quello – e quello soltanto – il Leone d’oro di quest’anno. Sarebbe stato un messaggio preciso, inequivocabile al Governo di Israele e una denuncia sulle responsabilità di quanto sta avvenendo ormai da due anni a Gaza.

Il Leone d’argento e gran premio della Giuria rappresenta infatti una ben magra consolazione che dimostra una volta di più come ormai la Mostra (il presidente della Biennale Buttafuoco insiste nel chiamarla Mostra e non Festival) avrebbe abdicato al suo ruolo storico di interpretare nel bene e nel male i drammi della contemporaneità e resti schiacciata dalle logiche mercatiste delle major.

La sorpresa di Jarmusch

Il Leone d’oro è andato a sorpresa al film “Father, mother, sister, brother” di Jim Jarmusch con Charlotte Rampling e Cate Blanchett che indaga i rapporti tra genitori e figli. Jarmusch è salito sul palco della sala grande esordendo con un “shit”, cavolo. Non se l’aspettava proprio ma ha tenuto a precisare che “si può parlare di politica anche senza fare film politici”. Anche Jarmusch, come tanti suoi colleghi, indossava la spilla con la scritta “Enough” contro il genocidio in atto a Gaza.

La voce di Hind Rajab

Parole commosse poco prima della tunisina Kaouther ben Hania: “Vorrei dedicare questo premio – ha detto la regista – alla Mezzaluna palestinese e a coloro i quali rischiano di tutto per salvare le vite a Gaza, loro sono i veri eroi e la voce di Gaza. Stanno cercando di ascoltare le grida di tutte le persone alle quali nessuno dà una risposta. La voce di Hind Rajab continuerà a risuonare fino a quando qualcuno non si assumerà la responsabilità di quello che sta succedendo”. Il film racconta la vera storia della bambina palestinese Hind Rajab, uccisa il 29 gennaio 2024. I volontari della Mezzaluna Rossa avevano ricevuto una chiamata di emergenza. Una bambina di sei anni intrappolata in un’auto sotto attacco a Gaza, e implora di essere salvata.

Mentre cercavano di tenerla al telefono facevano tutto il possibile per farle arrivare un’ambulanza. “Crediamo tutti nel potere del cinema – prosegue ben Hania – ed è quello che ci ha portati qui alla Mostra del Cinema di Venezia ed è quello che ci dà coraggio per raccontare storie che altrimenti rimarrebbero sepolte. Il cinema non riporterà indietro Hind e non può neanche oscurare le atrocità che sono state commesse, ma il cinema può conservare la sua voce e la sua storia, che è tragicamente anche quella di un intero popolo, che sta subendo un genocidio inflitto dal regime israeliano che agisce con impunità” La madre e il fratellino di Hind “si trovano ancora a Gaza e le loro vite sono ancora in pericolo così come quelle di tante madri, padri e bambini che ogni giorno si svegliano sotto lo stesso cielo pieno di bombardamenti e paura. La loro sopravvivenza non è carità, ma una questione di giustizia e di umanità. E il mondo questo glielo deve”.

Cinema, fede e solidarietà: la Mostra si chiude con Pizzaballa

“L’angelo della storia era seduto qui in questa sala grande della mostra – ha detto il presidente Buttafuoco alla fine della cerimonia – ci ha mostrato lo spirito degli abissi così come la speranza, il rifugio nella preghiera”. Poi un colpo a sorpresa. L’ultima parola di Venezia ’82 viene data al patriarca cattolico di terra Santa Pierbattista Pizzaballa che chiede l’aiuto di tutti anche del mondo del cinema.

Parole di solidarietà da tutti coloro che si sono avvicendati sul palco per ritirare i premi della giuria a cominciare da Toni Servillo, vincitore della Coppa Volpi maschile per il ruolo del presidente della Repubblica nel film “La grazia di Paolo Sorrentino. L’attore ha ricordato la Global Sumud Flotilla, che sta per raggiungere la Palestina in queste ore.

Già il 24 agosto attori ed autori presenti alla Mostra avevano sottoscritto un documento sul massacro in corso a Gaza. Con 1.500 firme avevano chiesto l’esclusione dal festival dei colleghi (due in particolare, gli israeliani Gal Gadot e Gerard Butler, protagonisti del film “In the hand of Dante”) apertamente schierati a favore della condotta di Israele che poi hanno deciso di disertare la Mostra.

Voci di chiesa e di piazza

Anche nella cerimonia di preapertura il 26 agosto Buttafuoco aveva dato la parola al parroco di Marghera, Nandino Capovilla espulso dalla autorità israeliane durante suo ultimo viaggio in Terra Santa. Prima di dare il microfono al parroco di Margera Buttafuoco aveva letto un passo delle “Troiane” di Euripide sulla strage di bambini, sottolineando le parole di Euripide: “Che paura vi faceva? Voi, assassini, cosa temevate da lui? Poteva forse risollevare da solo una città distrutta? La tomba di questo bambino sarà un monumento alla vergogna”. 

Ma a pochi passi dalle sale della Mostra l’ambiguità della politica italiana su Gaza regnava sovrana. Mentre le bandiere palestinesi volteggiavano sulle acque della laguna sabato 30 agosto e scaricavano migliaia di manifestanti al Lido carabinieri e polizia identificavano con cura manifestanti e attori come Donatella Finocchiaro e sequestravano le loro bandiere palestinesi. Che paura facevano?

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Categories: Cultura