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Vendola e grillini nell’occhio del ciclone

Scricchiolano i banchi dell’opposizione: Sinistra ecologia e libertà si sveglia con il suo segretario e fondatore imputato nel processo sulle emissioni nocive dell’Ilva, mentre nel Movimento 5 Stelle altri 5 parlamentari se ne vanno.

Il ciclone Ilva porta in tribunale anche il presidente della regione Puglia Nichi Vendola. La procura di Taranto ha chiesto il rinvio a giudizio per il leader di Sel, imputato di concussione in concorso con Girolamo Archinà, ex dirigente dei rapporti istituzionali dell’acciaieria, Fabio Arturo Riva, ex vicepresidente del gruppo Riva, Luigi Capogrosso, ex direttore dello stabilimento siderurgico tarantino e Francesco Perli, legale del gruppo.

Stando alle indagini, nel 2010 il presidente Vendola avrebbe fatto pressioni su Giorgio Assennato, direttore generale dell’Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente, ora imputato di favoreggiamento. Il governatore lo avrebbe minacciato di non confermare il suo incarico alla direzione dell’agenzia al fine di “ammorbidire” la posizione dell’Arpa sulle emissioni nocive dell’Ilva di Taranto. Gli indagati che vanno a processo sono in tutto 53: 50 persone e 3 società.

Problemi, tra i banchi dell’opposizione, anche per il Movimento 5 Stelle. Grillo ha cacciato dal movimento i 5 senatori che avevano rassegnato le dimissioni in segno di protesta contro l’espulsione di 4 colleghi.

“Si sono isolati e non possono continuare ad essere rappresentanti ufficiali nelle istituzioni. Alessandra Bencini, Laura Bignami, Monica Casaletto, Maria Mussini e Maurizio Romani, sono fuori dal M5S”, scrive Grillo sul suo blog.

“I senatori eletti come portavoce del M5S hanno rassegnato le loro dimissioni dal Senato e le hanno presentate ufficialmente al Presidente del Senato Piero Grasso – continua Grillo nel post – Questo gesto non è stato motivato da particolari situazioni personali, familiari o di salute, come solitamente avviene in questi casi, ma come gesto politico in aperto conflitto e contrasto con quanto richiesto dal territorio, stabilito dall’assemblea dei parlamentari del M5S, confermato dai fondatori del M5S e ratificato dagli iscritti certificati in Rete, in merito ai quattro senatori espulsi”. I quattro erano Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista.

Ironici i commenti di chi ha subito la cacciata. “Highlander! Resterete tu e Roberto. Ottima prova di democrazia”, scrive su Twitter Lorenzo Battista. E poi Tommaso Campanella su Facebook: “Licenziati da Beppe Grillo altri cinque di noi. Alla fine avranno difficoltà ad organizzare una briscola”.

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Categories: Politica