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Vaccini e rischi di bolla deprimono le Borse

Photo by Daniel Schludi on Unsplash

Il mondo supera i cento milioni di casi di coronavirus, mentre in Europa imperversa la guerra dei vaccini e si abbassano le previsioni di crescita per il 2021. Il cocktail deprime la propensione al rischio, riportando i listini europei in zona rossa dopo gli acquisti della vigilia. Il finale è migliore dei minimi di giornata, ma in ogni caso in forte calo, influenzato anche dall’andamento negativo di Wall Street, dove l’indice Vix sulla volatilità è ai massimi da tre settimane. C’è attesa per la conferenza stampa di Jerome Powell al termine della prima riunione della Fed dell’era Biden e anche per i risultati di i Apple, Facebook e Tesla, dopo i numeri eccezionali presentati da Microsoft.

Piazza Affari chiude con una perdita dell‘1,47% a 21.662 punti. Alle ultime battute fa ancora peggio Francoforte -1,76%, appesantita dalle stime di crescita 2021. Il governo tedesco ha operato infatti una drastica revisione al ribasso al 3% rispetto alle previsioni di un pil in salita sel 4,4% dello scorso autunno. All’origine del ripensamento ci sono la nuova ondata di contagi e il conseguente lockdown. In Germania si registra inoltre un deterioramento della fiducia dei consumatori a febbraio, con l’indice Gfk che si porta a -15,6 punti, oltre otto punti sotto il livello di gennaio. Si tratta del quarto calo consecutivo.

Nel resto d’Europa: Parigi -1,16%; Londra -1,31%. Madrid cede l‘1,46%, dopo aver annunciato di essere costretta a sospendere la campagna di immunizzazione per un paio di settimane a causa della mancanza di vaccini. Il problema però non è solo spagnolo, visto il braccio di ferro in corso fra la Ue e le case farmaceutiche. Al momento lo scontro è con AstraZeneca, che nei giorni scorsi ha annunciato una riduzione del 60% delle consegne nel primo trimestre 2021 e ora, secondo fonti Ue, le stesse forniture si sarebbero ridotte a un quarto. Non basta a sollevare gli animi il fatto che Sanofi abbia siglato un accordo per produrre il vaccino Pfizer/Biontech, perché il rallentamento nella campagna vaccinale ha delle evidenti ricadute economiche, anche alla luce delle previsioni dell’Fmi, che ha ridimensionato le prospettive di crescita nella Ue anche a causa di questi ritardi.

In questo contesto l’euro s’indebolisce sul dollaro e tratta in calo di mezzo punto percentuale intorno a 1,2, ai minimi da una settimana. Sulla moneta unica si fanno sentire anche le parole del membro del board della Bce Klaas Knot, secondo il quale la Banca centrale europea ha spazio per ridurre il tasso sui depositi qualora fosse necessario a migliorare le condizioni di finanziamento e a raggiungere il target di inflazione, ha gli strumenti inoltre per intervenire sul rafforzamento dell’euro.

Sul mercato dei cambio soffre il rublo russo (ai minimi da otto settimane contro il dollaro), a causa delle persistenti preoccupazioni geopolitiche legate all’arresto del critico del Cremlino Alexei Navalny.

Fra le materie prime è in ripresa il prezzo del petrolio, con il Brent che scambia a 56,18 dollari al barile (+0,48%) e il Wti Crude a 53 dollari (+0,74%). La settimana scorsa le scorte dell’oro nero negli Stati Uniti sono nettamente diminuite, al contrario delle attese.

In Piazza Affari i titoli del settore hanno vissuto una seduta complessivamente positiva. Il listino principale è stato però affossato dalle vendite su Interpump, -6,28%, penalizzata dalla retrocessione di Kepler Cheuvreux che ha tagliato la raccomandazione a “hold” da “buy”.

Dopo i guadagni di ieri chiude in ribasso Unipol -3,78%, che soffre insieme alla controllata Bper -2,96% e alle banche. Intesa -2,59%. 

Unicredit limita i danni allo 0,77% dopo il balzo di ieri, a seguito della notizia che Andrea Orcel, ex capo dell’investment banking di Ubs, sarà nominato nuovo chief executive. La designazione è attesa per oggi, anche se notizie stampa riferiscono che Orcel entrerà formalmente in carica solo ad aprile, lasciando così nell’incertezza per molti mesi l’aspirante sposa Mps (-0,56%).

Le vendite affossano anche Exor -3,74% e Stellantis -3,45%.

Perde Stm -3,12% in attesa dei conti.

La consapevolezza che la convivenza con la pandemia sarà ancora lunga favorisce Diasorin, +5,31%. Fra i titoli legati alla salute sale Amplifon +1,64%.

Si apprezzano gli energetici con Saipem +4,65%, Tenaris +1,73%, Eni +0,22%. Bene le utility con Terna +,01%.

Fuori dal paniere principale Fincantieri +3,32%.

La crisi di governo resta sullo sfondo, mentre il Presidente della Repubblica avvia le consultazioni. Sul secondario lo spread fra decennale italiano e tedesco sale a 120 punti base (+1,85%) e il tasso del Btp resta a +0,61%.

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