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Ups come Amazon: il pacco lo consegna il drone

Ups come Amazon. Il colosso statunitense delle spedizioni segue la via tracciata dal gruppo guidato da Jeff Bezos: i droni sono il futuro delle consegne. Un’idea a cui Amazon sta lavorando da anni, tanto da averla resa protagonista del suo spot andato in onda il mese scorso durante il Superbowl.

Ups, invece, ha annunciato oggi la riuscita del test di un drone che, lanciato dalla sommità di un furgone della compagnia, effettua autonomamente la consegna di un pacco presso un’abitazione e torna al veicolo, mentre il corriere prosegue lungo il percorso per eseguire un’altra consegna. Il test è stato condotto lunedì scorso a Tampa, in Florida, in collaborazione con Workhorse Group, sviluppatore di droni e camion elettrici a batteria con sede in Ohio.

“Questo test si differenzia da tutto ciò che finora abbiamo fatto con i droni. Comporta implicazioni per le future consegne, in particolare in località rurali dove spesso i nostri furgoni devono percorrere chilometri per effettuare una singola consegna”, ha affermato Mark Wallace, senior vice president of global engineering and sustainability di UPS.

“Immaginate – ha proseguito Wallace – un percorso di consegna triangolare con fermate che si trovano a chilometri di distanza dalla strada. L’invio di un drone da un furgone per effettuare anche solo una di queste consegne può tradursi in una riduzione di costosi chilometri percorsi. Si tratta di un grande passo nella direzione del rafforzamento dell’efficienza del nostro network e della riduzione delle emissioni”.

I vantaggi, per la compagnia, sono presto detti: la riduzione di anche un solo chilometro per driver (sono circa 102mila i corrieri Ups) al giorno, nel corso di un anno, può comportare per la società di consegne un risparmio fino a 50 milioni di dollari.

“I driver sono il volto della nostra azienda e questo non cambierà”, ha affermato Wallace. “Ciò che ci interessa è il potenziale aiuto che i droni possono dare agli autisti in vari punti dei loro percorsi, consentendo loro di risparmiare tempo e di soddisfare le crescenti esigenze di servizio al cliente risultanti dalla crescita dell’e-commerce.” . Il drone, sviluppato da Workhorse, ha un autonomia di volo di 30 minuti (ma si ricarica quando è agganciato al camion delle consegne, e può trasportare un pacco che pesa fino a 4,5 kg.

“È fantastico vedere questa tecnologia applicata in modo così pratico”, ha affermato Stephen Burns, fondatore e CEO di Workhorse. “Il drone è completamente autonomo. Non richiede un pilota. Pertanto, mentre il drone è in volo l’autista è libero di effettuare altre consegne”. 
 
Per Ups, dunque, un deciso passo in avanti in una tecnologia che potrebbe rivoluzionare il sistema delle consegne come lo conosciamo. Una strada, come detto, seguita con decisione anche da Amazon, che ha da pochi giorni brevettato un sistema per la consegna attraverso i droni che consente di risparmiare il tempo e l’energia necessari al velivolo per atterrare: sganciare dall’alto la merce, assicurata grazie all’uso di un paracadute.

Se ad esempio il vento manda la merce fuori rotta, rischiando di farla finire su un balcone o contro un albero, il drone invia un messaggio radio al pacco, dandogli il comando di usare il paracadute, l’ipersostentatore o l’aria compressa al fine di atterrare nel punto esatto che è stato previsto per la consegna.
   
Di pochi mesi fa, invece, è la notizia che le Poste francesi hanno iniziato a testare un servizio di consegna tramite droni. Le Groupe La Poste, attraverso la sussidiaria DPGgroup, è il primo servizio di posta nazionale a effettuare una consegna di questo genere. La sperimentazione ha ottenuto l’ok dall’Autorità dell’aviazione civile. Quanto alle Poste Italiane, aldilà di qualche sperimentazione episodica, sembra non muoversi molto sul fronte dei droni.

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