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Upb su nuova Governance Ue: “Applicazione complicata per gli enti territoriali, previsto minor aggiustamento conti”

Imagoeconomica

Dalla nuova governance europea deriveranno un minore aggiustamento dei conti, ma maggiore responsabilità e applicazione più complicata per gli enti territoriali. È questo il giudizio dell’Ufficio parlamentare di bilancio emerso nell’audizione svolta dalla presidente Lilia Cavallari davanti alla Commissioni bilancio di Senato e Camera. 

Upb: “Con nuova governance per l’Italia aggiustamento conti minore”

Le regole stabilite con la riforma della governance europea, “richiederebbero un minore aggiustamento rispetto alle regole previgenti, soprattutto nel medio termine”. L’evoluzione a legislazione vigente dell’indebitamento netto in rapporto al Pil riportata nel Def per il triennio 2025-27 appare coerente con le indicazioni dell’accordo finale sul quadro di regole della Ue in entrambi gli scenari” afferma la presidente dell’Upb Cavallari, nel corso dell’audizione. “Da un confronto realizzato dall’Upb tra gli effetti delle precedenti regole di consolidamento dei saldi di bilancio, che richiedevano la convergenza all’obiettivo di medio termine, e le nuove, che consentono un aggiustamento pluriennale su sette anni, emerge come queste ultime prevedano un aggiustamento annuale uguale o inferiore e che inoltre le regole previgenti avrebbero stabilito ulteriori aggiustamenti anche dopo il 2031, fino al raggiungimento dell’obiettivo di medio termine”, ha spiegato.

Upb: “Complicato applicare nuova Governance Ue a enti territoriali” 

Risulta complicata l’applicazione delle nuove regole europee agli Enti territoriali. È necessario assicurare il coordinamento tra le nuove regole e quelle contabili sul pareggio di bilancio e garantire che i vincoli sulla dinamica della spesa siano compatibili con il fabbisogno per lo svolgimento delle funzioni fondamentali e l’erogazione dei Lep”, ha detto la numero uno dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio sulla governance Ue. “Due gli scenari delineati per il controllo della spesa degli Enti territoriali: il primo prefigura il mantenimento dell’attuale assetto, che sarebbe percorribile se non vi fosse il rischio che gli Enti possano incrementare significativamente la spesa con aumenti delle entrate non riconducibili a misure discrezionali; il secondo consisterebbe nell’introdurre un vincolo diretto sul tasso di crescita della spesa degli Enti, con un monitoraggio ex ante ed ex post, indicatori affidabili e un sistema unico di contabilità economico-patrimoniale per gli Enti, basato sulla competenza economica in linea con gli standard contabili nelle Pa internazionali ed europei”.

Upb: “Procedure dovranno essere più trasparenti”

Alla luce della nuova governance europea “le procedure italiane dovrebbero essere rafforzate o rese più trasparenti, in particolare sul controllo e monitoraggio dei conti pubblici e sulla predisposizione delle previsioni a politiche invariate”, ribadisce l’Ufficio parlamentare di bilancio, in audizione.

“Il contenuto informativo dei documenti programmatici dovrebbe essere arricchito e ciò aumenterebbe la trasparenza sulla priorità delle scelte di bilancio e rafforzerebbe il ruolo del Parlamento”, aggiunge Cavallari, indicando “carenze informative relative all’articolazione per sottosettori degli obiettivi di bilancio e della manovra nel Def e alla suddivisione della manovra per voci di entrata e di spesa nella Nadef”, che “rendono difficile la comprensione del quadro di priorità strategiche della politica di bilancio e il realismo complessivo della strategia proposta in termini di sostenibilità macroeconomica e finanziaria”.

Gli obiettivi programmatici non indicati dal Def saranno resi noti “al più tardi entro il 20 settembre” anche se lo stesso Def contiene “obiettivi in linea con il piano settennale” di bilancio, ha sottolineato l’Upb aggiungendo che “La mancanza di indicazione del programmatico è motivata dall’imminente revisione delle regole e quindi dall’imminente predisposizione di un quadro programmatico di bilancio”.

“Il Def in futuro non potrà rivedere gli obiettivi programmatici – ha continuato – a meno che non ci siano circostanze eccezionali. Il documento dovrà dare conto di dove si è rispetto agli obiettivi programmatici e cosa fare (quali entrate e quali spese) per rispettare il programma”. In particolare sulle “emergenze non così rare (ad esempio quelle climatiche) servirà un cambio di passo. Si richiede ai documenti di dare conto in maniera programmatica e il primo passo è una ricognizione delle spese per eventi di questo tipo. Ora non è stata ancora fatta. Dalla ricognizione storica si passerà ad inserire fondi dedicati nel bilancio. Se l’una tantum si verifica regolarmente va inserita la componente sistematica e va inserita nella programmazione pluriennale”.

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Categories: Economia e Imprese