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Ubi: al via Banca Unica, chiusura sportelli e 2.750 esuberi

FIRSTonline

Nessun aumento di capitale in vista per Ubi Banca, ma un utile netto da 730 milioni di euro nel 2019 e da 870 milioni nel 2020. Nel frattempo, quest’anno il dividendo sarà almeno pari a quello dell’anno scorso, mentre sul fronte dei tagli nel 2017 arriveranno 2.750 esuberi. Entro i prossimi quattro anni saranno chiuse 280 filiali, ma entreranno anche 1.100 nuovi lavoratori. Inoltre, entro un anno dovrebbe vedere la luce la Banca Unica. Queste le novità principali emerse oggi dalla presentazione del nuovo piano industriale al 2019-2020.

Non abbiamo bisogno di un aumento di capitale”, ha detto l’amministratore delegato Victor Massiah, precisando che tra gli obiettivi c’è anche il passaggio del Cet1 fully loaded dall’11,6% a fine 2015, a oltre il 12% nel 2019 e al 12,8% a fine 2020, “essenzialmente grazie alla generazione di utili nell’arco del piano”.

Il nuovo piano stima una crescita dei proventi operativi da circa 3,4 miliardi nel 2015 a 3,6 nel 2019 e a 3,8 miliardi nel 2020, “in gran parte attribuibile al diverso funding mix” di ulteriore contenimento degli oneri operativi, da 2,3 miliardi di euro nel 20153 a circa 1,98 miliardi di euro, e del forte ricambio generazionale.

Quest’ultimo prevede l’uscita di circa 2.750 risorse e l’ingresso di circa 1.100 sull’arco di piano, con forte programma di formazione e aumento della flessibilità. Senza dimenticare la “razionalizzazione del modello distributivo, che vedrà la chiusura di 280 filiali sull’arco di piano” e la progressiva riduzione del costo del credito.

Di conseguenza, l’utile netto del 2019 sarà’ pari a circa 730 milioni con un Rote del 9,4%, mentre nel 2020 l’utile dovrebbe attestarsi a oltre 870 milioni con un Rote del 10,6%.

Sul fronte cedola, Ubi Banca prevede per il 2016 il pagamento di un dividendo almeno in linea con quello del 2015 dato che il Cet1 rimarrà ampiamente superiore al requisito Srep. Allo stesso tempo, in previsione della crescita degli utili, il nuovo piano industriale include la distribuzione di dividendi con un pay-out costantemente superiore al 40% sull’utile di ogni esercizio e un dividendo unitario in costante crescita durante tutto il periodo di piano.

Quanto alla creazione della Banca Unica, con la fusione per incorporazione di 7 banche rete in UBI Banca, dovrebbe avvenire entro la prima metà del 2017. I risparmi a regime saranno di oltre 80 milioni di euro lordi cui si aggiungono i benefici fiscali sul trasferimento dei dividendi infragruppo. È stato concordato con le Fondazioni il riacquisto delle partecipazioni di minoranza presenti nelle Banche Rete da effettuarsi principalmente tramite concambio delle azioni da esse detenute con azioni di nuova emissione di UBI Banca, con un beneficio in termini di CET1 fully loaded di circa 30 punti base.

“Siamo contenti del passato, ma è tempo di passare alla Banca Unica”, ha detto Massiah, evidenziando che “la Banca è solida, ha creato valore tra le migliori nei cinque anni del precedente piano che ha elevato il livello della produttività delle masse, ma ci sono anche spazi per migliorare redditività”.

Intanto, a Piazza Affari il titolo di Ubi è bersagliato dalle vendite, come l’intero comparto bancario. All’inizio del pomeriggio le azioni dell’istituto crollano del 6,89%, a 2,406 euro. Sul titolo pesa anche la limatura del prezzo obiettivo di Citigroup da 4,9 a 3,3 euro, malgrado anche il nuovo target price sia ben al di sopra dei corsi attuali.

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Categories: Finanza e Mercati