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Uber, in Italia riparte dalle bici elettriche con Jump

Jump press kit sito uber

È a Roma la prima incursione italiana di Uber nel bike sharing elettrico a pedalata assistita e si chiama Jump. Settecento nuove bici hanno invaso le strade della capitale.

“L’arrivo nella città eterna è un tassello importante del puzzle che vuole raccontare cos’è oggi Uber, ovvero una unica app che offre servizi di trasporto multimodale”, ha commentato il general manager di Uber Italia Lorenzo Pireddu.

Jump è stata acquistata da Uber nel 2018 per 200 milioni di dollari circa. Le biciclette a pedalata assistita si trovano già in 8 capitali europee, da Madrid, a Parigi, a Berlino, e in 13 città degli Stati Uniti. Ma anche in Nuova Zelanda, Canada e Messico.

In tre mosse è possibile avviare la propria passeggiata: aprendo l’app di Uber e selezionando la categoria Bici dal menu principale è possibile prenotare il mezzo più vicino. Eseguendo la scansione del codice QR, si sblocca la bicicletta, dopo la prima pedalata entra in funzione il motore elettrico. Una volta giunti a destinazione occorre legare la bici a una rastrelliera nelle aree indicate o sul marciapiede, evitando di intralciare le zone di passeggio pedonale o altri veicoli. Il noleggio della nuova bicicletta di Uber è di 20 centesimi al minuto.

In altri paesi, dove il servizio è più avanzato Uber oltre ai servizi tradizionali propone anche altre soluzioni per la mobilità dei cittadini: ad esempio i monopattini elettrici e il trasporto pubblico, come accade in California.

Secondo i dati del Politecnico di Milano, in Italia i risultati relativi all’utilizzo delle biciclette elettriche sono positivi: le vendite di quelle tradizionali nel 2018 sono state pari a circa 1,4 milioni, in calo del 7,7 per cento rispetto all’anno precedente, mentre quelle elettriche si attestano a circa 173 mila unità con un tasso di crescita del 16,8 per cento.

“Sono curioso di vedere come andrà, è un esperimento interessante. A Parigi Jump è di gran moda. Resta da vedere come risponderanno i romani”, ha commentato Massimo Ciuffini, coordinatore dell’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility.

Nonostante nel 2013 le auto a noleggio di Uber siano state accolte da manifestazioni dei tassisti, polemiche e proteste, Lorenzo Pireddu in un’intervista al Sole 24 ore ha ricordato alcune leggerezze strategiche compiute dalla sua azienda nel momento dell’inserimento all’interno del mercato delle auto a noleggio italiano e ha affermato: “Abbiamo imparato che per lanciare un servizio bisogna collaborare con le città, non partire a occuparsi solo dopo delle leggi. Il nostro obiettivo non è andare di fretta, ma costruire soluzioni basate sui bisogni dei clienti e dei partner e sul rispetto delle leggi”.

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Categories: Economia e Imprese