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Twitter si sgonfia e travolge il Nasdaq (-3%) che spinge al ribasso tutte le Borse: euro molto debole

Imagoeconomica

Dopo la zampata finale data ieri sera da Wall Street, tornano oggi intense le vendite sull’azionario americano, mentre i listini europei, già timidi nella prima parte della seduta, falliscono il rimbalzo e chiudono in calo.

Il recupero visto ieri sulla Borsa americana, galvanizzata dall’annuncio della vendita di Twitter per 44 milioni di dollari all’ad di Tesla, Elon Musk, non pare stabile. A creare incertezza è il conflitto in Ucraina, su cui si alzano i toni e aumentano i rischi di allargamento, poiché la Russia avrebbe sospeso le fornitura di gas alla Polonia. La Germania intanto si dice vicina alla possibilità di rinunciare al petrolio di Mosca.

Preoccupa inoltre il Covid in Cina e i test di massa a Pechino, che possono portare a nuovi lockdown e incidere negativamente sulle catene di approvvigionamento. In questo contesto la normalizzazione della politica monetaria da parte delle banche centrali potrebbe infliggere un duro colpo alla crescita.

In tutto questo il dollaro si rafforza, mentre l’euro scivola sempre più giù, con il cambio che al momento si muove intorno a 1,065.

Prosegue il recupero da parte dei titoli di Stato: il Treasury decennale mostra un rendimento in ribasso intorno al 2,74%.

Sale il petrolio e il greggio texano riconquistata quota 100 dollari al barile.

Listini europei incerti con guerra e le trimestrali

In Europa, Piazza Affari perde lo 0,95% e arretra a 23.681 punti, appesantita dalle vendite sulle grandi banche e sui titoli industriali. Madrid è la peggiore, -1,59%, con il Banco Santander in picchiata del 6,17% dopo la trimestrale. Arretra anche Zurigo -1,25%, dove si salva Ubs che ha mostrato nel primo trimestre il migliore utile netto in 15 anni, diversamente dai concorrenti statunitensi che hanno registrato in prevalenza un calo.

Scivola del 5,74% Hsbc, la più grande banca europea, a Londra (+0,07%), è in ribasso del 3,93% dopo aver comunicato di ritenere improbabile un aumento dell’acquisto di azioni che quest’anno è improbabile che ci siano più acquisti di azioni a causa dell’aumento dell’inflazione e della debolezza economica, malgrado gli utili trimestrali siano scesi meno del previsto.

Nel settore, nei prossimi giorni, saranno resi noti i numeri gennaio-marzo di Credit Suisse, Barclays, e Deutsche Bank.

Sono negative Amsterdam -0,51%, Francoforte -1,2%, Parigi -0,54%.

Piazza Affari, salgono i petroliferi; bene Mps.

In Piazza Affari riprendono quota i titoli petroliferi. Tenaris è in maglia rosa e sale del 3,53%. Benino  Eni, +0,22%.

In evidenza Prysmian, +1,19% e Leonardo +0,6%. Quest’ultima ha annunciato la cessione della partecipazione nella joint venture Aac e confermato la guidance sul debito.

Sono positive le utility; si apprezza Iveco, che limita i guadagni allo 0,82% dopo essere decollata nel corso della seduta a seguito di una trimestrale migliore delle attese. Fuori dal paniere principale è tonica Mps, +4,14%, a seguito dell’audizione del ministro dell’Economia Daniele Franco alla Commissione bicamerale sulle Banche, che ha parlato della trattativa in corso con la DgComp europea per definire i nuovi termini della cessione della partecipazione di controllo nelle mani del Mef.

La road map per l’uscita dello Stato dal capitale vede un aumento di capitale da realizzare entro il 2022 e la successiva cessione della quota per la quale il Mef, ha detto Franco, è aperto a qualsiasi ipotesi di operatori interessati.

Il settore bancario alla borsa di Milano appare per il resto piuttosto debole, a partire da Unicredit -3,22% e Intesa -1,57%, sulle quali Ubs ha tagliato il target price rispettivamente a 14,10 da 20,50 euro e a 2,7 da 3,15 euro.

Il rosso tinge l’automotive con i pesanti ribassi di Stellantis, -3,19%, Pirelli -2,53%, Exor -2,51%; Cnh -1,95%.

Rimane stabile invece l’obbligazionario. Lo spread tra il decennale italiano e tedesco chiude a 173 punti base (-0.43%), con il tasso del Btp a +2,53% e quello del Bund a +0,8%.

Wall Street in profondo rosso in attesa dei conti delle big tech

I principali indici di Wall Street sono in profondo rosso, in attesa dei conti, che arriveranno a mercati chiusi, di due pezzi da novanta come Microsoft (-2,91%) e Alphabet (-3,45%).

Prevalgono le vendite anche su Twitter, -2,79%, dopo i guadagni di ieri. Il Nasdaq perde circa il 3%. A fare paura, secondo gli analisti, è il rischio che gli utili di questi colossi siano inferiori alle attese, in un quadro di rendimenti dei titoli di Stato in rialzo.

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