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Trump rasserena i mercati ma Bce frena sulla nuova liquidità

Donald Trump ha scelto, controvoglia, la via del dialogo con i Democratici. Nel discorso sullo stato dell’Unione, il Presidente ha ribadito le sue convinzioni ma non ha ventilato l’uso dei poteri speciali per la costruzione del Muro. Trump ha anche annunciato un prossimo incontro con il dittatore coreano Kim. “Senza di me – ha detto – oggi saremmo in guerra con Pyongyang”. E’ stato un discorso lungo 81 minuti, al tempo stesso divisivo ma condito di appelli all’unità, incentrato sull’andamento positivo dell’economia americana. Alle spalle di Trump la grande nemica democratica Nancy Pelosi che ha invitato per l’occasione due militari transgender.

Viene così meno il rischio di un nuovo blocco del bilancio federale Usa, una delle incognite che minacciavano il rally di Wall Street, in rialzo da cinque sedute sullo slancio della politica più morbida della Fed. Il clima positivo ha contagiato le altre Borse, salvo quelle della grande Cina (chiuse Shanghai, Hong Kong, Taiwan, Corea del Sud) ferme per la celebrazione dell’avvio dell’anno del maiale.

LA BCE FRENA SULLA NUOVA LIQUIDITÀ

Avanza anche l’Europa, nonostante l’incognita Brexit e le fibrillazioni italiane. Ma, secondo Bloomberg, torna a salire la temperatura nella Bce: non tutti sono convinti sull’utilità di iniettare nuova liquidità sul mercato (vedi Tltro) un po’ perché la situazione economica non è così male, un po’ perché non vuol dare il sospetto di andare aiuto alle grandi banche che drenano la nuova liquidità, tra queste Deutsche Bank.

In questa cornice prevale ovunque il segno più.
Salgono Tokyo (+0,2%) e Sidney (+0,3%). In forte ribasso gli utili di Toyota (-1,5%) nel terzo trimestre a causa del calo delle vendite sul mercato Usa.

Il petrolio Brent è invariato a 62 dollari il barile, dal -0,8% di ieri. Il Wall Street Journal riporta che l’Opec intende stringere un rapporto formale con la Russia. Il Qatar ha stretto un accordo con Shell per un investimento comune in Texas sul gas, un colpo all’embargo saudita contro l’emirato. A Piazza Affari Eni +0,9%, Saipem +0,5%, MainFirst avvia la copertura con un target di 5,10 euro.

Chiusura positiva per i mercati Usa: Dow Jones +0,68%, S&P 500 +0,47%. Il Nasdaq sale dello 0,74%.

FREDA GUIDA I NUOVI RECORD DI ESTEE LAUDER (+11,6%)

In cima all’indice spicca ancora una volta l’exploit di Fabrizio Freda, il napoletano che guida Estée Lauder, ieri +11,6% dopo gli utili record del gigante della cosmetica in Cina. Freda figura nella top ten dei manager più pagati.

Giornata di record anche per la griffe Ralph Lauren (+8,4%) dopo i conti migliori delle stime.

Recupera Alphabet (+0,84%) già sotto tiro dopo l’aumento dei costi segnalato dalla trimestrale.

BORSE TORO ANCHE IN EUROPA. MILANO +1,16%

Chiusura positiva per piazza Affari dopo un avvio debole sul filo della parità. Alla fine l’indice, fanalino di coda in Europa, ha guadagnato l’1,16 a quota 19.833 punti.

Meglio le altre Borse: Francoforte +1,75%; Parigi +1,66%; Madrid +1,32%.

BP MANDA IN ORBITA LA CITY. LA CONSOB A SAVONA

Al top c’è Londra (+2,06%). A trainare la City è Bp (+5,17%) a seguito dell’andamento 2018 superiore alle attese e alla revisione al rialzo delle stime sulla produzione futura di gas e petrolio.

Fumata bianca per la Consob. il governo ha indicato Paolo Savona, attuale ministro per gli Affari Europei, alla presidenza della Consob, da oltre 4 mesi vacante a causa delle difficoltà nella maggioranza di giungere a un’intesa su un nome gradito anche al Colle.

ARRIVA UN TITOLO A 30 ANNI, IL BTP FRENA

Il mercato obbligazionario italiano ha archiviato col segno meno una seduta che ha visto un progressivo deterioramento nel corso del pomeriggio. E che ha preso una piega definitivamente negativa dopo l’annuncio dell’emissione del nuovo trentennale, che ha mandato a picco l’attuale benchmark (marzo 2048). Flessione meno marcata per il decennale salito al 2,79% – ma il differenziale con il rendimento del Bund è tornato sopra quota 262 punti base – e ancor più contenuto il calo del titolo a due anni. Ma a fronte della discesa dei volumi, negli ultimi giorni, c’è stata una relativa tenuta del future sul decennale marzo e giugno 2019, segno che la risalita dei tassi (circa 20 punti base) è da ricondurre soprattutto all’indebolirsi della domanda, mentre è marginale la pressione delle vendite.

Il mercato è guardingo in attesa della revisione delle stime della Commissione Europea attesa per domani e delle elezioni regionali in Abruzzo di domenica.

ARRIVANO 3,5 MILIARDI DI CEDOLE PER I SOCI DI INTESA

Sotto i riflettori le banche (+1,7% l’indice di settore), in linea con il resto d’Europa.
Intesa San Paolo +1,6%. L’utile netto (4,05 miliardi) è in linea con le attese. Confermato l’elevato dividendo. Il management proporrà all’assemblea degli azionisti di distribuire 3,499 miliardi di euro superiori ai 3,419 di un anno fa e pari all’85% degli utili.

In luce Mediobanca e Banco Bpm, in rialzo di oltre 3%. Unicredit +2% che annuncerà i conti in giornata.
Bper (+0,2%) è stato tra i titoli bancari peggiori: l’istituto di Modena dovrebbe rilevare Unipol Banca per 200 milioni di euro.

L’AUTO INGRANA LA QUINTA, RIVINCITA DI PIRELLI

Tra gli industriali rimbalza l’automotive. Fca sale del 2,4%, Ferrari +1,72%. Pirelli +3,6% al traino della finlandese Nokian Tyres che ha annunciato utili in calo nel quarto trimestre ma sopra le attese degli analisti.
Sale Telecom Italia +1,9%. Ieri c’è stato il primo incontro con Open Fiber sulla rete unica.
In controtendenza Stm-1% condizionata dall’outlook cauto delle rivali Infineon e Ams.

AMPLIFON E RECORDATI SUPERSTAR, TONFO DI RCS

Corrono Amplifon (+4,5%) e Recordati (+3,24%). Sale Molmed (+2,5%) sulla scia dell’annuncio che il sistema di assicurazione sanitaria pubblica tedesco ha approvato la rimborsabilità del farmaco Zalmoxis.

Pesante Rcs (-6,6%) nonostante Urbano Cairo abbia indicato una marginalità positiva per 156 milioni per il 2018, leggermente sopra i 152 milioni attesi per esempio da Equita.

Giglio Group +6% dopo la presentazione delle linee guida del nuovo piano, focalizzato esclusivamente sull’e-commerce e sulla Cina.

Per il sistema bancario italiano il raggiungimento dei requisiti Mrel non rappresenta una questione rilevante non avendo un grosso deficit da colmare. Lo ha detto il presidente del Single Resolution Board Elke
Koenig a margine di un convegno alla Cattolica. “Abbiamo ancora strada da fare per l’intera Europa per quanto riguarda Mrel, in termini di quantità e qualità, ma l’Italia è certamente avanti per non avere un grosso deficit”, ha detto Koenig.

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