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Tour: oggi il tappone dei Pirenei, Nibali c’è

L’anno scorso è bastato il primo giorno sui Pirenei perché Chris Froome sbaragliasse la concorrenza mettendo le mani sul suo secondo Tour. Quest’anno il primo assaggio sull’Aspin, il più dolce dei celebri passi che hanno fatto la storia della maglia gialla, non offriva asperità tali perché Froome o Quintana potessero far saltare il banco, ma erano in pochi a pensare che la tappa – vinta da Steven Cummings, quarto centro della Dimension Data dopo il tris di Cavendish – offrisse un’immediata occasione di riscossa per Nibali precipitato negli inferi della classifica nella tappa di Lioran e vedesse tra gli attaccanti del giorno la stessa maglia gialla, il belga Van Avermaet, che ha ulteriormente rafforzato la sua posizione di leader. Una giornata davvero strana da interpretare perché se Nibali, visto il ritardo di oltre 8 minuti dai big ai primi posti della generale, poteva anche non impensierire più di tanto Froome e gli altri, meno comprensibile la libertà di azione concessa a Van Avermaet che sarà uno specialista di classiche e non di grandi giri, ma che oggi riparte verso Bagnères de Luchon con un vantaggio che sfiora quasi i 7 minuti. Il belga è stato bravo come Nibali ad aggregarsi subito a un nutrito drappello di 29 fuggiaschi. Temendo l’Aspin posto a 7 km dall’arrivo di Lac du Payolle, la maglia gialla ha pensato che l’attacco è la migliore difesa. Così quando, appena superata Arrau, è scattato Cummings involandosi sull’Aspin,  Van Avermaet non s’inventa grimpeur ma nemmeno sfigura.  Sta con Nibali, Navarro e Cummings all’inseguimento di Cummings senza mai andare fuori giri. Non s’allarma quando lo Squalo tenta di essere lo Squalo delle ultime tappe del Giro. Lascia andare i suoi tre compagni di avventura senza scomporsi mantenendo ancora un buon margine di vantaggio su Froome, Quintana, Aru e Valverde. Davanti Cummings è imprendibile e va a cogliere il suo secondo successo in carriera al Tour. Nibali, esaurita la fiammata, non regge il cambio di ritmo impresso da Navarro e Impey in vista del Gpm dell’Aspin e si deve accontentare del quarto posto a 2’14” da Cummings migliorando comunque la sua classifica. Passano 50” dall’arrivo dello Squalo ed ecco giungere la maglia gialla di Van Avermaet.

Un capolavoro il suo: il gruppo dei migliori comprendente anche Contador, Aru, Valverde e Rodriguez arriva 1’25” dopo la maglia gialla. Cronometro alla mano era partito da L’Isle Jourdain con 5’17” su Froome e Quintana,  a fine tappa il belga – un passato anche di portiere al Beveren prima di abbandonare il calcio per la bici – vedeva il suo vantaggio salire a 6’42”. Nessuno poteva prevedere un simile exploit. Ma ieri il Tour ha giocato a rimescolare le carte fino a imitare “Scherzi a parte” quando il triplice arco gonfiabile che segnala l’ultimo km l’arco si sgonfia all’improvviso mentre arrivava il gruppo di Froome e degli altri big. Una scena da Ridolini che fa a pugni con la grandeur del Tour anche se l’unico a subire danni fisici è il britannico Adam Yates. Gli altri riescono anche a sorridere perché se la cavano e la giuria ovviamente decide di neutralizzare il ritardo. Qualcosa di simile era già successo in Corsica nel Tour 2013, il primo vinto da Froome, quando il camion dell’Orica GreenEdge abbattè l’arco posto sulla linea del traguardo. Se la ride anche Van Avermaet sempre più maglia gialla anche se oggi il Tour gli prepara un test che fa paura: è il giorno della cavalcata pirenaica che porterà i corridori da Pau a Bagnères de Luchon attraverso il Tourmalet, il Col de Val Louron-Azet  e il Peyresourde.  Colli leggendari che hanno visto sfide immortali tra i grandi del pedale di ogni epoca e che oggi offrono a Quintana il terreno adatto per il primo attacco a Froome. Altri osservati speciali, oltre alla maglia gialla,  Contador in ripresa ed Aru che finora non ha perso un colpo.

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