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Tornano i Ninja, questa volta per “internettizzare” la casa

Tornano i Ninja, questa volta per ‘internettizzare’ la casa Forse il più famoso significato di ‘ninja’ sta in un fumetto di successo: quattro tartarughine che rispondevano agli improbabili nomi di Leonardo, Michelangelo, Donatello e Raffaello, vivevano nelle fognature di New York e di lì conducevano una lotta senza quartiere contro malfattori ed esseri alieni. Poi ‘ninja’ divenne il triste acronimo di “No Income No Job or Assets” (nessun reddito, nessun lavoro nessuna attività), significando le condizioni squattrinate di tanti destinatari dei mutui americani ‘subprime’.

Ma originariamente la parola giapponese Ninja si riferiva a un agente segreto, spesso mercenario, una spia, un infiltrato. E l’ultima incarnazione di questo vocabolo si riferisce a un altro tipo di ‘infiltrato’, il ‘Ninja Block’, uno smilzo apparecchio che mira ad automatizzare la casa, connettendola a Internet e permettendo a chi la abita di fare tante cose: per esempio, accendere le luci a distanza, alzare le tapparelle o abbassarle, segnalare temperatura e umidità, mandare avvisi se qualcuno si presenta alla porta di casa in assenza degli occupanti, prendere foto e trasmetterle, e via dicendo. Vi sono anche applicazioni industriali: per esempio dei sensori in una piscina possono rilevare diversi parametri e trasmetterli via Internet così da allertare sulla necessità di interventi di pulizia o affini.

La Ninja Blocks è una start-up di Sydney, il ‘blocco’ costa circa A$200, e ne sono già stati venduti molti, non solo in Australia ma anche negli Usa e nel Regno Unito. Il finanziamento è venuto inizialmente dal ‘crowdfunding’ (un modo di chiedere piccole partecipazioni all’impresa via Internet da singoli risparmiatori).

http://www.theage.com.au/small-business/smallbiz-tech/the-gadget-that-automates-your-home-20131114-2xjcy.html


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