X

Termovalorizzatore: l’esempio virtuoso di San Vittore, a pochi passi da Roma. Ecco come funziona

Acea

La gestione dei rifiuti costa sempre di più e le alternative non sono certo economiche. Una delle tecnologie più efficaci per la gestione dei rifiuti è la termovalorizzazione, un processo che converte i rifiuti in energia e riduce il totale di quelli da smaltire in discarica, ma come sappiamo al centro di numerose polemiche. Tuttavia, la carenza di termovalorizzatori in Italia, in particolare al Centro e al Sud, ha portato alla necessità di trasportare rifiuti per l’Italia e non solo, ma a caro prezzo.

L’Italia ogni anno sborsa milioni per esportare i suoi rifiuti all’estero. Spese che gravano sui bilanci della municipalizzata dei rifiuti capitolini (l’Ama) e che i romani scontano pagando una Tari più che salata. Secondo gli ultimi dati Ispra, le Regioni del Centro sono infatti le zone dove i cittadini pagano la tassa sui rifiuti più alta: 230,7 euro ad abitante. Al secondo posto c’è il Sud (202,3 euro/abitante), seguito dal Nord (174,6 euro/abitante).

D’altronde, senza impianti e in assenza di discariche, non ci sono troppe alternative.

Quanti termovalorizzatori ci sono in Italia?

Nel nostro Paese ci sono 37 termovalorizzatori in prevalenza al Nord (26 impianti, 13 in Lombardia e 7 in Emilia-Romagna); meno al Centro e al Sud dove sono operativi rispettivamente 5 e 6 impianti. Un dato, quello italiano, che a livello europeo impallidisce dinanzi i 126 impianti della Francia e i 96 della Germania.

In questo contesto, che fine fa l’immondizia prodotta dai romani? I carichi prendono la via delle province di Latina, Frosinone, dell’Abruzzo e della Lombardia, o verso i termovalorizzatori dell’Emilia-Romagna quando non sono distribuite tra Austria, Olanda, Germania e Svezia. E nell’attesa fino alla messa in opera del termovalorizzatore di Roma, sarà quello di Acea Ambiente a San Vittore del Lazio, nel frusinate, a farsi carico del resto.

Termovalorizzatore di San Vittore: verso la quarta linea

Il termovalorizzatore di San Vittore del Lazio, l’unico impianto di questo tipo attivo nella Regione, è un esempio virtuoso di quello che potrebbe rappresentare il futuro termovalorizzatore di Roma. Si tratta di uno dei due impianti gestiti da Acea Ambiente (l’altro si trova a Terni) per la produzione di energia elettrica tramite utilizzo di combustibile solido secondario (il cosiddetto Css) derivato da rifiuti speciali non pericolosi provenienti dalla raccolta differenziata e non differenziata e trattati precedentemente.

L’impianto si estende per un’area di circa 80.000 metri quadrati ed è costituito da tre linee produttive indipendenti con una capacità annuale massima di trattamento pari a 397.200 tonnellate di rifiuti: la linea 1, in esercizio dal 2002, è autorizzata a trattare 125.200 tonnellate all’anno; la linea 2 e la linea 3, attive dal 2011, ne trattano 136.000. Al momento è in corso un gara europea per la quarta linea, fondamentale per gestire il ciclo di rifiuti nel Lazio. Per la quarta linea, che avrà una capacità di 186.000 tonnellate annue in condizioni ordinarie, è previsto un investimento di circa 200 milioni di euro grazie al quale la capacità di trattamento dell’intero impianto salirà a 447.200 tonnellate annue.

Come prevedibile, tuttavia, la decisione non è stata accolta positivamente da tutti. Il progetto ha registrato le proteste delle opposizioni di Centro-Destra all’allora giunta Zingaretti, è inviso al Movimento 5 Stelle che da sempre punta i piedi anche contro l’impianto che il sindaco Gualtieri realizzerà a Roma. La quarta linea “aiuterà a diminuire il deficit impiantistico della regione”, ha invece sottolineato l’assessora ai rifiuti di Roma Capitale, Sabrina Alfonsi.

Acea Ambiente ha già ottenuto dalla Regione il provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) che comprende sia l’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) che la Valutazione Impatto Ambientale (Via) per la sua realizzazione in quanto è pienamente in linea con quanto previsto dalla pianificazione regionale.

Nel comparto ambientale, Acea è cresciuta negli ultimi 10 anni diventando il 4° operatore nazionale con un preciso radicamento nel centro Italia. Grazie agli investimenti costanti nel settore, ha aumentato in maniera significativa il volume dei rifiuti trattati arrivando ai circa 1,7 milioni di tonnellate di rifiuti recuperati, riciclati e smaltiti nel 2022. Ha quindi il know-how e l’esperienza gestionale per assicurare lo sviluppo di un investimento di questa portata.

A che punto è il termovalorizzatore di Roma?

Per il termovalorizzatore di Roma è arrivata una proposta da parte del raggruppamento temporaneo di imprese nazionali e internazionali (quali Hitachi Zosen Inova, Vianini Lavori e Suez) guidato da Acea Ambiente. La controllata del Gruppo Acea ha presentato il 1° marzo la propria manifestazione di interesse all’avviso pubblico indetto dal Comune di Roma per il termovalorizzatore di Roma. L’avviso sollecitava la ricerca di operatori interessati a presentare una proposta di project financing per l’affidamento della concessione di un polo impiantistico relativo alla progettazione, autorizzazione all’esercizio, costruzione e gestione di un impianto di termovalorizzazione e dell’impiantistica ancillare correlata.

L’impianto, con una capacità di trattamento pari a 600.000 tonnellate l’anno, sorgerà nell’area di Santa Palomba, al confine con Ardea e Pomezia e Albano Laziale. Secondo il rigido cronoprogramma di Roma Capitale, la pubblicazione del bando di gara è prevista entro il primo agosto, la scadenza per la presentazione delle offerte entro il 31 ottobre, l’apertura dei cantieri entro luglio del 2024 e l’entrata in funzione per il secondo semestre 2026.

Related Post
Categories: Economia e Imprese