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Termovalorizzatore a Roma, Pd e Gualtieri ondeggiano e bocciano cronoprogramma Iv: è l’effetto Schlein?

Imagoeconomica

Ma il Pd vuole ancora il termovalorizzatore a Roma? E’ una bella domanda che è diventata sempre più inquietante non solo per la sinistra capitolina ma per i romani che vivono l’eterna emergenza dell’immondizia dopo l’ascesa alla segreteria del Pd di Elly Schlein che in materia è sempre stata a dir poco vaga. Non ha mai detto no al termovalorizzatore ma ha fatto di tutto per non scontentare i Cinque Stelle che, dopo aver reso Roma invivibile con la rovinosa Giunta grillina di Virginia Raggi, si sono sempre opposti al termovalorizzatore malgrado quasi tutti gli esperti ritengano che sia l’unico modo per permettere a Roma di risolvere una volta per tutte l’emergenza rifiuti. E infatti il termovalorizzatore è stato fino a poco tempo la bandiera della Giunta Pd guidata dal sindaco Roberto Gualtieri. Ma la recente nomina nella segreteria Schlein di Barbara Corrado, fiera avversario del termovalorizzatore, a responsabile dell’Ambiente getta un’ombra sulle future scelte di Pd e non solo a Roma.

TERMOVALORIZZATORE A ROMA: DUE OMBRE PREOCCUPANTI

Sul termovalorizzatore ci sono però due novità politiche che ipotecano il suo futuro. La prima risale alle poche dichiarazioni in materia di Schlein che fin dall’inizio della sua segreteria ha sostenuto che sul termovalorizzatore a Roma non si poteva lasciare ogni decisione alla Capitale ma occorreva coinvolgere tutti i sindaci della Provincia. Linea teoricamente molto democratica ma in realtà assai ambigua sul piano politico perché anche nel Pd è molto diffusa l’egoistica filosofia del “Not in my nimby” e nessuno vorrebbe il termovalorizzatore vicino a casa, anche se – l’Emilia insegna: sentire in proposito la testimonianza di Romano Prodi – i nuovi impianti sono assolutamente affidabili sia sul piano della tutela dell’ambiente che di quello della salute.

TERMOVALORIZZATORE: IL FIATO SUL COLLO DI SCHLEIN SUL PD E SUL SINDACO GUALTIERI

Finora il sindaco Gualtieri ha tenuto la rotta e difeso la scelta del termovalorizzatore dribblando le perplessità di Schlein, ma non è affatto detto che tutto il Pd capitolino sia con lui. Quel che è successo nell’ Assemblea comunale dei 31 marzo è preoccupante perché un ordine del capogruppo di Italia Viva, Valerio Casini, che proponeva un cronoprogramma per la realizzazione del termovalorizzatore, è stato inesorabilmente bocciato. Eppure il fattore tempo è fondamentale e Italia Viva suggeriva una road map molto semplice ma molto chiara e cioè : pubblicazione del bando di gara entro il primo agosto 2023, apertura dei cantieri entro luglio 2024 e avviamento dell’impianto di termovalorizzazione entro l’estate del 2026. Niente da fare. Certamente il sindaco Gualtieri e il Pd capitolino possono ancora rimediare ma i segnali sono inquietanti e in molti cominciano a chiedersi se gli ondeggiamenti sul termovalorizzatore non siano l’effetto Schlein anche su Roma.

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Categories: Politica