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Telecom va avanti su Metroweb, manifestazione d’interesse a F2i

Telecom Italia va vanti e secondo quanto afferma una fonte vicina alla vicenda, ripresa da Reuters, ha inviato al fondo F2i una manifestazione di interesse per la sua partecipazione in Metroweb, ma ancora senza indicazioni di prezzo. Lo scopo è avere un primo feedback da parte del fondo. E già si riapre la bagarre politica con interventi dei parlamentari Pd e Lega.

Si scalda quindi la partita sul futuro della rete ultrabroad band sulla quale il governo ha intenzione di giocare una carta da 7 miliardi di fondi pubblici per promuovere le connessioni da 30-100 Megabit e raggiungere le popolazioni fuori dai centri commercialmente più interessanti. Sulle grandi città, invece il presidente di Telecom Giuseppe Recchi ha confermato proprio ieri la volontà dell’azienda di proseguire con il piano da 3 miliardi l’anno (per fibra e connessioni mobili 4G) e ha stimato che l’intervento pubblico sarà sufficiente per raggiugnere standard europei, superando il ritardo accumulato dall’Italia.

Metroweb, che possiede la rete in fibra ottica Ftth (Fiber to the home ossia fino all’immobile) più ampia d’Europa con una penetrazione del 35% a Milano e Lombardia, si conferma dunque come un anello strategico nel riposizionamento degli operatori sull’ultrabroad band. Uno snodo che non è sfuggito a Vodafone. L’Ad, Vittorio Colao, ha fatto sapere da Londra che anche il gruppo da lui guidato “guarderebbe” a Metroweb se fosse messa in vendita dal fondo infrastrutturale F2i, sottolineando che porterebbe avanti un deal solo alle giuste condizioni. In pratica a prezzi di mercato e non sovraccaricati dalla contesa con Telecom. Il gruppo britannico è dunque pronto a scendere in campo in caso di un’eventuale gara per l’acquisizione della società e avrebbe già manifestato le sue intenzioni a F2i.

Che si vada verso una gara lo ha assicurato poco fa il presidente della Cassa Derpositi e Prestiti (Cdp), Franco Bassanini.”Cdp è un investitore di lungo periodo e quindi non ha interesse a vendere la sua quota”, ha detto a margine di un convegno a Roma. “F2i ha un’altra impostazione, è un fondo, non ha una visione di lungo periodo e quindi ragionevolmente può essere interessato a vendere la propria quota”, ha aggiunto.”Non ci si faccia delle illusioni, ci sarà una competizione, una gara, si dovranno presentare delle offerte”, ha detto Bassanini. “Ma non é che si può contestare il possibile esito dicendo che si crea un problema di monopolio”. Metroweb è controllata all’87,7% da Metroweb Italia, a sua volta partecipata al 53,8% da F2i, di cui Cdp ha in mano il 16,5%, e al 46,2% dal Fondo Strategico Italiano, controllato dalla Cassa all’80% e dalla Banca d’Italia per il restante 20%. Il 10,6% di Metroweb è in mano a Fastweb, gruppo Swisscom, la quota rimanente dai manager. In altre parole, Cdp è interessata ad essere azionista di un fondo di infrastrutture che sono un business tipicamente di lungo periodo. Lo è molto meno a diventare azionista di una società di telecomunicazioni come ha già detto più volte.

L’intera partita comunque è già sotto i riflettori dell’Antitrust e dell’Agcom nel timore che il passaggio di Metroweb a Telecom possa determinare un’eccessiva concentrazione di mercato nelle mani dell’operatore dominante con contraccolpi sulla concorrenza nel mercato nascente della fibra ultraveloce. Finora nessuno dei diretti interessati all’operazione ha voluto rilasciare commenti ufficiali sulla vicenda.

Su tutta la vicenda si riapre intanto la bagarre politica. Il Pd schiera un senatore (Stefano Esposito) e una deputata (Cristina Bargero) contro una operazione giudicata “pericolosa per la concorrenza”. Entrambi chiedono l’intervento di Consob e Antitrust. La Lega Nord si limita ad esprimere preoccupazione ed “esige subito chiarezza e informazioni”.

 

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