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Taglio stipendi manager pubblici, Moretti (Fs) critico, Renzi: “lo convinceremo”

Botta e risposta tra il premier Matteo Renzi e l’amministratore delegato del gruppo Fs Mauro Moretti sul taglio agli stipendi dei manager pubblici. A Moretti, che aveva prospettato una fuga all’estero degli ad pubblici, il presidente del Consiglio ha replicato: “Confermo l’intervento sugli stipendi dei dirigenti pubblici. Quando Mauro Moretti vedrà la ratio degli interventi sarà d’accordo con me, perché ci sono tante sacche di spreco dentro alla pubblica amministrazione, e io non intendo rinunciare a questa battaglia. Alcune istituzioni sono pedaggio per gli italiani e vanno smantellate”.

Moretti aveva dichiarato che, se il governo Renzi ridurrà il tetto degli stipendi dei manager delle partecipate pubbliche, i dirigenti potrebbero lasciare la guida delle società. A farlo intendere è l’ad del gruppo Fs Mauro Moretti: “Una cosa è stare sul mercato, una cosa è una scelta politica. Lo Stato può fare quello che desidera, sconterà che una buona parte di manager vada via. Questo lo deve mettere in conto”.

“Per il momento – ha proseguito Moretti – credo vogliano tagliare gli stipendi dei super-manager dello Stato. Io prendo 850mila euro l’anno e il mio omologo tedesco ne prende tre volte e mezza tanto. Siamo delle imprese che stanno sul mercato ed è evidente che sul mercato bisogna anche avere la possibilità di retribuire”. Il rischio, come già accennato, è che i manager bravi non rimangano ad operare in “imprese complicate e dove c’è del rischio ogni giorno da dover prendere”.

Secondo l’ad di Fs, “In una impresa privata che fattura neanche un miliardo troverete che gli stipendi sono quattro volte quelli che vi ho detto. Ci sono forse dei casi da dover rivedere, ma la logica secondo cui uno che gestisce un’impresa che fattura quanto vi ho detto deve stare al di sotto del presidente della Repubblica è una cosa sbagliata”.

Per quanto riguarda l’andamento delle Ferrovie, Moretti ha spiegato che i conti sono migliorati rispetto al 2012: “I conti vanno bene – ha detto a margine dell’assemblea delle cooperative di produzione e lavoro -. Siccome siamo un’azienda dello Stato, vuol dire che tutta la collettività italiana avrà un contributo positivo dall’andamento di una sua azienda”.

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