X

Sulla Grecia l’Europa ha replicato gli errori degli Usa su Lehman e adesso solo Draghi può salvarla

Una settimana sulle montagne russe per i mercati finanziari. Il detonatore è stato, a mio avviso, la decisione europea di dichiarare il quasi-fallimento della Grecia. Le banche creditrici sono state invitate a svalutare “volontariamente” del 50% i loro crediti verso la Grecia. L’Europa ha finito così per dare ragione ai mercati che avevano anticipato questa svalutazione ed ha ripetuto l’errore fatto dagli USA quando lasciarono fallire la Lehman Brothers nel 2008. E i mercati, avuta ragione sulla Grecia, hanno puntato sui casi successivi, ossia sull’Italia, ritenuta prossima candidata al quasi-fallimento.

Certo, il nostro Governo ha dato un sostanzioso aiuto alla speculazione contro di noi. Con un misto di impotenza politica e incompetenza economica, il Governo ha lasciato correre i giorni senza prendere alcune delle (poche) misure annunciate nella lettera di intenti che Berlusconi aveva consegnato ai colleghi europei. La decisione finale è stata la scrittura di un’altra lettera di “buone” intenzioni, approvata dal Consiglio dei Ministri e portata al G20 di Cannes. L’Europa ha dovuto avallare questa nuova lettera (faute de mieux), per non aizzare la speculazione contro i titoli dello stati italiano.

La settimana è finita meglio, grazie alle speranze di un intervento del Fondo Monetario Internazionale e alla decisione della BCE di ridurre il costo del denaro. Questa decisione, con cui Mario Draghi ha inaugurato la sua presidenza, è stata una felice trovata, complice presumibilmente Trichet che ha concesso al suo successore di iniziare il suo mandato con il piede giusto per ingraziarsi i mercati.

Tuttavia non basterà questa decisione a fermare la speculazione contro di noi. Occorre che i paesi sotto attacco (l’Italia in primo luogo) diano vere prove di determinazione nell’affrontare i loro problemi strutturali. Occorre che i Governi che si sono mostrati incapaci di affrontare la crisi passino la mano a nuovi governi. Occorre che l’Europa, preso atto di queste determinazioni dei paesi sotto attacco, garantisca i debiti sovrani di tutti i paesi, così come la Federal Reserve garantisce quello degli USA. E difatti, i tassi di interesse sui buoni del Tesoro americani sono rimasti bassi, malgrado il giusto deprezzamento che le agenzie di rating hanno decretato a suo tempo per l’economia statunitense.

Riuscirà Mario Draghi a imporre questa visione ai colleghi tedeschi? Si spera vivamente di si, perché ne ha le capacità e perché è la sola via per salvare l’Europa ed evitare una prossima depressione.

Related Post
Categories: Interviste