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Sudafrica: l’economia cresce, ma è minacciata dagli scioperi

La crescita economica del Sud Africa mette il piede sull’acceleratore, ma i continui scioperi rischiano di tirare il freno a mano. Il Pil è aumentato del 3 per cento tra aprile e giugno. Si tratta del più alto incremento di quest’anno, fa notare l’Ufficio statistico di Pretoria.

Il buon risultato si deve al boom del settore manifatturiero, cresciuto dell’11,5 per cento nel secondo quadrimestre grazie alla ripresa dei metalli di base. Intanto il rand, la valuta sudafricana, si aggira intorno ai minimi degli ultimi quattro anni, abisso in cui è caduta la settimana scorsa, nel bel mezzo di uno sciopero che ha bloccato la produzione automobilistica e di un altro, minacciato, che avrebbe paralizzato le miniere d’oro.

Il settore manifatturiero è la seconda industria del Sud Africa. La sua espansione nel secondo quadrimestre è stata la più alta dai primi quattro mesi del 2011. Ma gli economisti si aspettano che il terzo quadrimestre possa subire dei contraccolpi per lo sciopero iniziato la settimana scorsa da 30 mila lavoratori dell’auto. Un settore, questo, che vale il 6 per cento del Pil. E l’interruzione delle catene di montaggio sta costando 60 milioni di dollari al giorno.

Nubi anche sul minerario, in contrazione del 5,6 per cento nel secondo quadrimestre rispetto al primo, che si sta preparando a una serie di scioperi. In questo caso, il danno per l’economia potrebbe essere di 35 milioni di dollari al giorno di mancata produzione. I calcoli sono basati sulle attuali quotazioni del metallo prezioso.

La più grande economia africana ha milioni di lavoratori non qualificati e circa il 40 per cento della popolazione vive con meno di 5 dollari al giorno. La metà degli adulti non ha un’occupazione. Dal 2000, i salari reali al netto dell’inflazione sono saliti del 53 per cento, mentre la produttività è calata di 41 punti. I datori di lavoro si lamentano della legislazione in materia occupazionale, troppo restrittiva a loro giudizio.

Per gli economisti, le cifre relativi al Pil lasciano poco spazio di manovra alla banca centrale per arrivare a tagliare i tassi di interesse il mese prossimo. La settimana scorsa, l’inflazione ha superato il tetto del 3-6 per cento e i dati dettagliati indicano che l’euforia degli acquisti, spinta dal credito, sta per finire, oscurando le prospettive di crescita.

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