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Stellantis vende meno, guadagna di più e vola in Borsa. Ferrari l’opposto. Ma cosa unisce le due anime di Exor?

FIRSTonline

Meno vendite più guadagni. E’ quanto emerge dalla trimestrale di Stellantis, il colosso guidato da Carlos Tavares che, ha chiuso il primo trimestre 2022 con ricavi netti per 41,5 miliardi di euro, con un aumento del 12% rispetto ai 37 miliardi di euro del primo trimestre 2021. Nello stesso periodo le consegne consolidate sono state pari a 1.374.000 unità, in calo del 12% principalmente a causa della mancata evasione di ordini per l’approvvigionamento di semiconduttori.

Stellantis soffre per i chip ma recupera sull’elettrico 

Il paradosso si spiega, parole del chief financial officer Richard Palmer, “grazie ai prezzi netti, a un miglior mix di modelli e a cambi di conversione più favorevoli”. Insomma, a favore della multinazionale presieduta da John Elkann gioca l’ottima performance del mercato americano accentuata dall’aumento del dollaro. Ma anche la maggior redditività delle vetture vendute in Europa, dove, in assenza di forniture adeguate di chips, sono stati privilegiati i modelli più redditizi.

Da segnalare, in particolare, la crescita di oltre il 50% rispetto all’anno precedente nelle vendite di veicoli elettrici nella regione Enlarged Europe. Grazie a questa politica, spiega ancora Palmer, “la guidance per l’intero anno, con margini di risultato operativo rettificato a doppia cifra e flussi di cassa positivi, è confermata, nonostante le condizioni sfavorevoli in termini di approvvigionamenti e di inflazione, grazie al successo dei modelli e alle partnership strategiche”. Senza dimenticare i passi in avanti verso il raggiungimento della capacità produttiva di 400 GWh per le batterie entro il 2030 grazie alla sottoscrizione, nel primo trimestre del 2022, di partnership strategiche con LG Energy Solution e Automotive Cells Company (ACC), che consentiranno rispettivamente di realizzare il primo impianto di produzione di batterie agli ioni di litio su vasta scala in Canada, Windsor e una nuova “gigafactory” a Termoli.

Questi dati hanno dato la carica a Stellantis in Piazza Affari. I titoli del gruppo automobilistico salgono del 3,77% a 13,306 euro, con un massimo toccato a 13,462 euro, mettendo a segno una delle migliori performance del Ftse Mib (+1,78%). Andamento in linea anche alla Borsa di Parigi, dove Stellantis sale del 3,62% con il Cac40 in progresso del 2%.

Ferrari recupera dopo il tonfo ma il mercato penalizza il lusso

Una performance che consola John Philip Elkann che alla vigilia, nelle vesti di presidente di Ferrari, ha dovuto registrare un tracollo del 5,74% a fronte di un trimestre positivo. Al contrario di Stellantis, la Rossa nei primi tre mesi, ha aumentato le vendite (3.251 pezzi nel trimestre, +17%) che nel 2021 hanno toccato la cifra record di 11.155 veicoli. E le prospettive dell’anno in corso fanno prevedere nuovi primati: le prenotazioni per i nuovi modelli, ha annunciato il Ceo Benedetto Vigna, coprono l’intera capacità produttiva di Maranello per tutto il 2023. Ma i nuovi record, alimentati dal successo della Daytona Sp 3, non hanno impedito una brusca frenata in Borsa, parzialmente corretta dal recupero di stamane: +1,66% alle 10 e 45. Perché questa diversa opinione dei mercati?

  • Ferrari ha pagato la diffidenza del mercato nei confronti del settore lusso, di cui è ormai considerata un’esponente di punta. La caduta delle attività in Cina, nonché la prospettiva dell’aumento dei tassi, ha spinto gli operatori a ridurre l’esposizione su un settore che vanta multipli esagerati. Di qui la scelta di fermarsi dopo i recenti guadagni: il modello di business è solido e sostenibile, ma correttamente prezzato. 
  • In attesa delle novità che Benedetto Vigna è pronto ad annunciare il prossimo 16 giugno, nel Capital Market Day di Maranello in cui su farà il punto sui progressi verso la Ferrari elettrica e lo sviluppo delle diverse partnership che dovranno spingere la Rossa a nuovi traguardi. Intanto Vigna, scuola Stm, ha confermato di essere un tecnologo prudente, al servizio della tradizione: la Purosangue, prossimo bolide dell’Emilia Valley, monterà il motore V 12, il più potente e dai consumi estremi, come chiedono i super ricchi del pianeta: la svolta verde è riservata al futuro.
  • Stellantis, al contrario, è premiata perché ancora una volta Tavares ha presentato risultati migliori delle attese, senza fare sconti sui prezzi di vendita: il compito di sostenere la congiuntura tocca ai governi, come si accinge a fare anche l’Italia. 

Stellantis raccoglie i frutti dei successi in Nord America

Il successo di questa linea deve molto al mercato americano. Il Nord America ha generato 20,7 miliardi grazie alla forza dei nuovi modelli, tra i quali spiccano Jeep Grand Cheroke e i Wagoneer/Grand Wagoneer. 

Ma nell’area Emea Stellantis si è comunque difesa grazie al successo delle nuove  Ds4, Fiat New 500, Opel Mokka e la gamma di veicoli commerciali leggeri per la regione Enlarged Europe.

Il quadro non cambia in prospettiva. Anzi, Stellantis mette in conto un rallentamento del Nord America ( crescita invariata rispetto al precedente +3%), dell’Europa (-2% rispetto al +3% precedente) e si accontenta di confermare le previsioni sulla crescita in America Latina ed in Asia, rispettivamente +3% e +5%. 

Ma, nonostante il calo dei volumi, redditività e free cash flow continueranno a crescere, a conferma dell’abilità del gruppo a gestire nella maniera più efficiente i vari stabilimenti ma anche i risultati della politica di vendita basata su forti risparmi dei costi commerciali a scapito dell’organizzazione delle reti di vendita. In attesa di aumentare la quota delle auto vendute online, saltando mediazioni e spese varie.

E Tavares accelera sull’elettrico

Nell’attesa di centrare l’obiettivo Tavares accelera sul fronte dell’elettrico, nonostante il Ceo non perda occasione per ribadire il suo scetticismo per la soluzione “tutto elettrico” delle autorità europee. “Come da sette anni sto ripetendo a tutti, compresi molti capi di stato – ha detto la settimana scorsa in visita all’Alfa Romeo –  alla base di ogni trasformazione c’è l’energia e prima di partire con l’elettrificazione bisognava pensarci, avere le idee chiare su come procurarsela: e questo resta il grande problema strategico”.

LEGGI ANCHE: Tavares: “Su Stellantis impatto guerra limitato. L’Europa decida sull’energia”

“Non hanno ascoltato i nostri appelli – ha aggiunto –  Noi costruttori dicevamo che le vetture elettriche sono pronte, Stellantis ha già 19 veicoli Bev e l’anno prossimo diventeranno 23, ma il problema a lungo termine è l’energia pulita e sostenibile. Ciò che manca ancora è la certezza di come produrla. Ciascun paese è andato per la propria strada e l’Europa si spaccherà sempre più in due gruppi, tra chi accelera come il mio Portogallo dove il 61% di energia è già da fonti rinnovabili, e chi cerca ancora altre soluzioni: ad esempio il nucleare o nuove riserve di gas, qualcuno magari resterà aggrappato ai fossili. La grande incognita del futuro è questa, bisogna accelerare sulle rinnovabili. Bisognava farlo prima di partire con i processi di elettrificazione”.

In questa materia, però, Stellantis non è rimasta a guardare.  Nel trimestre l’azienda ha registrato “importanti progressi verso il raggiungimento della capacità produttiva di 400 GWh per le batterie entro il 2030”, spiega una nota aziendale. In particolare, sono state sottoscritte  le partnership strategiche con LG Energy Solution e Automotive Cells Company (ACC), che consentiranno rispettivamente di realizzare il primo impianto di produzione di batterie agli ioni di litio su vasta scala in Canada,  a Windsor,  e una nuova “gigafactory” a Termoli.

La tecnologia unisce i piani di Tavares e Vigna

 Intanto, avanza il piano strategico “Dare Forward 2030”, che segna il percorso verso un futuro sostenibile della casa nata dalla fusione tra Fca e Psa basata sull’integrazione sempre più stretta tra il mondo della mobilità e l’economia digitale: Stellantis ha stretto una partnership strategica con Amazon e Foxconn per sviluppare una serie di servizi per riqualificare l’offerta sul mercato. L’obiettivo è sviluppare un’offerta basata su modelli basic (accessibili al grande pubblico) che possono essere arricchiti da funzioni da affittare o comprare tramite App. 

E’ su questo terreno all’insegna della tecnologia che si integrano le sfide di Vigna, scienziato dei chips chiamato a trasformare in volt la potenza dei cavalli di Maranello, e di Tavares, pilota di rally alla ricerca di emozioni forti all’insegna dell’innovazione “risparmiosa”. Come piace all’ingegnere Elkann, il primo ad essere convinto che la rivoluzione dell’auto è appena cominciata.

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