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State Street: certezza sui dati sociali delle aziende ne accresce il valore

I fattori ESG (environmental, social and governance) possono concorrere alla creazione di valore all’interno dell’azienda e stanno ottenendo sempre maggiore attenzione e Chirag Patel, responsabile dell’area EMEA del settore Innovation & Advisory Solutions di State Street Global Exchange e State Street Associates ne commenta I risultati e le prospettive.

Secondo alcune ricerche oggi più di un quarto degli 88.000 miliardi di dollari di AUM a livello mondiale vengono investiti secondo i criteri ESG, con una crescita del 17% rispetto all’anno precedente.

Tuttavia alcuni fattori ESG, come ad esempio l’impronta di carbonio di un’azienda, il numero di donne nel board e la forza lavoro impiegata nella supply chain, sono informazioni non sempre riportate nei report finanziari di una società ma che, allo stesso tempo, stanno acquisendo una crescente importanza nella determinazione dell’esposizione al rischio di un investitore. Detto questo, oltre alla generazione di alpha, i fattori ESG vengo sempre più spesso considerati come uno strumento in grado di identificare la volatilità e il rischio.

Ma quali sono le vittime di questa mancanza di dati? Un case study riguarda una società del settore dell’energia che, qualche anno fa, ha respinto pubblicamente la climate science e ha finanziato attivamente gruppi che si opponevano alle normative ambientali. La società in questione ha riportato un calo del 99% del prezzo delle azioni nel corso di cinque anni e alla fine ha presentato istanza di fallimento ai sensi del Chapter 11. Gli investitori hanno perso milioni ma, in realtà, avrebbero potuto evitarlo.

Avere la possibilità di visionare le informazioni non finanziarie di una società è estremamente importante per un crescente numero di investitori e regolatori che riconoscono il potenziale impatto dei fattori ESG su un’azienda, sui rendimenti e sui rischi di un portafoglio di investimenti.

La divulgazione delle informazioni rilevanti è fondamentale per una valutazione informata e consapevole, ma spesso questi dati non sono immediatamente a disposizione.

Dai nostri studi emerge che il principale ostacolo alla completa integrazione dei criteri ESG è la mancanza di dati standardizzati e di buona qualità: l’80% degli investitori retail e istituzionali ritengono infatti che vi sia una mancanza di standard sull’integrazione ESG. Inoltre, più della metà (53%) degli investitori istituzionali ritiene che, durante il processo di investimento, la mancanza di dati sulle performance ESG dichiarate dalle aziende rappresenti un motivo di preoccupazione, e il 92% degli intervistati gradirebbe che le aziende segnalassero in maniera esplicita i fattori ESG che influenzano la performance in modo rilevante.

Il processo di definizione e identificazione del valore fatto in modo efficiente al fine di generare alpha ha subito un impressionante cambiamento negli ultimi decenni. Inoltre, gli investitori non hanno necessariamente la capacità o la possibilità di effettuare analisi molto granulari quando valutano tutti gli asset a cui vorrebbero esporsi.

Allo stesso tempo stiamo assistendo alla crescita dell’interesse per le nuove tecnologie, che possono offrire la possibilità di studiare facilmente gli investimenti utilizzando un’analisi di tipo ESG.

Gli investitori vogliono riportare buone performance e allo stesso tempo essere responsabili. Per poter fare questo in maniera efficace, devono avere accesso ai dati ESG, dando vita a una nuova dimensione nel mondo degli investimenti e avendo a disposizione una quantità di dati societari mai vista prima.

Man mano che i dati disponibili aumentano, separare il “suono” dal “rumore” diventa fondamentale. Trovare strumenti che forniscano accesso ai dati, ma anche informazioni strategiche non utilizzabili in precedenza, sarà il fattore che permetterà davvero agli investitori di identificare il valore in modo rapido e agevole.

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Categories: Finanza e Mercati