X

Spread sotto quota 100 e la Borsa vota Draghi

Pixabay

Spread sotto quota cento e Borsa lanciata verso i 23mila punti: prosegue l’effetto Mario Draghi su Piazza Affari, mentre partono le consultazioni del premier incaricato e si registrano importanti aperture da parte di Conte, Di Maio e Berlusconi.

Il listino milanese si conferma il migliore a livello europeo e chiude con un rialzo dell‘1,9% a 22.900 punti, spinto soprattutto dai titoli finanziari e dal balzo di Pirelli (+5,72%). Il carisma dell’ex banchiere centrale europeo si fa sentire però soprattutto sull’obbligazionario. Nel pomeriggio, il differenziale di rendimento fra decennale italiano e tedesco è sceso sotto i 100 punti base, come non accadeva dal dicembre 2015, quando al governo c’era Matteo Renzi. La chiusura è a 99 punti, con il tasso del Btp che arretra in zona minimi a +0,54%. 

Il rally prosegue per il quarto giorno consecutivo anche nella zona euro, con Wall Street che, a sua volta, è partita ben intonata. Francoforte, nelle battute finali, sale dello 0,93%, dopo che ieri i partiti della coalizione di governo hanno raggiunto un accordo su una serie di misure aggiuntive per sostenere i cittadini e le imprese colpiti finanziariamente dalla pandemia di Covid-19. Deutsche Bank resta piatta, dopo aver annunciato per il 2020 il primo utile da sei anni, grazie alla performance della divisione di investment banking.

Sulla stessa lunghezza d’onda Parigi +0,82%; meglio Madrid +1,4%. Fuori dall’area della moneta unica Londra è praticamente invariata (-0,02%), mentre finisce sotto i fari delle autorità antitrust Ue e Gb il maxi piano di acquisizione del gigante di schede grafiche Nvidia sul produttore di microprocessori britannico Arm. Il progetto, annunciato lo scorso settembre e valutato 40 miliardi di dollari, secondo il Financial Times è sotto analisi a causa di richieste di blocco da parte di diverse società rivali.

Wall Street viaggia in progresso frazionale, incoraggiata dal calo delle nuove richieste di sussidi di disoccupazione e dai primi passi compiuti dai democratici per approvare il piano di aiuti da 1.900 miliardi con la ‘reconciliation’, ovvero con la maggioranza semplice, evitando l’ostruzionismo dei repubblicani. Dopo il caso GameStop, oggi è in programma un incontro tra la segretaria al Tesoro, Janet Yellen e le massime autorità di regolamentazione per discutere della volatilità dei mercati; all’orizzonte, possibili nuove regole per hedge fund, piccoli investitori e broker. D’altra parte le autorità di vigilanza dell’Ue potrebbero intervenire in risposta all’aumento delle attività di trading online da parte degli investitori retail, come ha avvertito l’Esma.

Sul mercato valutario il dollaro si conferma intonato, sorretto da maggior ottimismo sul fronte economico con le nuove richieste di sussidio scese ai minimi degli ultimi due mesi (-33mila, per un totale di 779mila). L’euro s’indebolisce contro il biglietto verde e cambia poco sotto 1,2. In rosso anche il cross con la sterlina a 0,87. Tonfo dell’oro, con il future aprile 2021 che perde il 2,4% e tratta a 1791,25 dollari l’oncia. Si sgonfia ulteriormente l’argento, -2,7%, 26,152 dollari l’oncia.

È poco mosso il petrolio (Brent -0,14%, 58,59 dollari al barile), dopo i recenti guadagni. Ieri l’Opec+ ieri ha esteso gli accordi sulle forniture, mantenendole ai livelli attuali, segnale che i produttori sono soddisfatti per il fatto che i tagli stanno prosciugando le scorte, sebbene permanga incertezza sull’outlook per la ripresa della domanda a causa della pandemia.

In Piazza Affari oggi i titoli oil sono andati bene, ma gli acquisti si sono riversati soprattutto su Pirelli, dopo il giudizio positivo di Bank of America (buy) con target di prezzo alzato a 5,6 euro. Bofa cita un outlook “bullish” sulla società sostenuto dalle previsioni più alte sui ricavi grazie alle maggiori quote di mercato e all’elevata esposizione al segmento degli pneumatici ‘high-value” e ‘specialty. Come si legge su First però dietro questa frenesia di acquisti potrebbe esserci anche la possibilità che Pirelli stia “per cedere il suo 0,37% di azioni dell’Inter nell’ambito della vendita del club”. 

Scatto di Finecobank, +6,21%, migliore blue chip, che in gennaio ha registrato una raccolta netta totale pari a 890,8 milioni di euro, in aumento del 175% rispetto ai 323,2 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Prosegue la positiva intonazione di altri titoli del risparmio gestito come Azimut +4,6% e Banca Mediolanum +3,25%.

Banche ancora in spolvero: Banco Bpm +4,36%; Bper +4,17%; Intesa +2,94%; Mediobanca +2,95%; Unicredit +2,62%. Nella top ten del giorno anche Moncler +4,36%; Exor +3,63%; Generali +3,14%. I ribassi sono pochi e penalizzano soprattutto Recordati -1,2% e Interpump -0,98%. Bene anche l’indice Ftse Star, che comprende le società di medie dimensioni, salito sui massimi storici.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati