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Sette bond brevi per ogni Btp: i consigli di Drusiani (Banca Albertini Syz)

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La prospettiva di ripresa economica e il valore basso cui si sono attestati i rendimenti dei titoli di Stato sono fattori essenziali per decidere la tipologia di investimenti da effettuare con l’arrivo dell’autunno. Supponendo una ripresa graduale dei rendimenti, che con molta probabilità avverrà per la fine del 2013, variano i pesi all’interno del portafoglio titoli. Se la propensione al rischio dell’investitore è bassa il rapporto tra obbligazioni lunghe (più di 5 anni) e brevi (inferiori ai 5 anni) è 1 a 7; pertanto, per ogni Btp lungo dovranno essercene 7 brevi in portafoglio. Il rapporto scende a 6,5 se la propensione è moderata e a 3,25 per investitori mediamente avversi al rischio, mentre si annulla del tutto in caso di propensione al rischio alta. Poiché la maggior parte degli investitori è caratterizzato da un’inclinazione moderata al rischio l’86,5% del comparto obbligazionario andrebbe destinato ad emissioni brevi, il 13,5% a quelle lunghe. E’ quanto consiglia Angelo Drusiani, gestore obbligazionario di Banca Albertini Syz sulle colonne del dorso Risparmio del Corriere della Sera

La prevalenza di titoli a breve termine tende a rassicurare chi investe ma offre una redditività contenuta. Per questo, secondo numerosi analisti, in un portafoglio caratterizzato da propensione moderata al rischio, il 55% del patrimonio deve essere destinato alla componente azionaria.

Infine, ai titoli governativi italiani si può assegnare all’incirca il 15-20% del patrimonio disponibile. L’obiettivo è quello di investire in strumenti che diano un rapporto tra rischio e rendimento di buon livello.

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