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Serie A, si riparte? L’apertura di Conte

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Serie A, forse si riparte. L’apertura, dopo che negli ultimi giorni il bollettino sembrava più propendere verso il “no” (dopo lo stop già ufficiale del campionato francese e in attesa delle decisioni degli altri campionati europei), è arrivata dallo stesso premier Giuseppe Conte, che in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano ha fatto trapelare un certo ottimismo: “Convocheremo il mondo dello sport per un vertice sulla ripresa”, ha detto il presidente del Consiglio. “Insieme al ministro Spadafora, che ha fatto un ottimo lavoro, faremo il punto: raccoglieremo le istanze della Federcalcio e delle altre federazioni per avere un quadro condiviso della ripresa delle attività sportive”. Nei giorni scorsi lo stesso ministro Vincenzo Spadafora, ritenuto da alcuni contrario alla ripartenza, aveva detto: “La Serie A riparte soltanto in sicurezza. Se ci saranno le condizioni, sarò felice di dare il via”.

Insomma c’è ancora molta incertezza ma la novità è che dopo un certo pessimismo dovuto anche alla difficoltà di riprendere gli allenamenti (le Regioni stanno una dopo l’altra concedendo le prime autorizzazioni ai club) e a riorganizzare il calendario (mancano 12 partite solo di campionato, più le coppe), la parola “ripresa” inizia ad essere pronunciata anche dal Governo.

Ma come si regolano gli altri Paesi europei? La Francia sembrava aver indirizzato le scelte degli altri Paesi dichiarando lo stop definitivo alla Ligue 1, ma in realtà non sarà così. In attesa di capire cosa faranno la Premier inglese e la Liga spagnola, ancora incerte, è invece lanciatissima la Germania: nonostante i medici stiano continuando a mettere in guardia dai grandi rischi per gli stessi calciatori (“Un calciatore infetto rischia di finire la carriera”, ha detto il medico sportivo Wilhelm Bloch dell’Università dello sport di Colonia), la ripresa è stata fissata per il 15 maggio. Gli allenamenti sono ufficialmente ripresi da tempo e nonostante qualche caso di positività, la Germania non intende rinunciare al business sportivo e al regolare completamento dei tornei.

In Italia c’è ancora molta divisione: come è fisiologico che sia, le squadre che hanno più interesse a scendere in campo stanno spingendo per finire in qualche modo il campionato, anche in piena estate. Altre sono neutrali, mentre in pochissimi – come ha fatto giustamente notare il campione del mondo Marco Tardelli – si stanno chiedendo cosa vogliano veramente i calciatori e se se la sentano davvero di giocare, rischiando il contagio. Riprendere sarà comunque complicato, visto che la Uefa vorrebbe portare a termine le coppe entro agosto e dunque i calendari potrebbero intasarsi. Ma a quanto pare, non è più così improbabile.

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