X

Serie A: Inter, Juve e Napoli in testa ma Milan e Roma risorgono

Il ruggito di Juventus e Napoli. Bianconeri e azzurri rispondono all’Inter e la raggiungono a quota 12 in classifica, per un primato a 3 che dopo 4 giornate non si vedeva dal 1960. Successi tanto importanti quanto netti quelli su Sassuolo e Benevento, arrivati senza se e senza ma. A Reggio Emilia decide lo strapotere tecnico di Dybala, al San Paolo invece è festival del gol con Mertens dritto dritto in copertina. “Non siamo tornati, ci siamo sempre stati – il commento di Massimiliano Allegri. – A Barcellona può anche succedere di perdere, oggi però siamo stati molto più compatti per quanto il gol concesso mi faccia arrabbiare.

Ad ogni modo è una vittoria meritata, e poi Dybala è un giocatore straordinario”. Inevitabile parlare della Joya, vero e proprio mattatore proprio nel giorno delle 100 presenze in bianconero: ricorrenza festeggiata al meglio con una tripletta che lo porta a quota 52 per una media spaventosa, anche in considerazione di una carta d’identità ancora piuttosto verde. E’ stato lui ad aprire il match del Mapei Stadium con un sinistro a giro da fuori area che ha lasciato di stucco Consigli (16’), è stato sempre lui a raddoppiare con una “puntata” da calcetto (49’), è stato ancora lui a firmare il tris con una punizione al bacio (63’), che ha sentenziato un Sassuolo appena rientrato in partita con Politano (51’). Vittoria che lancia la Juve in testa alla classifica assieme a Inter e Napoli, quest’ultimo autore della goleada della domenica.

Il derby campano del San Paolo infatti è finito 6-0, risultato tennistico che affossa un Benevento troppo fragile per provare davvero a dar fastidio ai “cugini”. Un festival di reti a cui ha partecipato tutto l’attacco azzurro, a partire da quel Mertens lasciato colpevolmente in panchina nella disfatta con lo Shakhtar. Il belga ha realizzato una tripletta (27’, 65’ e 90’, gli ultimi due su rigore), in mezzo la zampata di Callejon (32’) e prima ancora il tap-in di Allan (3’) e il destro a giro di Insigne (15’) a sentenziare la povera squadra di Baroni, sempre più a rischio esonero dopo l’inizio shock del suo Benevento (ultimo con 0 punti, un solo gol fatto e 10 subiti). Per un terzetto che se ne va in vetta c’è un Milan che torna alla vittoria e resta in scia nella zona d’alta classifica. Merito di un successo interno con l’Udinese che vale oro e che fa il paio con quello europeo di giovedì, per quanto in condizioni decisamente più complicate. I friulani hanno dato filo da torcere e San Siro ha potuto rilassarsi solo al fischio finale di Guida, grande protagonista del match assieme al Var. Il sistema di video-moviola ha messo lo zampino annullando prima un gol di Lasagna sullo 0-0, poi il terzo sigillo di Kalinic: in entrambi i casi decisioni giuste, visti i fuorigioco dei due attaccanti.

Il Milan ha riproposto il 3-5-2 di Vienna, lasciando però in panchina i mattatori della serata (André Silva e Calhanoglu) in virtù di Bonaventura e Kalinic. Scelta azzeccata soprattutto la seconda, visto che il croato è stato il grande protagonista del match con due gol decisivi, il primo su assist di Calabria (22’), il secondo su sponda di Kessie (31’). In mezzo il momentaneo pareggio di Lasagna su erroraccio di Romagnoli (28’), poi alcune occasioni da una parte e dall’altra ma nessun altro gol, per un 2-1 finale che fa tirare un bel sospiro di sollievo a Montella. “E’ stata una vittoria sofferta e meritata – le parole del tecnico rossonero. – La reazione dopo il pari dell’Udinese mi è piaciuta, invece non mi ha soddisfatto il calo di concentrazione che ha portato al loro gol. Molti ragazzi sono dei diamanti semi-grezzi, dobbiamo solo lavorare giorno dopo giorno perché questa squadra ha un grande potenziale”. Le grandi vincono, la classifica comincia a delinearsi.

Il turno infrasettimanale non lascia molto tempo per le analisi, solo il gusto e la consapevolezza di un’altra due giorni di campionato al cardiopalma, nella quale il margine d’errore è davvero ridotto al minimo.

Related Post
Categories: Sport