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Scienza e impresa: la Fondazione Golinelli lancia ReActor

L’immagine dello scienziato in camice bianco, immerso in un laboratorio pieno di provette fumanti e con i capelli scompigliati in testa è un po’ datata, ma quella in giacca e cravatta o su un tacco 12, a capo di un consiglio di amministrazione o a seguire le quotazioni di Wall Street, ancora stride. Eppure scienza e impresa sono spesso fatte l’una per l’altra e la Fondazione Golinelli di Bologna vuole, da anni, celebrarne il matrimonio. Il nuovo passo in questa direzione si chiama ReActor ed è la prima e unica scuola italiana di imprenditorialità e innovazione interamente destinata a scienziati desiderosi di portare sul mercato i frutti dei loro sforzi.

L’iniziativa è già ai blocchi partenza, con l’individuazione di 13 team che prenderanno parte al primo corso. Le squadre sono formate da ricercatori fra i 25 e i 35 anni, scelti fra una novantina e provenienti dai quattro partner scientifici dell’iniziativa: Università di Bologna, Università di Modena e Reggio Emilia, CNR Bologna e Istituto Ortopedico Rizzoli. La maggior parte sono donne, specializzate in vari ambiti: scienza dei materiali, fotonica, intelligenza artificiale, biologia molecolare e robotica.

Molti gruppi sono formati da scienziati che collaborano da anni a progetti di ricerca internazionali, con un altissimo livello di competenza scientifica avvalorato da decine di pubblicazioni su riviste internazionali, i quali, per la prima volta, si cimentano con la sfida imprenditoriale del trasferimento tecnologico.

La Fondazione Golinelli, con un investimento di centomila euro, attraverso ReActor, faciliterà l’integrazione tra queste ricerche di frontiera e il mercato, nella convinzione che il connubio scienza-imprenditoria rappresenti uno dei più potenti motori di innovazione del sistema paese. Un aiuto verrà anche dai diversi i partner industriali e istituzionali, tra cui Fondazione del Monte, Banca di Bologna, Imperial Fashion, Bio-On.

“I territori che sono in grado di competere oggi a livello internazionale hanno alcune caratteristiche in comune –  spiega Antonio Danieli, direttore generale di Fondazione Golinelli – innanzitutto una dimensione demografica rilevante: si fa innovazione e si compete tra gruppi di 15-20 milioni dì abitanti, che siano città, agglomerati di città, regioni o macro regioni. Poi una densità del mercato del lavoro qualitativamente e quantitativamente alta, possibile solo con la presenza di importanti centri di ricerca e università”. Perciò “è necessario un collegamento continuo, ricorrente e osmotico, con gli altri territori di eccellenza a livello internazionale. Questo è il presupposto dell’impegno di Fondazione Golinelli nel progetto ReActor, un anello della virtuosa filiera formativa dedicata a favorire nei giovani lo sviluppo di una cultura imprenditoriale e a stimolare la loro intraprendenza. Dopo il Giardino delle Imprese, pensato per gli studenti degli ultimi anni delle scuole secondarie di secondo grado, Icaro l’alta formazione per gli universitari, ReActor è il punto finale prima dell’ultimo step dell’incubazione-accelerazione rappresentato da G-Factor”.

ReActor – dice Simone Ferriani, direttore Scientifico del programma – alimenterà il percorso formativo dei partecipanti “attraverso un mix molto originale: lezioni, lavoro sul campo, confronto con affermati scienziati-imprenditori, coaching individuale e un periodo di formazione in ecosistemi imprenditoriali internazionali, in Silicon Valley e nel Nord America, oltre che a Londra, tutto completamente gratuito per i team selezionati”.

I 13 gruppi fortunati (ma in questo caso soprattutto bravi) sono:

  • AI – Training Machine (Università di Bologna)
  • Argento Vivo (Istituto Ortopedico Rizzoli)
  • BIPOD Technologies (Team Indipendente)
  • Dimoth Health (Team Indipendente)
  • Material Solutions (Università di Bologna)
  • Micro-ReSkin (Università di Modena e Reggio Emilia)
  • MyoSalus (Università di Modena e Reggio Emilia)
  • Natura.Pro.Sun (CNR)
  • REUSABLE-X (CNR)
  • SiNCORE (Università di Bologna)
  • Therapomics (Istituto Ortopedico Rizzoli)
  • VOSTARS (Università di Bologna)
  • Wearable Biosensor (Università di Bologna)
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