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Saint Nazaire, è sempre braccio di ferro tra Fincantieri e Parigi

“La firma dovrebbe arrivare intorno al 15 febbraio, e la finalizzazione dell’accordo entro aprile, prima delle elezioni presidenziali del 23”. Così aveva parlato, circa un mese fa, il segretario di Stato all’Industria francese Christophe Sirugue, in merito all’operazione che vedrebbe l’italiana Fincantieri rilevare dal gruppo coreano STX Offshore & Shipbuilding il 66,6% degli storici cantieri navali di Saint Nazaire, a pochi chilometri da Nantes, nel Nord-Ovest della Francia.

L’accordo però non sarebbe ancora così vicino, stando a quanto riporta la stampa francese che parla di una vera e propria fase di stallo: Parigi vorrebbe che Fincantieri (controllata al 70% da Cassa Depositi e Prestiti) lasciasse la maggioranza a un azionariato autoctono, visto che attualmente lo Stato detiene già il 33,4% della società che gestisce un sito considerato strategico per l’industria transalpina. Il gruppo italiano però non vuole sentire ragioni e secondo quanto scrive Les Echos avrebbe anche declinato un invito ricevuto da Sirugue per un tavolo con gli stati maggiori dell’armatore francese DCNS (che Parigi vorrebbe inserire a tutti i costi nell’azionariato), degli statunitensi di Royal Caribbean Cruises Limited (RCCL) e degli italo-svizzeri di Msc, in programma in teoria la prossima settimana.

I francesi insistono sulla volontà di creare “un’entità europea”, più eterogenea e controllata dal pubblico, Fincantieri invece crede fino in fondo a un investimento che gli garantirebbe l’assoluto controllo della società, anche se attualmente, secondo la legislazione francese, con il 33,4% il governo ha il diritto di veto sulle modifiche del capitale sociale. E soprattutto, anche se finora non ha manifestato l’intenzione di avvalersene, lo Stato francese avrebbe anche il diritto di prelazione per eventualmente diventare socio di maggioranza.

Al momento l’unica cosa certa sembra dunque lo slittamento dell’operazione, almeno di qualche settimana e forse, a questo punto, persino oltre la data delle elezioni presidenziali (il primo turno è in programma il 23 aprile). Parigi non si sbilancia ma ribadisce la volontà di “avere garanzie sui posti di lavoro, sulla conservazione della filiera e sulla tutela degli interessi militari francesi”, pur apprezzando l’eventualità che Saint Nazaire finisca in mano “a un partner europeo”. Da parte sua, Fincantieri ha preferito chiudersi dietro un “no comment”.

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