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Tim, Vivendi punta a valutare 31 miliardi la rete: sopra stima analisti

Imagoeconomica

Vivendi, primo socio di Tim, punta a ottenere una valutazione di 31 miliardi di euro per la Rete di Tim, incluso il debito, secondo fonti vicine alla società francese riportate da Reuters, aggiungendo che la quota di debito da trasferire dovrebbe essere di almeno 10 miliardi.

Le azioni Tim si sono mosse al rialzo, chiudendo la seduta con un aumento del 2,6% e una performance migliore dell’indice FtseMib (+1%).

Tim, Vivendi: la valutazione è superiore alle stime di 17-21 miliardi

Continua dunque il toto valutazione della NetCo, la società della rete che verrà scorporata dalla casa madre, mentre gli analisti hanno indicato una forchetta di 17-21 miliardi. Vivendi ha dimostrato invece di voler tener alta l’asticella sui valori della rete.

Arnaud de Puyfontaine, Ceo di Vivendi (che detiene il 23,75% di Tim), in una recente intervista a Repubblica ha detto – facendo riferimento a tale forchetta- che la società francese “non appoggerà mai la cessione della rete a quei valori” aggiungendo che questo è “nel migliore interesse di Tim”.

Vivendi ha inoltre confermato il suo impegno a restare nella società dei servizi del gruppo, la ServCo, che si creerà una volta separata l’infrastruttura, secondo fonti vicine alla media company francese e la societa’ di servizi, controllerà la TopCo, azienda che sara’ formata mettendo assieme i Top client di Tim, Noovle, Telsy e Olivetti.

A fine marzo l’indebitamento finanziario netto di Tim era pari a 22,6 miliardi, in aumento di 1,5 miliardi su anno e di 0,5 miliardi rispetto al 31 dicembre 2021.

Verso la presentazione del piano industriale il 7 luglio

Il 7 luglio prossimo in occasione del Capital Market Day di Tim, sarà presentato al mercato il progetto di riorganizzazione con la presentazione del piano industriale del gruppo guidato da Pietro Labriola. Tim ad aprile ha respinto la proposta di acquisto non vincolante da 10,8 miliardi di euro da parte di Kkr, che valorizzava l’intera società 33 miliardi circa includendo il debito netto

Oltre alla definizione del valore economico e finanziario, la Rete unica è attesa al vaglio delle Authority di vigilanza e controllo, sia nazionali che europee. Decisivo sarà soprattutto il parere dell’Antitrust europeo e della sua commissaria, Margrethe Vestager, che in passato ha sempre mostrato diffidenza verso la Rete unica quando Tim era un operatore verticalmente integrato. Giudizio che dovrebbe cambiare nel momento in cui Tim si prepara a dividersi in due – da una parte l’attività dei servizi e dell’altra la rete – e perciò a superare la sua dimensione di gruppo verticalmente integrato.

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