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Report Barclays sulle assicurazioni: il rischio sovrano frena le italiane

Tutta colpa del rischio sovrano: è per questo che oggi gli analisti di Barclays Capital non punterebbero su Generali e tanto meno su Fondiaria Sai o su Unipol. Ma piuttosto su Prudential, Swiss Re, Vig, Legal&General, Catlin, Resolution. L’ottica però è quella di un investimento in un titolo che ripaghi in Borsa nell’arco di 12 mesi. Così nel report pubblicato ieri sulle assicurazioni europee, Generali è giudicata una compagnia solida con un’attraente business operativo ma senza grande spazio di upside rispetto alle quotazioni attuali (+14% con target price a 14,20), a causa della pressione sui bond italiani che pesano per buona parte degli investimenti. D’altra parte Barclays ammette che negli ultimi sei mesi le Generali hanno fatto meglio del 10% in media dei concorrenti (Axa, Allianz e Aviva), mettendo a segno la migliore performance del settore. Ma per cercare il rally, così, per il broker è meglio una Prudential (il target price incorpora un upside del +52%) i cui punti di forza sono i dividendi in crescita e una buona rete asiatica. Oppure Swiss Re: + 45% la potenziale corsa del titolo grazie, secondo quanto scrive Barclays, a una forte solida crescita dei profitti, un solido bilancio e capitale e possibilità di miglioramenti dalla ristrutturazione della rete. Nel dettaglio il broker è andato alla ricerca di società che presentino almeno una di queste caratteristiche: una forte base di capitale che non renda necessari aumenti o protegga da imprevisti; profitti differenziati e/o non correlati; esposizione a una crescita strutturale di lungo termine e capacità di distribuire dividendi. E in un modo o nell’altro mette fuori gioco le compagnie italiane che in alcuni casi, come le Generali, hanno indubbi punti di forza. Ecco cosa pensa la banca delle singole società.

FONDIARIA SAI, ALTO VALORE MA RISCHIO NON QUANTIFICABILE

“Rimaniamo positivi sulle prospettive di ripresa del comparto assicurativo auto in Italia e Fondiaria (equal weight e target price a 0,97) potrebbe rappresentare il miglior modo per prendere un esposizione a questo trend – afferma Barclays – ma i risultati in questo momento sono troppi binari”. In poche parole, è una scommessa in cui si vince molto o si perde molto. Senza mezze misure. Infatti se la valutazione in sé è attraente in realtà sono i rischi a non essere calcolabili. Troppe le incertezze. Sul fronte del capitale, per esempio, l’affrancamento del goodwill e anche l’eventuale la creazione del nuovo veicolo per le partecipazioni strategiche con la vendita del 40%, non sgombrano le preoccupazioni degli analisti sulla solidità del coefficiente di solvibilità del gruppo nell’attuale contesto di mercato.”La società – dice Barclays – si trova tra una pietra e un terreno duro: con la necessità di ulteriore capitale ma senza poterlo chiedere al mercato o chiedere sostegno all’azionista di maggioranza”.

LE GENERALI, SOLIDE E CON RETE ATTRAENTE MA PESA LA SITUAZIONE DI MERCATO SUI BOND ITALIANI

Le Generali ultimamente in Borsa sono state il migliore assicuratore multiline e hanno fatto meglio del 10% in media dei concorrenti (Axa, Allianz e Aviva), nonostante fossero le più esposte alle tensioni sul debito sovrano. “Siamo convinti che le Generali godano di un momento operativo molto forte – rilevano gli analisti d Barclays – ma l’attuale volatilità di mercato e i bassi valori dei bond governativi italiani stanno senza dubbio mettendo pressione sul bilancio e sui coefficienti di solvibilità”. Il gruppo, che è “una compagnia molto solida con una delle più attraenti reti europee”, tratta però a valori che sono ritenuti già giusti (1,5 volte il p/bv EX Goodwill sulle stime 2012 rispetto a 1,1 del settore; equal weight e prezzo obiettivo a 14,20). D’altra parte le Generali offrono per gli analisti un attraente mix tra mercati vita poco maturi, mercati emergenti e settori in via di ripresa (come il ramo auto in Italia) mentre praticamente nessuna esposizione a mercati già maturi come gli Usa e la Gran Bretagna. Un’esposizione geografica e di subsettori che nei prossimi 12-18 mesi potrà riservare anche sorprese in termini di profitti. Ma i problemi sul debito italiano, che rappresenta la parte più grande di un portafoglio pesantemente orientato agli strumenti a reddito fisso e ai bond governativi, mettono pressione sul book value. Per gli analisti, quindi, capitale e margine di solvibilità rimarranno un tema per il gruppo in futuro e non è escluso che nel 2011 non ci sia un taglio dei dividendi.

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Categories: Finanza e Mercati