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Renzi all’attacco su migranti e austerità: no alla Ue a guida tedesca

“Ci sono un partito e un leader che controllano l’Europa in modo inaccettabile“. Questo l’affondo lanciato ieri da Matteo Renzi nel prevertice del Pse alla vigilia del Consiglio europeo. Il riferimento del Presidente del Consiglio è evidentemente alla Germania e a alla cancelliera Angela Merkel.

Il Premier ha poi definito “surreale” l’apertura di una procedura d’infrazione da parte dell’Ue contro l’Italia per le presunte mancanze nella registrazione dei profughi.

“L’Italia ha fatto molto e sono contento dei passi avanti dell’Ue – ha aggiunto ai microfoni dei giornalisti – anche se li trovo un po’ timidi. I ricollocamenti in questo momento sono meno dell’1% di quanto promesso. I riconoscimenti, anche quelli fotometrici, vanno fatti. E noi lo facciamo da mesi: siamo ormai oltre il 90% dei nostri impegni. E’ una polemica che ha poco senso di esistere”.

La Germania, ha detto ancora Renzi ai colleghi del Pse prima di arrivare al Consiglio europeo, deve cambiare strada e abbandonare il fronte dell’austerità per aprirsi a politiche favorevoli alla crescita e all’occupazione.

Renzi ha criticato i vertici Ue, accusandoli di fare due pesi e due misure quando le decisioni da prendere riguardano la Germania, come nel caso del gasdotto North Stream.

Il Primo ministro ha poi puntato il dito contro le aziende tedesche di essere pronte a fare affari con la Russia, a cominciare dal progetto di raddoppio del gasdotto, nonostante siano in vigore le sanzioni contro Mosca e dopo che Bruxelles ha bocciato il South Stream, che interessava l’Italia.

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