L’euforia generata dal disgelo commerciale sembra essersi già esaurita, lasciando il posto alla voglia di realizzi da una parte, dall’altra ad altri obiettivi da mettere sotto la lente, non sono proprio positivi per i mercati: le preoccupazioni per il debito Usa, il probabile mancato incontro oggi tra Putin e Zelensky, lo scivolone del dollaro. Inoltre gli investitori si sono resi conto che permane molta incertezza sulle prospettive dell’economia globale e sulle caotiche politiche commerciali di Trump. Le borse asiatiche sono in calo, con i soli tech che resistono. Petrolio in ribasso del -2% dopo i passi in avanti nel negoziato sul nucleare tra gli Stati Uniti e l’Iran. L’oro ha perso 200 dollari in quattro sedute e le borse europee sono viste aprire deboli. A Piazza Affari occhi a Unicredit, Webuild, Eni.
Il “Big Beautiful Bill” di Trump pesa sui Treasuries Usa
I rendimenti dei titoli del Tesoro USA sono aumentati e il rendimento di riferimento a 10 anni è salito al massimo in un mese, in parte a causa delle preoccupazioni relative al pacchetto di bilancio del presidente Donald Trump, che aggiungerebbe migliaia di miliardi di dollari al debito statunitense. Le vendite di titoli di Stato si sono abbattute lungo tutta la curva ieri, ridimensionando le scommesse di taglio dei tassi da parte della Federal Reserve.
Ieri i repubblicani del Congresso Usa hanno fatto avanzare elementi importanti del pacchetto di bilancio, con le commissioni chiave che hanno approvato tagli fiscali che si tradurrebbero in maggior debito, tagli alla spesa sanitaria per i poveri e i disabili, riduzioni delle reti di sicurezza sociale. Il “Big Beautiful Bill” di Trump prevede 4 trilioni di dollari di debito in più rispetto al livello attuale di 36,2 trilioni di dollari equivale, pari al 127% del PIL.
Inoltre gli Stati Uniti sono pronti a ridimensionare le regole bancarie imposte in seguito alla crisi del 2008
I regolatori si preparano a tagliare i requisiti patrimoniali che sono oggetto di forti critiche da parte di Wall Street.
Dollaro in calo. Occhi su accordi sullo won coreano
Sui mercati valutari, il dollaro ha mostrato ancora debolezza rispetto alla maggior parte delle valute del Gruppo dei 10, annullando il recupero di ieri. Lo yen si è rafforzato a circa 146 per dollaro (+0,44%). Il dollaro australiano si è rafforzato grazie a dati sull’occupazione migliori del previsto. Da segnalare che il dollaro è rimasto volatile nei confronti del won coreano, scivolando per il secondo giorno consecutivo in seguito alla notizia che il vice ministro delle finanze della Corea del Sud ha discusso di valuta estera con un funzionario del Tesoro statunitense all’inizio di questo mese. I movimenti del won hanno ricordato l’ impennata senza precedenti del dollaro taiwanese di qualche giorno fa, alimentando nuovamente le speculazioni secondo cui un dollaro più debole potrebbe essere parte dell’accordo commerciale di Trump con altri paesi. Il vice ministro delle Finanze della Corea del Sud Choi Ji-young e Robert Kaproth, che attualmente svolge le funzioni di assistente del segretario al Tesoro degli Stati Uniti per le finanze internazionali, hanno parlato di politiche valutarie in un incontro avvenuto il 5 maggio a Milano, riporta Bloomberg: non è chiaro perché il vertice si sia tenuto in Italia. Un portavoce del ministero delle Finanze della Corea del Sud ha confermato l’incontro.
Wall Street attende oggi Walmart e Powell
Il modesto rialzo delle azioni statunitensi di ieri ha coperto una giornata di calo generalizzato per la maggior parte dei settori. Nel corso della giornata attesi spunti dalle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, dai conti di Walmart e dal discorso del presidente della Fed.
Le grandi aziende tecnologiche hanno rappresentato la principale eccezione, insieme a un mix di singoli titoli. L’ S&P 500 è salito dello 0,1% durante la notte, mentre il Nasdaq 100 ha guadagnato lo 0,5%, sostenuto da un rialzo di Nvidia Corp che ha cancellato le perdite del 2025 per il produttore di chip. Boeing Co. ha registrato un rally grazie al suo più grande accordo di sempre, dopo che Qatar Airways ha ordinato un jet a lungo raggio durante la visita a Doha di Donald Trump. Starbucks Corp. ha contattato società di private equity, aziende tecnologiche e altri soggetti per valutare le opzioni per la sua attività in Cina, inclusa una possibile cessione di quote, secondo Bloomberg.
Fondamentali per i mercati saranno i risultati di Walmart un indicatore importante per il settore della vendita al dettaglio degli Stati Uniti, per capire se il colosso dell’Arkansas sia davvero nella posizione migliore per gestire l’incertezza derivante dai dazi di Trump. Walmart è tra le poche grandi aziende che non hanno né ritirato né ridotto le proprie previsioni. Il mese scorso l’azienda ha ribadito le sue previsioni annuali, affermando che “nulla nel contesto attuale modifica la sua strategia”.
In agenda oggi anche i dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti relativi al mese di aprile, per i quali si prevede una lettura invariata su base mensile e offriranno indizi sulla salute dei consumatori statunitensi e cifre ottimistiche potrebbero ridurre le possibilità di una recessione nella più grande economia del mondo, il che a sua volta rappresenterebbe un vantaggio per le azioni.
Nel mirino del mercato c’è anche il discorso del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, in cui l’attenzione sarà focalizzata su eventuali indizi da lui forniti in merito alle prospettive della politica monetaria statunitense. Finora, i dati concreti hanno dato ai responsabili delle politiche della Fed pochi elementi su cui basarsi nel tentativo di valutare l’impatto dei dazi di Trump e dei negoziati commerciali in corso sui prezzi e sull’economia. Ed è probabile che Powell ribadisca il suo approccio paziente sui tassi.
Borse dell’Asia Pacifico deboli, in calo oro e petrolio
Le borse danno l’impressione di volersi assestare dopo il recupero delle ultime quattro settimane. L’indice MSCI Asia Pacific si avvia a registrare il primo calo dopo cinque sedute consecutive di rialzo.
In Giappone, l’indice Nikkei di Tokyo perde l’1%. L’indice Hang Seng di Hong Kong perde lo 0,6%: il peso massimo Tencent è in calo dello 0,5% dopo la presentazione dei dati del trimestre. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,7%. Quasi sulla parità la borsa di Taipei.
La Cina, nell’ambito del disgelo commerciale con gli Usa , ha sospeso il divieto di esportazione di articoli con applicazioni sia militari che civili, probabilmente compresi alcuni minerali strategici come le terre rare, a 28 aziende statunitensi. Il Ministero del Commercio cinese ha messo in pausa per tre mesi le restrizioni annunciate tra il 4 e il 9 aprile: i provvedimento del mese scorso introducono il divieto all’esportazione dei cosiddetti prodotti a duplice uso. Annunciata dallo stesso soggetto la sospensione del divieto di investimento commerciale riguardante 17 aziende statunitensi.
La borsa dell’India ha aperto in lieve ribasso, indice BSE Sensex di Mumbai -0,4%. In lieve rialzo, nel finale di sedute, l’azionario dell’Australia. Sulla parità l’indice Kospi della borsa di Seul. Lo won si apprezza per il terzo giorno consecutivo su dollaro, a 1.396.
I prezzi del petrolio sono crollati a causa delle aspettative di un possibile accordo nucleare tra Stati Uniti e Iran, mentre un inaspettato aumento delle scorte di petrolio greggio negli Stati Uniti la scorsa settimana ha accresciuto le preoccupazioni degli investitori riguardo all’eccesso di offerta. I future sul greggio Brent sono scesi dell’1,8% a 64,93 dollari al barile. Il greggio statunitense è sceso dell’1,9% a 61,95 dollari al barile. Il prezzo dell’oro spot è rimasto pressoché invariato a 3.179 dollari l’oncia.
Borse europee attese aprire in lieve calo. A Piazza Affari occhi su Unicredit, Eni, Webuild
Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in lieve ribasso sulla base del future EuroStoxx 50 a -0,3%.
Unicredit. Oggi al Ministero dell’Economia si terrà l’atteso confronto tra il governo e Unicredit in merito ai rigidi paletti imposti dall’esecutivo con l’esercizio del Golden Power in merito all’ops su Banco Bpm.
Allianz. La compagnia tedesca ha registrato un calo del 2,1% nell’utile netto nel primo trimestre, peggiore delle attese, ma ha confermato le proprie prospettive per l’anno. L’utile netto di competenza degli azionisti è pari a 2,423 miliardi di euro nei tre mesi fino a marzo, mentre era arrivato a 2,475 miliardi di euro l’anno precedente. La cifra è risultata inferiore ai 2,702 miliardi di euro previsti dal consensus. L’azienda prevede per il 2025 un utile operativo compreso tra 15 e 17 miliardi di euro, rispetto ai 16,0 miliardi di euro del 2024.
Enel, Ansaldo Energia e Leonardo hanno formalizzato la costituzione di Nuclitalia, società che si occuperà dello studio di tecnologie avanzate e dell’analisi delle opportunità di mercato nel settore del nuovo nucleare.
Eni ha siglato un accordo temporaneo di esclusiva con il fondo Ares Alternative Credit Management per la potenziale cessione di una quota del 20% di Plenitude. Lo annuncia una nota della major specificando che per le negoziazioni è stato fissato un equity value della società compreso tra 9,8 e 10,2 miliardi di euro, corrispondente a un enterprise value di oltre 12 miliardi di euro. “L’intesa fa seguito a una selezione articolata tra molteplici soggetti di rilievo internazionale che hanno manifestato significativo interesse per la società”, spiega Eni.
Iveco ha chiuso il primo trimestre dell’anno con ricavi consolidati a 3,026 miliardi di euro in calo del 10,1% di euro. Utile netto adjusted di 84 milioni di euro (153 milioni di euro nel primo trimestre 2024) in calo del 45,1%, con risultato diluito per azione adjusted pari a 0,31 euro (0,57 euro nel primo trimestre 2024). L’EBIT adjusted e’ stato pari a 152 milioni di euro rispetto a 233 milioni di euro nel primo
trimestre 2024 con un margine del 5,0% (6,9% nel primo trimestre 2024). L’EBIT adjusted delle Attivita’ Industriali e’ stato pari a 117 milioni di euro (201 milioni di euro nel primo trimestre 2024), con migliori prezzi e azioni di contenimento delle spese generali, amministrative e di vendita che hanno parzialmente compensato minori volumi e mix.
Pirelli ha registrato un aumento a doppia cifra di utile netto nel primo trimestre con margini in crescita, confermando i target 2025 anche se restano le incertezze legate ai dazi statunitensi. Il gruppo di pneumatici ha annunciato che le trattative con i principali azionisti, i cinesi di Sinochem, si sono concluse senza riuscire a risolvere le problematiche legate allo sviluppo nel mercato statunitense.
Prysmian ha collocato con successo un bond subordinato, perpetuo e non convertibile da 1,0 miliardi di euro, le risorse vanno a finanziare l’acquisizione di Channell (950 milioni di dollari più 200 milioni di dollari di earn-out). I titoli sono caratterizzati da un periodo di non-call di 5,25 anni e pagheranno una cedola fissa del 5,25% (rendimento annuo del 5,375%) fino alla prima data di reset nell’agosto 2030.
Salvatore Ferragamo ha registrato ricavi in lieve calo nel primo trimestre a causa soprattutto della debolezza della domanda nell’area Asia Pacifico. Giro d’affari pari a 221 milioni di euro, in diminuzione del 2,6% a tassi di cambio correnti e dell’1% a cambi costanti, si legge in una nota. Il consensus di Visible Alpha aveva previsto ricavi per 223 milioni di euro.
Durante la call con gli analisti, il consigliere Ernesto Greco che detto che le vendite in aprile hanno mostrato un trend negativo.
Dovalue ha chiuso il primo trimestre con utili e ricavi in crescita e ha rivisto al rialzo a oltre 12 miliardi di euro di Gbv (gross book value) il target 2025 per il nuovo business, confermando il resto della guidance. Lo dice una nota
We Build è stata selezionata o si trova in fase avanzata di finalizzazione per progetti del valore complessivo di 5 miliardi di euro, in mercati a basso profilo di rischio tra cui Italia, Australia, Arabia Saudita e Nord America