Il cammino dell’Italicum prosegue, ma inizia a farsi accidentato. La maggioranza di Renzi, dai 378 sì della fiducia e scesa gradualmente fino ai 316 no del secondo scrutinio sugli emendamenti della legge elettorale, passando per i 341 no del primo voto, lanciando un piccolo segnale d’allarme su ciò che potrebbe succedere nei prossimi voti segreti.
Tra le norme. quella che dispensa le maggiori preoccupazioni è quella sulla parità di genere, su cui si rischia la spaccatura. Il comitato dei nove, in attesa di verificare se esistano le condizioni per un accordo, ha accantonato gli emendamenti sul tema. Si cerca di convincere Forza Italia ad accettare un compromesso sulla base della direttiva europea che indica che “ciascun genere deve essere rappresentato con un massimo del 60% e un minimo del 40%”. La norma attuale, molto discussa, prevede, infatti, un’alternanza di genere su base regionale senza vincoli stringenti sull’ordine di lista.
Le proposte di modifiche hanno hanno tutte come primo firmatario la democratica Roberta Agostini, ma vantano firme bipartisan, tra cui quelle di molte deputate di Forza Italia e non solo come Stefania Prestigiacomo, Mara Carfagna, Renata Polverini e Micaela Biancofiore. Se non si dovesse trovare un accordo per modificare il patto blindato, la situazione rischia di sfuggire di mano, specialmente con il voto segreto. Il tempo per le intese, però, è poco, e il rischio caos rimane.
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