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Pressioni su Bce per l’acquisto di bond. Ma Francoforte nega la possibilità di una nuova asta Ltro

Quando le smentite si fanno molto frequenti è sintomo che qualcosa bolle in pentola. Per questo, dato che nella politica della Banca centrale europea il governo delle aspettative gioca un ruolo fondamentale, il membro del consiglio esecutivo Jorg Asmussen ha questa mattina smentito la possibilità di una nuova asta Ltro.

Nonostante ciò, durante il riacutizzarsi delle tensioni finanziarie sul debito europeo e il rincorrersi di smentite circa la possibilità di un ritorno della Bce sui mercati secondari, la sensazione è che un intensificarsi del panico possa convincere i vertici di Francoforte a riprendere gli acquisti dei buoni colpiti dalla speculazione. 

Proprio questa mattina Benoit Coeure, collega di Asmussen in seno al board esecutivo Bce, ha sottolineato – riferendosi alla Spagna – come le attuali condizioni di mercato non giustifichino un intervento immediato. Ma ha subito aggiunto: “La Bce interverrà? Abbiamo uno strumento, l’Smp (securities markets program, ndr), che non è stato utilizzato recentemente, ma esiste ancora”. Una smentita tutt’altro che categorica, che certo non va nella direzione di una gestione decisa delle aspettative.

La dichiarazione arriva dopo la “protesta” proveniente dall’amministratore delegato del Banco Santander, Alfredo Saenz, che ha chiesto a Mario Draghi maggiore aggressività nell’acquisto di bond.

La Bce non è intervenuta sul mercato secondario nelle ultime quattro settimane, e le iniezioni di liquidità per mezzo delle due aste a lungo termine LTRO sembrano aver esaurito il loro potenziale “antinfiammatorio”.

In tarda mattinata anche le dichiarazioni di Paul Dovan (Ubs), hanno aggiunto un carico alle pressioni già in atto su Francoforte: secondo il managing director della banca svizzera la Bce interverrà sul mercato secondario spagnolo solo qualora il rendimento dei bonos tocchi il 6,5%. A suo avviso, inoltre, la scelta di riprendere l’smp verrà calibrata sulla base di fattori macroeconomici globali: solo un quadro di “disordine” finanziario, con una crescita globale insufficiente associata a tensioni sui titoli di stato dell’europeriferia potrebbe innescare l’intervento della banca centrale.

 

 

 

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Categories: Finanza e Mercati