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Pochi prezzi e bassa domanda: inflazione sepolta

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Come si calcola l’inflazione quando ci sono pochi scambi e prezzi? Quanto costa un’auto se non viene prodotta né venduta? E un paio di scarpe? O una birra al bar o un viaggio in aereo o una vacanza? Senza rilevazione, perché negozi e pubblici esercizi e altro sono chiusi, non c’è misurazione. Sarà interessante vedere quale coniglio verrà tirato fuori dal cappello dagli statistici, che sono chiamati a un esercizio poco invidiabile.

In assenza di termometro, possiamo fare delle congetture sulle forze che muovono costi e prezzi.

Qui e ora, nelle economie infettate dal coronavirus i consumi si concentrano negli spazi commerciali residuali aperti e riguardano beni di prima necessità. O si spargono nella vasta internet, con un aumento degli acquisti on-line di ogni altro tipo di beni (eccetto, forse, i big ticket, come le automobili); anche perché per le imprese sono rimasti l’unico canale per raggiungere i clienti.

Per i primi minore concorrenza, riduzione dei tempi di spesa nel negozio (mentre si allungano quelli per entrarvi) e aumento di alcuni costi (attrezzatura per proteggere la salute del personale, logistica, spazi occupati da beni non vendibili) spingono all’insù l’esborso, magari solo sotto forma di minori promozioni. All’opposto, nella rete la concorrenza nei secondi si è accentuata, gli sconti e le offerte fioccano, la trasparenza è maggiore.

Nei generi alimentari, accanto a enormi sprechi (fiumi di latte buttati perché non acquistati dai soliti clienti), ci sono difficoltà dovute alla mancanza di manodopera per la raccolta di frutta e verdura e quindi lievitazione dei prezzi.

Ma tutto questo non fa inflazione. Solo spostamenti di breve periodo. Guardando oltre bisogna ponderare l’aumento della disoccupazione (temporanea?) che preme all’ingiù i salari e la domanda, la minore globalizzazione che li spinge insù, i più bassi consumi per impoverimento e i tagli agli investimenti, che insieme aumentano nell’immediato la capacità inutilizzata.

Per la sintesi ci affidiamo alle parole di Jerome Powell, presidente della FED: negli anni passati tutti dicevano che con la moneta creata ci sarebbe stata più inflazione, mentre l’inflazione ha sempre sorpreso all’ingiù. Sorprenderà anche questa volta e nella stessa direzione.

PS: in questo tempo di enormità dei fenomeni economici, l’OPEC+ ha varato un mega taglio di produzione di petrolio da oltre dieci milioni di barili. Ma il prezzo del greggio è ricaduto. Perché la domanda è calata di 35 milioni di barili. Dopo quello che stiamo osservando nulla più ci stupirà.

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Categories: Economia e Imprese