L’assemblea degli azionisti di Pirelli ha approvato il bilancio 2024. Approvata anche la distribuzione di un dividendo da 0,25 euro per azione per complessivi 250 milioni. Ma sullo sfondo resta alta la tensione con il socio cinese Sinochem, che ha votato contro.
A Piazza Affari, il titolo Pirelli ha contenuto le perdite segnando un calo modesto dello 0,32% a 6,17 euro.
Assemblea Pirelli, lo scontro con i cinesi: il bilancio 2024 passa
Non è stata una sorpresa. Le riserve di Sinochem sul bilancio 2024 di Pirelli erano già emerse ad aprile in consiglio d’amministrazione, a causa della nota che certificava la perdita del controllo da parte del gruppo cinese. La vera sfida, però, si è giocata in assemblea degli azionisti, dove Sinochem sperava di trovare consensi per bloccare l’approvazione. Ma così non è stato.
Secondo quanto comunicato da Pirelli, all’assemblea ha partecipato circa l’86,27% del capitale avente diritto al voto. Il bilancio – con un utile netto consolidato di 501,1 milioni di euro e 302 milioni per la capogruppo – è stato approvato con il 57,07% dei voti favorevoli. Il 42,9% dei presenti ha votato contro, “corrispondente alla quota del 37,015% dell’azionista Mpi Italy, controllato da Sinochem”, si legge nella nota.
In un clima comunque teso, non è passata inosservata l’unanimità con cui l’assemblea ha approvato la distribuzione del dividendo da 0,25 euro per azione. Il pagamento è previsto per il 25 giugno 2025, con stacco cedola il 23 e record date il 24. Un segnale importante, che mostra come lo scontro con Sinochem sia stato limitato al tema del controllo e non abbia messo in discussione le performance economiche del gruppo.
Anche le votazioni relative alla remunerazione e agli incentivi del management hanno registrato un’ampia approvazione: la politica 2025 è passata con l’80,09% dei consensi, la relazione sui compensi 2024 con il 78,67%, mentre il piano LTI 2025–2027 è stato approvato con il 79,97% dei voti favorevoli.
Governance Pirelli: confermata la fine del controllo di Sinochem
L’assemblea ha dunque confermato non solo il bilancio e la tenuta dei conti, ma anche la linea già espressa dal Cda sulla governance. Il punto di rottura con Sinochem è stato proprio il riconoscimento ufficiale della decadenza del controllo da parte del gruppo cinese, anche alla luce delle prescrizioni del Golden Power esercitato dal Governo italiano per tutelare asset strategici.
In questo contesto, Bloomberg ieri ha scritto che il governo ha deciso di posticipare al 31 luglio 2025 la scadenza per eventuali provvedimenti amministrativi finalizzati a limitare ulteriormente l’influenza di Sinochem su Pirelli.
Nonostante Pechino abbia espresso contrarietà a questa interpretazione, richiamandosi ai principi contabili IFRS 10 e IAS 24, il collegio sindacale di Pirelli e gli altri azionisti hanno ribadito che Sinochem non esercita più un controllo effettivo sul gruppo.
Il risultato dell’assemblea, quindi, ha un valore che va oltre il piano industriale: conferma la nuova geografia del potere dentro Pirelli, con un assetto in cui il socio cinese resta rilevante ma non più dominante.