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Piero Dorazio, opere in mostra alla Galleria Gracis di Milano

Sotheby’s

Più di venti opere, tutte realizzate in un arco temporale che va dal 1955 al 1988, testimonieranno la vocazione sperimentale a tutto tondo ea tutto tondo di Dorazio. Dorazio è stato un artista che, avvicinatosi al mondo della pittura all’inizio degli anni Quaranta, ha attraversato i successivi cinque decenni con uno spirito sensibile al cambiamento e all’innovazione. Il risultato è stato un percorso artistico fertile ed eterogeneo. Nonostante l’adesione dell’artista ai principi fondamentali della sua pittura – il Futurismo di Balla, Boccioni, Severini e Magnelli, il Suprematismo di Malevič e l’Astrattismo di Kandinskij – le sue opere si sono progressivamente arricchite degli influssi che derivavano da tutta la miriade di incontri che ha costellato la carriera dell’artista.

Nel 1947 Piero Dorazio fonda il gruppo Forma 1 con Carla Accardi, Ugo Attardi, Pietro Consagra, Mino Guerrini, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato. Con questi artisti Dorazio sviluppò un’arte che era centrata sul primato della forma nella sua essenziale compattezza e quindi eliminò dalle sue opere ogni pretesa di simbolismo concettuale o psicologico.
Nel 1953 si trasferisce a New York ed entra in contatto con Willem de Kooning, Mark Rothko, Jackson Pollock, Barnett Newman, Robert Motherwell e il critico d’arte Clement Greenberg. Le sue composizioni si arricchirono di nuove sfumature e toni e del caotico Astrattismo di de Kooning e delle sovrapposizioni luministe di Rothko. I suoi ampi sfondi colorati si intensificarono in una foresta di campi ortogonali in un motivo reticolare.

Nel 1962 viene invitato a far parte del Gruppo Zero con il quale condivide innumerevoli mostre collettive e un’ampia varietà di pubblicazioni. La vicinanza dell’arte di Dorazio alla sperimentazione ottica cinetica – proprio in quegli anni caratterizzati dalla ricerca di nuove forme espressive e procedimenti artistici – non si trasformò in realtà in una sperimentazione materica mediante l’inserimento di elementi tecnologici all’interno del processo creativo dell’opera ma in un continuo studio della luce e del colore in relazione alla sintesi percettiva di come sarebbe stata vista l’opera.
Verso la fine degli anni Sessanta le composizioni coloristiche di Piero Dorazio si diffondono su superfici più ampie, ritornando spesso alle riflessioni iniziali che avevano animato i suoi precedenti lavori cubisti e futuristi ma, a questo punto, sono concepite con tinte piatte volutamente inespressive , simboli di puro Geometricismo, che si distinguono per una peculiare emissione di una luce intrinseca.

Le opere in mostra mettono in luce il costante lavoro di Piero Dorazio in un arco di trent’anni, incentrato sull’esplorazione delle infinite possibilità espressive del colore. La mostra è allestita in modo tale che l’impercettibile profondità dei fitti intrecci dei motivi a reticolo si contrapponga alla purezza delle superfici definite da ampie campiture colorate accostate in rigide forme geometriche. La mostra sarà la conferma dell’abilità dell’artista romano nel saper infondere il valore assoluto del colore che, azzerando totalmente l’uso del chiaroscuro, recupera identità nel variare della luce diventando luce stessa.
Ne emerge un’esplosione di colore, un’emanazione di energia brillante priva di concettualismi che, ancora oggi, è in grado di catturare lo sguardo dello spettatore, avvolgendolo in un caleidoscopio di gioia.

Info:

Orari:
lunedì – venerdì 10.00 – 13.00 | 14.00 – 18.00 sabato 18 settembre 10-18
domenica 19 settembre su appuntamento

Galleria Gracis , Piazza Castello 16 – 20121 Milano T. 02 877807 gracis@gracis.com

Particolare in copertina Piero Dorazio, 1965, foto / photo Vincenzo Pirozzi

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