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Pelosi a Taiwan, cinesi furiosi lasciano Wall Street per la Svizzera. Le Borse frenano ma BP fa il pieno di utili

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Pelosi a Taiwan, sale la tensione Usa-Cina. Aerei da combattimento cinesi sfrecciano sulla porzione di cielo che sovrasta lo stretto che separa la Repubblica popolare da Taiwan. Lo scrive Reuters. Intanto Pechino ha chiuso la frontiera a 186 prodotti alimentari importati dall’isola. Così Pechino manifesta la sua ostilità alla visita che stanotte la speaker della Camera Nancy Pelosi renderà a Tsai Ing-wen, la presidente del Paese che la Cina ritiene parte del suo territorio. Le Borse orientali hanno segnalato in chiusura con profondi ribassi le preoccupazioni per le nuove tensioni tra le superpotenze. 

Pelosi a Taiwan: cresce la tensione, listini asiatici in rosso, Europa frena

  • I listini europei, in rosso, hanno colto l’occasione per proseguire nella correzione in atto da lunedì. L’indice di Milano arretra alle 13 dell’1,20% poco sopra i 22 mila punti. 
  • Stabile lo spread attorno ai 220 punti mentre proseguono gli acquisti sulle obbligazioni. Il Bund tedesco è in lieve risalita a 0,72% ma il BTP decennale è a 2,92%, sui minimi da maggio. Il rendimento del Treasury Note a dieci anni ha toccato un nuovo minimo da marzo a 2,55%. Il differenziale tra il decennale ed il biennale è – 30 punti base, minimi della storia recente.

Nuovi segnali di tensione tra Washington e Pechino stanno caratterizzando la giornata finanziaria. Gli Usa si preparano all’embargo di alcune categorie di chips nei confronti della Cina, colpendo, tra l’altro, le coreane Samsung e Hynix. 

In compenso, Pechino ha annunciato la quotazione di quattro società cinesi presso la Borsa svizzera. L’operazione, frutto di un accordo tra la Consob cinese e lo Swiss Exchange, si è tradotta nell’avvio giovedì scorso degli scambi sui certificati di alcune matricole industriali e dell’energia: GEM, Gotion High-tech, Keda Industrial Group and Ningbo Shanshan. Il prossimo obiettivo è di arrivare nel giro di poche settimane a dieci quotate ma le prospettive potrebbero essere ben più ambiziose se si concretizzasse l’espulsione di Alibaba ed altre società cinesi da Wall Street, un ostacolo sia finanziario che reputazionale per le aziende a caccia di capitali.

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In attesa di quotazione a Shanghai ci sono 920 potenziali matricole, non meno ricca la pressione sul listino di Hong Kong soprattutto da parte delle società tech. Baker Mc Kenzie, la società che cura il flusso di ammissioni l listino elvetico, assicura che i criteri di controllo garantiti dall’accordo tra le autorità di controllo sono più severi di quelli previsti a Wall Street. 

Borse Ue, boom di profitti per i petrolieri. Bp incassa

Nell’attesa, a dominare l’attenzione dei mercati europei è stato l’ennesimo boom dei profitti dei grandi del petrolio. Stamane è toccato a Bp +4%: l’utile del secondo trimestre è salito a 8,45 miliardi di dollari, massimo degli ultimi 14 anni, grazie ai forti margini di raffinazione e trading che hanno spinto la compagnia ad aumentare i dividendi.

Il petrolio WTI perde lo 0,7%. Brent sotto i cento dollari il barile. 
In calo anche i future delle derrate agricolo trattate a Chicago, dopo che il primo cargo con il mais ucraino è salpato dal porto di Odessa: le Nazioni Unite hanno informato che il Razoni raggiungerà il porto di Beirut. Altri sedici navi cariche di cereali dovrebbero partire nelle prossime ore dai porti del Mar Nero.

A Piazza Affari si fa notare Leonardo+1,4%. La controllata statunitense Leonardo DRS ha perfezionato la vendita del business Global Enterprise Solutions a Ses per un importo pari a 450 milioni di dollari.

Procede in rosso Generali – 2% dopo l’annuncio dei risultati. La peggior blue chip è Diasorin -3,3%. La migliore è Iveco +1,7% in attesa dei conti di Caterpillar a Wall Street. 

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