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Paluani dichiarata fallita dal tribunale. Addio alla storica azienda veronese del pandoro

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Paluani spa, storica azienda italiana dolciaria di Dossobuono (VR), fondata nel 1921, è stata dichiarata fallita dal tribunale di Verona. L’azienda, famosa per la produzione di pandori, panettoni e colombe pasquali, era di proprietà della famiglia Campedelli, già nota per essere stata proprietaria del Chievo Verona, club di calcio dichiarato fallito nel giugno nello scorso anno. Nel 2022, le attività produttive di Paluani erano già state cedute alla Sperlari, sussidiaria del gruppo dolciario tedesco Katjes International, per un valore di 7,6 milioni di euro al termine di un’asta, salvando, così, 48 posti di lavoro e permettendo il proseguo dell’attività, attraverso la cessione di marchio. Tuttavia, la società originale, Paluani Spa, era rimasta con i beni immobili (in parte venduti) e un debito di circa 82 milioni di euro scegliendo la via della procedura di concordato.

Mancanza di capacità di soddisfare i creditori

Il giudice Maria Attanasio ha ritenuto troppo grave la crisi finanziaria dell’azienda anche per la mancanza di garanzie per assicurare la vendita del compendio immobiliare e la copertura degli impegni precedentemente assunti. Il tribunale ha, così, revocato l’ammissione alla procedura di concordato preventivo e ha dichiarato il fallimento dell’azienda. In particolare, è stata evidenziata la scarsa capacità di soddisfare i creditori. A fronte del debito di 82 milioni di euro, l’importo disponibile per il soddisfacimento dei creditori era di soli 815.660 euro. Gli apporti finanziari dei soci e degli amministratori, pari a circa 1,7 milioni di euro, erano privi di garanzia. Inoltre, non erano stati previsti strumenti giuridici per garantire una vendita redditizia dei beni immobiliari di Dossobuono, aumentando ulteriormente le difficoltà finanziarie dell’azienda. A compromettere ulteriormente i conti societari anche l’esposizione nei confronti del fallito Chievo Calcio verso il quale l’azienda vantava crediti e fideiussioni.

All’epoca della richiesta di omologa del concordato, avvenuta nell’aprile 2022, le banche erano esposte verso Paluani per un totale di circa 35,5 milioni di euro. Tra gli istituti, Banca Valsabbina, Banco Bpm, Bper, Caribolzano, Carige, CereaBanca, Crédit Agricole, Credito Valtellinese, Mps, Unicredit.

Il giudice ha nominato curatori Matteo Creazzo e Andrea Rossi convocando i creditori il prossimo 23 ottobre per l’esame dello stato passivo.

I prodotti Paluani continueranno ad essere venduti

Non sarà però la fine del marchio veronese. Sperlari ha rassicurato i consumatori sul fatto che i prodotti Paluani continueranno ad essere normalmente distribuiti nei punti vendita a seconda delle stagionalità dei prodotti. Sperlari si era assicurato il marchio Paluani (ribattezzato Paluani 1921) nell’estate dello scorso anno partecipando ad un asta (dove era la sola offerente) con 7,6 milioni di euro, ai quali sono stati aggiunti 400 mila euro di valutazione del magazzino.

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Categories: Economia e Imprese