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PAGELLE DEL MERCATO – Roma regina, Inter e Juve molto bene, Milan ok, bocciate Lazio e Napoli

ROMA 8

E’ lei la regina del mercato estivo 2015, sia per quanto riguarda gli acquisti che le cessioni. Dopo una prima fase di calma apparente, Sabatini si è scatenato mettendo a disposizione di Garcia rinforzi un po’ dappertutto. L’attacco è stato completamente rinnovato: Salah, Dzeko e Iago Falque hanno già fatto vedere di cosa sono capaci. Interessanti anche gli acquisti di Szczesny e Digne, che vanno a colmare lacune evidenti nella scorsa stagione. Qualche dubbio in più sui centrali difensivi e sulla mediana: le condizioni di Castan e, soprattutto, Strootman non lasciano molto tranquilli. Romagnoli e Bertolacci avrebbero potuto dare una bella mano ma dire no alle proposte indecenti del Milan era praticamente impossibile. Ora sono “cavoli” di Garcia, costretto a migliorare la posizione dell’anno scorso. E dunque a vincere lo scudetto.

 

INTER 7,5

 La tentazione del mezzo punto in più è stata forte, poi però ha prevalso la logica. E’ vero che, numericamente parlando, Ausilio ha accontentato Mancini, così come che le richieste di quest’ultimo erano le più “capricciose” della Serie A. Resta però la sensazione di un mercato a spanne, condotto più sui nervi che sulla logica. Ridursi all’ultimo giorno per acquistare ben tre giocatori (!) seguiti da tempo non è il massimo della programmazione ma l’Inter è così, prendere o lasciare. Ad ogni modo il voto è più che positivo: in due mesi è stata rifatta un’intera squadra, per giunta senza spendere un capitale. Le cessioni di Kovacic e Shaqiri infatti hanno reso accettabile l’esborso di Thohir, a cui va fatto un plauso dopo le critiche degli ultimi tempi. Jovetic, Perisic e Ljajic portano qualità ed entusiasmo, oltre che duttilità tattica per il Mancio. Che, dopo essersi lamentato “a dovere”, ha ottenuto anche Felipe Melo e Alex Telles, suoi fedelissimi dai tempi del Galatasaray. A completare il tutto gli acquisti di Murillo (preso già a gennaio), Miranda, Montoya (per ora oggetto misterioso) e Kondogbia, per un’Inter scintillante e nuova di zecca. Ora la palla passa a Mancini, spalle al muro come e più di Garcia. Con tutti questi giocatori il podio è obbligatorio, senza se e senza ma.

 

JUVENTUS 7

Da 8 fino alla cessione di Vidal, appena sufficiente subito dopo. La media fa un bel 7, dunque società promossa senza però i lustrini del passato. E’ chiaro che i giudizi sono un po’ influenzati dagli ultimi risultati, i peggiori di sempre nella scintillante storia bianconera, resta però la sensazione di un mercato meno pianificato del solito, figlio più degli eventi che di una programmazione a tavolino. Non era stato così a inizio estate, quando Marotta si era aggiudicato l’enfant prodige Dybala, l’ariete Mandzukic, l’esperto Khedira e le promesse azzurre Zaza e Rugani. Sembrava il proseguo della dittatura bianconera che nemmeno le cessioni di Tevez e Pirlo potevano scalfire. Poi però è arrivata la cessione di Vidal al Bayern (impossibile rifiutare un’offerta del genere) e la conseguente confusione, resa ancor più evidente dai risultati in campionato. Marotta, dopo aver acquistato Alex Sandro e Cuadrado, ha provato a rimediare in extremis con Lemina e Hernanes, il primo da valutare e il secondo da rivedere dopo una parentesi interista tutt’altro che brillante. Squadra competitiva insomma, seppur meno che in passato.

 

MILAN 6,5

Fosse arrivato Witsel il voto sarebbe stato decisamente più alto, così invece resta una sufficienza piena e nulla più. Non è questione di investimenti, quelli ci sono stati eccome. Semmai il problema sta nel progetto, poco convincente proprio come le prime prestazioni stagionali della squadra. Dopo Firenze Mihajlovic era stato chiaro: al Milan servivano investimenti a centrocampo. “Sappiamo dove intervenire ma non lo veniamo certo a dire a voi” era stato il commento del serbo in sala stampa, lasciando intendere che in pentola bolliva qualcosa di grosso. Invece gli ultimi giorni di mercato hanno portato solo Kucka, discreto giocatore ma ben lontano da ciò che serviva veramente. Il Milan 2015/16 giocherà senza un regista e, Bertolacci (strapagato) a parte, con la stessa mediana dello scorso anno. Non il massimo per chi punta a un posto Champions e nemmeno per chi, come Sinisa, si è esposto tanto di fronte alla platea. E poi c’è la questione Ibrahimovic, sbandierata ai quattro venti per 3/4 dell’estate e chiusa nel peggiore dei modi con l’acquisto di Balotelli: da una certezza a una scommessa e pure piuttosto azzardata. Restano comunque gli acquisti della prima parte, tutt’altro che da buttar via nonostante un paio di scivoloni eclatanti come Jackson Martinez e Kondogbia. Bacca e Luiz Adriano hanno già dimostrato di poter fare grandi cose, Romagnoli può essere il difensore su cui costruire un futuro roseo. Il problema è che la gente rossonera ragiona sul presente e quello, a onor del vero, è piuttosto nebuloso.

 

LAZIO 5

Mezzo punto in più per la conferma dei big, da Candreva a Felipe Anderson passando per Biglia, richiesto a gran voce dal Manchester United di Van Gaal. Il resto però è un pianto greco, anzi tedesco vista la debacle di Leverkusen che ha già fatto segnare il primo fallimento della stagione. Evidentemente Lotito non ha preso spunti da quanto accaduto al Napoli 12 mesi fa: allora De Laurentiis decise di affrontare il preliminare senza rinforzi, rimandandoli eventualmente a qualificazione ottenuta, col risultato di salutare la Champions prima ancora di cominciarla sul serio. La Lazio ha fatto lo stesso e ora dovrà “consolarsi” con l’Europa League. Che senso ha lottare tutto l’anno per il terzo posto senza poi onorarlo adeguatamente? A Lotito la risposta, nel frattempo Pioli deve fare i conti con una partenza shock, che dopo la scoppola tedesca ha registrato quella in salsa veronese. Difficile prendersela con Tare, che anzi ha portato a Roma il giovane Kishna, attaccante promettente scuola Ajax per soli 3 milioni e Alessandro Matri, punta di scorta pronta all’uso. Intendiamoci, il voto si riferisce al mercato (inesistente), non alla rosa: quella attuale, infatti, è comunque competitiva e permetterà a Pioli di lottare per le zone medio alte del campionato. Sempre che il vento ricominci a girare dalla parte giusta, perché in caso contrario questa rischia di essere una stagione molto complicata.

 

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NAPOLI 4

Mercato disastroso, fotografato alla perfezione dal caso Soriano. Doveva essere lui il rinforzo last minute per il centrocampo di Sarri ma alle 23 in punto l’amara sorpresa: il contratto non è pronto, l’affare salta per motivi burocratici. Insufficienza piena dunque per Aurelio De Laurentiis e il neo ds Giuntoli, anche se le “colpe” non possono essere divise equamente. Difficile infatti fare mercato senza risorse e quelle, di competenza presidenziale, sono in gran parte venute a mancare. Certo, il Napoli ha confermato tutti i big dell’era Benitez e questo non può essere dimenticato. Higuain in testa, ma anche Callejon, Mertens e Gabbiadini avevano offerte, nonostante ciò sono rimasti agli ordini di Mr Sarri. Scelte che hanno bloccato il mercato in entrata e che forse potevano essere riviste. Che senso ha confermare tre esterni d’attacco (a cui bisognerebbe aggiungere anche Insigne) se si vuole giocare col 4-3-1-2? Qualcuno poteva anche partire così Giuntoli avrebbe avuto i fondi per rinforzare difesa e centrocampo, veri talloni d’Achille già nell’ultima stagione. Gli arrivi di Chiriches, Hysaj, Valdifiori e Allan non consentono il salto di qualità e così il Napoli attuale ha la fase difensiva di Benitez (già 4 i gol presi in 2 partite) senza però averne la brillantezza offensiva. Non il massimo per chi vuole tornare sul podio del campionato.

 

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