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Oppenheimer, la costernazione del Giappone per il film sull’inventore della bomba atomica: non tutto si può spettacolarizzare

FIRSTonline

Da pochi giorni è uscito anche in Italia il nuovo film di Cristopher Nolan dedicato al fisico americano Robert J. Oppenheimer. Lo scienziato ha guidato il progetto Manhattan nel costruire il primo ordigno nucleare fatto poi esplodere su due città giapponesi nell’agosto del 1945.

Il film, in poche settimane, è diventato un blockbuster grazie anche alla sua ardita, ma riuscita, associazione con un film di tutt’altro genere e natura, Barbie. L’hashtag Barbenheimer ha lanciato in orbita i due film e alimentato in America una vera e propria mania, quella di guardarli entrambi lo stesso giorno. Ben 200mila americani lo hanno fatto, consumando il pasto a sacco che i cinema avevano preparato per la maratona di visione.

Oppenheimer, un biopic di tre ore, ha superato il mezzo miliardo di incassi ed è diventato il film di maggiore successo al botteghino sulla Seconda guerra mondiale. Ed ha ancora molta strada da fare.
Tutto bene allora? Per niente! Può succedere che il film non arrivi mai nei cinema del Giappone il terzo più grande mercato del cinema dopo Stati Uniti e Cina. Bisogna considerare che sull’esplosione atomica del 1945 e i fatti che l’hanno preceduta ci sono due versi: quello alleato, che il film tratteggia molto bene, e quello giapponese che il film non prende in considerazione se non per i tenui legami con il primo.

L’altro verso della Bomba

Il Giappone recentemente ha celebrato il 78° anniversario del lancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. L’immane esplosione è costata la vita 210mila giapponesi, tutti civili, mentre altri 113mila sono rimasti esposti alle radiazioni riportandone anche danni vitali. La bomba era proprio una necessità visto che il Giappone era già in ginocchio? “Negli Stati Uniti, il film ha riaperto il dibattito sulla bomba e sulla sua eventuale natura di crimine di guerra, scrive il Washington Post”. Nel film di Nolan non c’è alcun accenno alle vittime e all’immenso costo umano collegato all’esito finale del progetto Manhattan. Anzi la narrazione sembra quasi autoreferenziale nel suo concentrarsi sulla figura di Oppenheimer.

C’è anche una scena nel film che in effetti potrebbe offendere la sensibilità dei giapponesi anche se certamente rispecchia quello che è veramente successo a Los Alamos. Non c’è da dubitarne tanto, visto che ill lavoro di Nolan è tratto dalla biografia dello scienziato scritta dopo un decennio di ricerca da due studiosi, Kai Bird e Martin J. Sherwin, molto scrupolosi con le fonti. Per questa loro accuratezza e aderenza alle fonti sono stati premiati con il Pulitzer. La biografia è stata tradotta anche in italiano e pubblicata da Garzanti con il titolo Robert Oppenheimer, trionfo e caduta di un genio.

Un passo dolente

La scena del film a cui mi riferisco si svolge nei laboratori del progetto Manhattan a Los Alamos dopo che Enola Gay ha sganciato la bomba atomica su Hiroshima. L’atmosfera nel laboratorio è festosa e gratificante. Oppenheimer (Cillian Murphy) saluta i colleghi esultanti dicendo “È troppo presto per dire quali siano gli esiti di questo bombardamento”, poi si lancia in una cinica conclusione: “Scommetto, però, che ai giapponesi non sia piaciuto”. L’immane costo umano, di persone innocenti, di questo atto, seppur bellico, avvenuto nel clima avvelenato della guerra, non sembra minimamente passare per la testa dello scienziato. Oppenheimer avrà poi dei ripensamenti e come molti altri partecipanti al progetto Manhattan resterà sconvolto dalle conseguenze e dalle ripercussioni della loro invenzione nei confronti della vita sulla terra.

#NoBarbenheimer

I giapponesi sono rimasti stupefatti anche nei confronti del meme Barbenheimer che, come abbiamo visto, ha messo insieme i due film con lo scopo di invitare gli spettatori a vederli entrambi. Alcuni modi in cui è stato rappresentato il meme nella postmania che ha fatto di Barbeheimer uno dei trend dominanti negli Stati Uniti per settimane, sono risultati inaccettabili ai giapponesi. Per esempio un post raffigura Barbie (Margot Robbie) seduta sulle spalle di Oppenheimer (Cillian Murphy) di fronte al fuoco che avvolge il fungo atomico creato dalla Bomba. L’account Twitter americano di Barbie ha riprodotto l’immagine con il commento: “Sarà un’estate di fuoco da ricordare”. Twitter, ora X, ha aggiunto al post una nota che contestualizza correttamente l’immagine del fungo atomico: “La natura dei danni causati dalle bombe atomiche è che la distruzione e la morte di massa sono avvenuti istantaneamente e indiscriminatamente”.

La figuraccia della Warner Bros

Il coinvolgimento della Warner Bros, il produttore di Barbie, in questo genere di iniziative ha spinto alcuni utenti giapponesi a coniare l’hastag #NoBarbenheimer che stigmatizza il comportamento disinvolto e irresponsabile di avere preso alla leggera e banalizzato un avvenimento drammatico ed epocale come la distruzione di massa causata dalle bombe atomiche e la sofferenza arrecata a un’intera popolazione.
Si è mossa anche la filiale giapponese della Warner Bros che ha chiesto alla casa di produzione di “prendere misure appropriate” per distanziarsi dalle inaccettabili raffigurazioni postate sui social media dai fan di Barbenheimer. Le scuse della direzione della Warner Bros sono arrivate presto. Ha dichiarato a Variety: “La Warner Brothers è dispiaciuta per la sua indelicata azione sui social media. Le sincere scuse dello studio”.

Conclusione

È vero che il film di Nolan sorvola sulle sofferenze della popolazione che ha subito l’affronto dell’atomica. Un caso gravissimo, raccapricciante che non ha ancora ricevuto la condanna che meriterebbe anche alla luce della storia. Però il film non è sulla Bomba, ma sulla personalità complessa e tormentata alla testa del team di scienziati che l’ha creata. Si vede anche come la Bomba e le sue conseguenze abbiano iniziato a tormentare e a dilaniare le persone che avevano contribuito a crearla, in primo luogo il protagonista di questa impresa. Qualcuno uscendo dal cinema sembra aver detto” Ma questo è un film horror!”. Come manifestato anche da alcuni attivisti antinucleari, come il giapponese Tanaka Miho, il film può essere uno stimolo per le persone di tutto il mondo a riflettere sull’eredità di Hiroshima e Nagasaki. In fin dei conti anche uno “stupido” film può contribuire a questa azione di sensibilizzazione che è sempre più necessaria. Con la guerra in Ucraina l’obiettivo del disarmo nucleare è tornato di stringente attualità. I tamburi della guerra nucleare sono tornati a battere ancora una volta. I giapponesi sono forse gli unici a sapere quanto possa diventare terrificante questo rullo di tamburi.

Fonti:

In Japan “Oppenheimer” is causing consternation, “The Economist”, 10 agosto 2023
Zack Sharf, Patrick Frater, Warner Bros. Apologizes After ‘Barbenheimer’ Posts Spark Criticism From Studio’s Japan Unit, “Variety”, 1 agosto 2023
Tom Murray, Will Oppenheimer get a theatrical release in Japan as controversy over Barbenheimer memes erupt?,”The Independent” 4 agosto 2023
Gearoid Reidy, Oppenheimer Has Reopened Debate in the US. In Japan, It’s More Complex, The Washington Post”, 25 luglio 2023
Emily Zemler, Critics say omitting the Japanese toll makes ‘Oppenheimer’ ‘morally half-formed’, “Los Angeles Times”, 4 agosto 2023

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Categories: Cultura

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  • Chi ha scritto questo articolo non ha evidentemente visto la scena che viene citata. Il protagonista è completamente sconvolto durante il discorso, tanto da avere visioni come la pelle staccarsi dalle persone presenti e il mettere il piede nel corpo carbonizzato di una vittima mentre esce dalla stanza. Vengono anche mostrate persone piangere e disperarsi a terra mentre gli altri festeggiano. Le vittime vengono citate in una scena dove vengono mostrate (non agli spettatori) le conseguenze del bombardamento. Viene fatto vedere eccome il prezzo pagato, anche se è vero che non è l'argomento principale del film.