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Obama bis, le reazioni della stampa e dei leader internazionali

Un plebiscito. Prima su Twitter e su Facebook, primi terreni di caccia e di consensi del presidente più internettiano della storia della politica globale, e poi a cascata nelle dichiarazioni di plauso dei leader mondiali e sui giornali di tutto il pianeta. E infine, non da ultimi, sui temutissimi mercati finanziari, che oggi da Hong Kong a Milano hanno risposto positivamente alla rielezione di Barack Obama come presidente degli Stati Uniti per un nuovo mandato. Anche se, come ricorda Bloomberg, quotidiano di riferimento della finanza internazionale: “Obama vince e sfida la storia sull’economia”, quasi a lanciare il monito sul tema centrale del prossimo quadriennio, che resta quello della crisi del debito.

Tira dunque – per ora – un sospiro di sollievo anche il governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, e con lui tutti i leader europei, tendenzialmente esposti a favore della conferma del leader democratico. Uno dei primi a stappare lo champagne è il presidente francese François Hollande, che plaude alla “scelta chiara” degli americani e a un Paese “aperto e solidale, protagonista sulla scena internazionale e in particolare sulla questione medio-orientale”. L’entusiasmo dell’Eliseo è accompagnato da quello di buona parte della stampa transalpina, da Libération (“Obama mantiene la Casa”) a Le Monde, che dedica la copertina del sito a un forum aperto con i lettori, a Le Figaro (“L’America offre altri quattro anni a Obama”).

Altrettanto caloroso, almeno sulla carta, il messaggio di congratulazioni della cancelliera tedesca Angela Merkel: “Mi congratulo per la vittoria: abbiamo collaborato strettamente e amichevolmente in questi anni, e lo faremo di nuovo soprattutto sui temi della crisi mondiale”. Queste le parole di Frau Angela, seguite anche loro da una certa euforia dei media, in particolare dalla popolare Bild, quasi epica nel conclamare l’Obama bis. Stesso entusiasmo si registra in Giappone, dove per via del fuso orario la notizia arriva nel pomeriggio ma nonostante questo molti quotidiani si sono scatenati invadendo le edicole di edizioni straordinarie. Meno fantasiosi del solito invece i giornali britannici: il Guardian non brilla per originalità riportando la frase cult del primo discorso da presidente-bis: “Il meglio deve ancora venire”, mentre il Telegraph si limita a un cronistico: “Elezioni Usa, Obama rieletto come presidente”.

Stesso tono distaccato si registra su alcuni quotidiani d’oltreoceano, in particolare il Wall Street Journal, da sempre freddo nei confronti dell’attuale inquilino della Casa Bianca, mentre il New York Times pone l’accento su una questione forse poco avvertita all’estero ma molto sentita negli States: “Electoral advantage holds, popular vote is tight”. Obama ha la maggioranza dei grandi elettori, ma il voto popolare invece mostra un Paese nettamente spaccato in due. Prima ancora che sull’economia e in Europa, dunque, la sfida di Obama sarà tra le mura di casa.

E c’è poi la non indifferente questione del Medio Oriente, da dove arrivano segnali di grande distensione. Uno dei primi a scrivere al rieletto presidente americano è l’omologo egiziano Mohamed Morsi: “Mi auguro un rafforzamento dell’amicizia tra Egitto e Stati Uniti, all’insegna degli obiettivi comuni della pace, della giustizia e della libertà”. Anche Hamid Karzai, presidente dell’Afghanistan (dove gli Usa hanno ancora 70mila soldati impegnati in missioni), ha auspicato nel suo messaggio di congratulazioni un rinforzamento delle relazioni bilaterali tra i due Paesi, “in particolare nella lotta al terrorismo talebano”.

Si sono fatti vivi anche da Pechino e Mosca, altri nodi cruciali della politica internazionale a stelle e strisce. Molto secco il comunicato congiunto del premier cinese Wen Jiabao e del presidente Hu Jintao, mentre dal Cremlino Vladimir Putin ha fatto sapere di accogliere in “maniera molto positiva” la rielezione di Obama dichiarandosi pronto a “collaborare fin dove arriverà a farlo l’amministrazione americana”.

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