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Nel 2010 boom di imprenditori stranieri in Italia. Alla Lombardia la palma d’oro

L’immagine dell’immigrato è spesso associata a quella del lavoratore non qualificato, del bracciante ed è ormai entrato nel linguaggio comune l’idea che i nuovi venuti facciano nel nostro paese “i mestieri che gli italiani non vogliono più fare”. In controtendenza questo cliché sembra essere parzialmente smentito dai dati del centro studi Cna, riferito al 2010, sugli “imprenditori-immigrati” che sono ormai 230mila, quasi il doppio rispetto a 5 anni fa.
L’incidenza sul totale degli imprenditori del Bel Paese è ormai dell’8,5%. A tirare la carovana sono i marocchini che rappresentano il 16,4% degli imprenditori stranieri, seguiti dai rumeni (15,4%), dai cinesi (14,7%) e dagli albanesi (10,4%). La maggior parte delle imprese straniere si concentra nel settore dell’edilizia 37%, il 35% nel commercio e nelle riparazioni, il 10% nel manifatturiero, il 4% nei servizi. Il fenomeno, per adesso, ha riguardato soprattutto le regione del centro-nord, si pensi che il 78% delle imprese straniere ha sede in sole sei regioni (Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio). In particolare è la Lombardia, dove si trova il 24% delle imprese, a essere l’area di maggior concentrazione. A livello di tendenza, però, le imprese gestite da stranieri stanno aumentando in tutta la penisola: negli ultimi tre anni i maggiori aumenti si sono avuti in Puglia, Umbria, Liguria e Molise. In crescita anche il numero dei dipendenti immigrati: nel 2010 i lavoratori extracomunitari erano circa 2 milioni, circa il 9,7% dell’occupazione nazionale.

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