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Napoli-Atalanta, a due passi dal cielo ma occhio alle romane

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Assalto al potere. Napoli-Atalanta (ore 19) è senza dubbio la partita più interessante di questo mercoledì di campionato, sia per ragioni tecniche che di pura e semplice classifica. Il match del San Paolo infatti verrà seguito sia da chi sta davanti che da inseguitrici come Roma e Lazio, a loro volta chiamate a non fallire a Udine e in casa contro il Torino (21). Nessuno in estate poteva prevedere che i bergamaschi sarebbero arrivati a questo appuntamento con 3 punti di vantaggio sugli azzurri, peraltro meritatissimi: il weekend appena trascorso, con Gasperini vincente per 7-1 sull’Udinese e Ancelotti fermato sul pareggio dalla Spal, fotografa perfettamente quanto visto sin qui.

È chiaro che la pressione è tutta per il Napoli, semplicemente impossibilitato a fallire ancora: accadesse ciò saremmo di fronte a un vero e proprio vortice di polemiche, che rischierebbe di travolgere lo stesso Ancelotti, le cui quotazioni, dalle parti del Vesuvio, sono in picchiata. Il tecnico non ha tenuto la conferenza stampa (lo farà dopo la partita) ma non servono certo parole per descrivere l’importanza del match: vincere è obbligatorio, senza se e senza ma. Non per questo però verrà stravolta la filosofia della squadra, ormai impostata stabilmente sulla logica del turnover. In porta, dopo la parentesi Ospina di Ferrara, tornerà Meret, davanti a lui, complice il brutto infortunio di Malcuit (lesione di legamento e menisco), spazio a Di Lorenzo, Koulibaly, Maksimovic e Luperto, con Callejon, Allan, Fabian Ruiz e Insigne a centrocampo e la coppia Milik-Lozano in attacco. 

Clima completamente diverso in casa Atalanta, dove l’euforia, giustamente, regna sovrana, tanto da scomodare addirittura paragoni eccellenti con il Verona di Bagnoli e il Leicester di Ranieri: squadre che, come tutti sanno, hanno finito per fare la storia. “Abbiamo i piedi ben piantati per terra nonostante tutti i complimenti: quando ci parlano di scudetto è una cosa mediatica, che non ci riguarda – ha glissato Gasperini. – Gli esami non finiscono mai e l’avversario di turno, secondo me il più forte della serie A con Juventus e Inter, è di quelli più duri”. Il tecnico nerazzurro fa bene a tenere i piedi per terra, è chiaro però che la sua squadra sta ottenendo risultati pazzeschi, come dimostrano i 28 gol segnati in 9 giornate, record assoluto da quando esistono i 3 punti. 

Dovesse espugnare anche Napoli, ecco che i sogni di gloria diventerebbero più che giustificati, autorizzando qualsiasi tipo di scenario, perfino il più clamoroso. Il Gasp ci proverà con il solito 3-4-2-1 con Gollini tra i pali, Toloi, Kjaer e Djimsiti nel reparto arretrato, Hateboer, De Roon, Pasalic e Castagne in mediana, Gomez e Ilicic alle spalle dell’unica punta Muriel. In serata invece sarà la volta delle romane, chiamate a ripetere con Udinese e Torino i successi del weekend. Sulla carta i due impegni si equivalgono ma non vanno certo sottovalutati: bianconeri e granata hanno bisogno di punti, inoltre stanchezza e infortuni possono sempre giocare un brutto scherzo.

“Mi aspetto una partita difficile perché l’Udinese è forte e prima di Bergamo aveva la miglior difesa – ha confermato Fonseca. – In contropiede sa essere pericolosa, sarà una gara totalmente diversa rispetto a quella contro il Milan. Più che le gambe conta la testa: in tutti i momenti, non solo ora, bisogna pensare che l’importante è vincere sempre”. L’esame della Dacia Arena verrà affrontato quasi interamente dagli stessi che, domenica sera, hanno battuto i rossoneri, dunque 4-1-4-1 con Pau Lopez in porta, Florenzi, Smalling, Fazio e Kolarov in difesa, Mancini a centrocampo, Kluivert, Zaniolo, Veretout e Perotti sulla trequarti, Dzeko in attacco. Serata delicata anche per Tudor, ancora scosso dal 7-1 di Bergamo: il tecnico proverà a cancellarlo con un 3-5-2 con Musso tra i pali, Becao, Troost-Ekong e Samir nel reparto arretrato, Ter Avest, Fofana, Jajalo, De Paul e Sema in mediana, alle spalle della coppia offensiva composta da Nestorovski e Okaka.

Tensione anche all’Olimpico, dove sia Inzaghi che Mazzarri non possono permettersi errori. È soprattutto il tecnico granata a giocarsi molto (la Maratona ha addirittura chiesto il suo esonero), ma anche quello laziale, nonostante il successo di Firenze, non è ancora del tutto salvo. Sarà dunque un match per cuori forti, in questo pazzo campionato che trita tutto come fosse una centrifuga senza controllo. 

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